È partito da pochi giorni il progetto lanciato dall’Università della Sapienza di Roma, grazie anche all’approvazione ed alla collaborazione del Ministero della Salute, che ha come scopo l’educazione sulla salute riproduttiva della popolazione, in particolar modo di quella giovanile, e degli operatori sanitari.
L’ “Accademia della fertilità”, questo il nome dato al progetto, rimarrà in atto fino al 17 settembre, lasso di tempo durante il quale verranno svolti incontri, dibattiti e conferenze per approfondire le tematiche inerenti le malattie trasmissibili sessualmente, i maggiori fattori di rischio della sterilità, le terapie, sia mediche che chirurgiche, la procreazione assistita, etc.
L’esigenza di svolgere tale progetto è data dai preoccupanti dati rilevati in merito al costante aumento delle infezioni all’apparato riproduttivo e dell’infertilità tra le giovani coppie.
Basti solo pensare che nel nostro Paese:
Il coordinatore del progetto, nonché ordinario di endocrinologia alla Sapienza, Andrea Lenzi ne spiega le motivazioni:
“Ci sono nuovi fattori di rischio dell’infertilità. In particolare l’obesità, i disturbi del comportamento alimentare, alcool, fumo e droghe, il doping usato nelle palestre e gli interferenti endocrini ambientali come i derivati delle plastiche e degli idrocarburi. Tra le donne sono aumentate alterazioni tubariche, malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi, disturbi dell’ovulazione ed ormonali. Tra gli uomini le alterazioni della produzione ormonale che riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo, come varicocele, criptorchidismo, malformazioni genitali, infiammazioni dei testicoli e degli epididimi e le patologie prostatiche”.