La gravidanza è uno dei periodi più belli della vita di una donna. La trasformazione del proprio corpo, in 40 settimane, è semplicemente meravigliosa.
Purtroppo, però, la gravidanza non è tutta rosa e fiori. Soprattutto con l’aumento di peso e la crescita del bambino, è frequente avere disturbi.
Ad essere maggiormente colpito, è lo stomaco. Infatti, oltre ad avere le classiche nausee, una donna su due soffre frequentemente di reflusso gastroesofageo.
Si tratta di un disturbo riguardante la valvola che si trova tra l’esofago e lo stomaco. Il suo compito è di aprirsi quando il cibo viene ingoiato e di chiudersi dopo il passaggio del bolo, impedendo la “fuoriuscita” del contenuto dello stomaco.
In gravidanza, questa valvola non funziona correttamente, per due motivi:
– l’ingrossamento dell’utero. Comprime lo stomaco e aumenta la pressione sulla valvola;
– il progesterone. Questo ormone, che ha tra l’altro la funzione di impedire le contrazioni, provoca il rilassamento della muscolatura della valvola.
Quali sono i sintomi?
Nello stomaco, i succhi gastrici hanno il compito di trasformare il cibo ingerito (questa fase viene chiamata chimificazione). Con la disfunzione della valvola, il contenuto dello stomaco e gli acidi gastrici risalgono nell’esofago, causando bruciore, irritazione e, talvolta, dolore.
Come risolverlo?
Per alleviare o prevenire il reflusso gastroesofageo, basta seguire alcune semplici regole:
– non fumare. Oltre ad essere dannoso per il bambino, il fumo favorisce il reflusso;
– evitare bevande alcoliche, gasate, succhi di frutta, caffè e bevande contenenti caffeina;
– evitare l’assunzione di cibi che favoriscono il reflusso, come cioccolato, cipolle, pomodori, cibi speziati, fritti, piccanti, acidi. Vietati anche arance, limoni, condimenti e salse
– evitare sforzi e movimenti bruschi dopo i pasti;
– cercare di mangiare poco per volta ma spesso durante l’arco della giornata. Evitare pasti abbondanti;
– coricarsi almeno 2/3 ore dopo aver mangiato e posizionare dei cuscini di modo da dormire leggermente rialzati. In questo modo si esercita sullo stomaco una pressione minore rispetto a quando si è sdraiati;
– favorire l’assunzione di fibre, proteine e latticini.
Come per qualsiasi disturbo, l’uso di medicinali in gravidanza è sconsigliato. Tuttavia, nei casi più gravi o, comunque, persistenti, si fa ricorso ai farmaci, per lo più con alginati e/o antiacidi.
I primi hanno una composizione naturale, a base di alghe, e una volta ingeriti si “trasformano” in una sorta di gel che forma una barriera antireflusso. I secondi, invece, spesso composti da sali di alluminio, hanno il compito di neutralizzare gli acidi contenuti nello stomaco.
Benché per questi due rimedi non sia necessaria nessuna prescrizione medica, consigliamo una consultazione con il proprio ginecologo prima di assumere qualsiasi tipo di farmaco.
Fortunatamente per le future mamme, si tratta di un disturbo passeggero, che scompare dopo la nascita del bambino.
Fonte: www.reflusso.net