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Nuoto e bambini: acquaticità, neonati in piscina da 0 anni

di Mamma Simona

13 Settembre 2010

L‘acquaticità non è un corso di nuoto. I neonati non imparano a nuotare bensì a prendere confidenza con l’acqua tramite esercizi-gioco coordinati dall’istruttore, con l’aiuto del genitore che entra in acqua col bambino.

I corsi di acquaticità sono rivolti ai bambini dai 3 mesi in poi, ovvero dopo le prime vaccinazioni, quando il sistema immunitario è sufficientemente sviluppato e protetto per entrare in piscina e stare a contatto con gli altri bimbi. Dai 2-3 anni, dipende da come sono strutturati i corsi, il bambino può partecipare a corsi collettivi propedeutici al nuoto.

Rivestono una notevole importanza la pulizia e l’igene dell’ambiente e la temperatura dell’acqua che deve essere di circa 32°, diversamente dalle normali piscine che hanno una temperatura più bassa. Gli spogliatoi dovrebbero essere attrezzati di fasciatoi e box che consentano al genitore di sistemare borsoni e materiali senza dover tenere il bimbo in braccio. Meglio utilizzare le doccie, dopo la lezione, già presso la struttura, per togliere il cloro dalla pelle del bimbo.

In generale l’attrezzatura dovrebbe essere composta di: costume, cuffia, ciabatte e accappatoio per il genitore; per il bimbo costume idoneo per la ritenzione di pipì e altro, accappatoio, doccia-shampoo, pannolini di cambio, un cambio completo di scorta (lo menziono per esperienza, capita infatti che i vestiti tra doccia e costumini bagnati, si inzuppino e la scorta diventa preziosa!), la merendina (crackers o frutta) per il dopo piscina…i bimbi ne escono affamati!

Ad inizio corso bisogna presentare il certificato di buona salute rilasciato dal pediatra o dal medico della struttura, dopo che il bimbo sia stato visitato.

Il corso di acquaticità ha solitamente scadenza monosettimanale.

La prima immersione in acqua deve avvenire in modo graduale. In molti casi le prime lezioni vengono svolte per la maggior parte fuori dall’acqua, su dei tappetini a bordo piscina, al centro dei quali vengono posti gli stessi giochi con cui il bimbo giocherà in seguito in acqua. I bimbi cominciano a familiarizzare tra loro, i genitori si conoscono. Capita che venga diffusa musica per bambini, per rendere l’ambiente il più ludico e divertente possibile. Saranno mamma e bimbo a scegliere il momento giusto per entrare, a volte consigliati dall’istruttore a volte per una scelta autonoma maturata; alcuni bambini sono incuriositi dall’acqua e manifestano il desiderio di approcciarsi.

La prima immersione è diversa per ciascun bambino. Alcuni traggono subito piacere dall’assenza di gravità in acqua, dal fluttuare tra i giochini che galleggiano ben protetti tra le braccia della mamma. Altri ancora si spaventano, perchè si sà che verso le incognite siamo tutti titubanti, figuriamoci dei bimbi per i quali il mondo è tutto una scoperta! Ecco allora che il genitore gioca un ruolo fondamentale, perchè saprà consolare, rassicurare con un amoroso abbraccio il bimbo impaurito. L’insistenza non è mai una buona soluzione, meglio distrarsi con i giochini, eventualmente anche fuori dall’acqua, se il bimbo proprio non ritrova serenità.

Più in generale il genitore occupa un ruolo molto importante, è il punto di riferimento grazie al quale il bambino dapprima prende confidenza con l’acqua e conseguentemente tramite l’esperienza, acquista la fiducia e sicurezza per un percorso di crescita armonico.

Anche il genitore trae vantaggi da questo corso, entra in contatto con genitori di figli della stessa età del suo, con cui confrontarsi e rapportarsi; spesso nascono delle vere e proprie amicizie, così facendo allontana il rischio di depressione post partum. Il genitore impara a conoscere meglio il proprio figlio, a capirne le esigenze, si ritaglia uno spazio di tempo di qualità da dedicare interamente al rapporto col figlio.

In generale, superata la prima difficoltà dovuta alla novità, l’acqua per i bambini è un’esperienza rilassante ed ha effetto distensivo, probabilmente perchè ricorda le esperienze di vita intrauterina; non scordiamoci infatti che il bimbo ha vissuto 9 mesi nel liquido amniotico, e dunque l’elemento acqua gli è familiare. L’effetto rilassante è dovuto anche al lieve massaggio che l’acqua esercita sulla pelle. Tramite il movimento in acqua il corpo libera dall’organismo l’endorfina, processo che contribuisce alla serenità del bimbo.

L’aquaticità iniziata dal bimbo a pochi mesi di età, aiuta uno sviluppo psico-motorio armonico, favorisce inoltre un corretto controllo respiratorio ed anche l’acquisizione di corretti schemi posturali. Anche il rapporto col genitore subirà un risvolto positivo: l’aspetto ludico del gioco in acqua, la nuova esperienza fatta insieme, rafforzano il legame; incrementano l’autostima tanto del bimbo quanto del genitore. E’ indubbia la promozione della socializzazione con gli altri bambini, con i quali si condivide l’ambiente.

Tra i benefici del corso di aquaticità si possono annoverare: il miglioramento del sonno che diventa più tranquillo e profondo, l’aumento dell’appetito (questo non è un bene per tutti, ma chi ha figli inappetenti ne gioverà). In caso di lieve raffreddore, l’ambiente umido della piscina favorisce la fuoriuscita di catarro, mentre qualora il bimbo avesse tosse o sospetta otite meglio sentire il parere del pediatra che probabilmente consiglierà di tenerlo a casa. Con febbre è assolutamente controindicata la piscina.

Secondo diverse ricerche, si è potuto notare come i bambini che frequentano corsi di acquaticità siano meno portati di altri ad ammalarsi.

Esistono corsi di acquaticità promossi dal comune di residenza che hanno costi relativamente più contenuti rispetto a quelli delle strutture private. Nella scelta ricordatevi di fare prima visita alla piscina e alle sue strutture per valutare la qualità dei servizi, l’igiene e la professionalità degli istruttori.

E’ un’esperienza ricca di crescita, emozioni, contatto.

A questo punto non mi resta che augurare buona acquaticità a tutti!



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