Quando una nazione si perde nel pallone…
In Polonia e Ucraina si giocheranno i campionati europei di calcio 2012.
La decisione di assegnare a questi paesi un evento di portata internazionale, dato il coinvolgimento degli appassionati che interessa tutto il globo, è avvenuta in un momento di transizione del paese, definita “rivoluzione arancione“.
In particolare l’Ucraina era alla ricerca di una propria identità e di consolidamento di equilibri sociali e politici.
Attualmente la nazione, che risente di influenze filo-russe, mostra di non essere ancora approdata al raggiungimento di quegli item necessari per potersi definire società civile, così come è oggi inteso tale concetto.
Lo dimostra il trattamento violento riservato all’ex premier Juljia Timoshenko, in carcere per una condanna a sette anni per abuso di potere. Comportamento che ha scatenato la reazione indignata di tutti le nazioni; Austria e Belgio hanno dichiarato che non parteciperanno alla Uefa 2012 a meno che la Timoshenko non venga liberata.
Ma non solo…
In Ucraina si sta compiendo un vero massacro a cielo aperto nelle città ucraine, a Kiev in primis.
Oggetto di uccisione violenta e cruenta sono le tante migliaia di cani randagi presenti sul territorio delle città che ospiteranno il campionato di calcio, secondo un programma di “pulizia delle strade” che riconduce a metodi in uso durante il nazismo.
Non si tratta di un episodio nuovo. In Ucraina il fenomeno è conosciuto da un paio di decenni, tollerato ed impunito.
Con l’avvicinarsi dell’evento, le stragi si sono moltiplicate… sarebbero 20-30 mila i cani sterminati nei modi più disparati: bastonate, veleno, colpi di fucile, impiccagioni e quanti altri metodi la mente perversa riesca ad immaginare. Le carcasse degli animali morti vengono presto bruciate in forni crematori o pire funerarie d’occasione.
La stima è approssimativa perché compiuta ad opera dei cittadini che si sentono investiti del ruolo di “terminator di cani“.
Conseguono manifestazioni di protesta da parte delle associazioni animaliste di tutto il mondo che si fanno portavoce dello sdegno dell’opinione pubblica.
Grazie alla documentazione fotografica e riportata dai volontari presenti sul luogo, sappiamo esattamente ciò che sta accadendo; i reportage, grazie al tam tam mediatico sui social network, sono arrivati nelle case di tutti noi.
Le immagini sono barbare, violente, orribili… lasciano a noi tutti una morsa allo stomaco e rabbia dentro.
Tante le autorità politiche intervenute per chiedere lo stop del massacro, per l’Italia la richiesta è stata avanzata dal Ministro Terzi e dall’ex-Ministro Frattini, e ancora, tanti europarlamentari, la commissione europea e la Uefa stessa , che a suo tempo finanziò l’Ucraina per la realizzazione di un programma di costruzione di canili e di sterilizzazione dei randagi.
Sul sito ufficiale della Uefa il 22 novembre 2011 si riporta quanto segue: “La Uefa ha preso atto delle misure annunciate dal governo ucraino per arrestare e vietare l’uccisione dei cani randagi e ne attende l’implementazione. Dopo esser stata informata da varie organizzazioni animaliste sulla situazione dei cani randagi in Ucraina, la Uefa ha contattato più volte le autorità del Paese, chiedendo misure appropriate per rispettare la dignità degli animali. La Uefa, inoltre, ha fatto una donazione alla Protezione animali di Kiev per finanziarne le attività ed ha agito come collegamento tra gli enti del settore e le autorità, in modo da trovare soluzioni adeguate“.
La dichiarazione segue di pochi giorni l’annuncio del Ministro ucraino dell’ambiente, Zlochevskij che ribadisce: “…il divieto immediato di sterminare i cani randagi. Le autorità hanno anche annunciato che saranno costruiti canili e che gli animali non ospitabili verranno sterilizzati prima del rilascio. Inoltre verranno adottate nuove leggi che obbligano i sindaci a mettere in pratica le nuove regole per non incorrere in misure legali”.
Ovviamente quest’ultimo annuncio non trova riscontro nella realtà, altrimenti non si sarebbe creato il caso internazionale in questione.
Pochi mesi dopo, sollecitato dalla pressione delle tante manifestazioni animaliste, lo stesso ministro dichiarò di “essere alla ricerca di fondi per la costruzione di canili”.
Ad inizio febbraio 2012 il rappresentante UE in Ucraina ha chiesto un rendiconto delle misure attuate per arginare il randagismo e la spiegazione del perpetuarsi di comportamenti moralmente inaccettabili, anche alla luce della firma recente, da parte dell’Ucraina, della Convenzione europea sulla protezione degli animali da compagnia, cui però non sono ancora seguite promulgazioni di leggi nazionali che attuino l’adesione.
L’atteggiamento tenuto dai rappresentanti politici e amministrativi ucraini è deludente e inasprisce i rapporti già tesi tra Ucraina e UE.
Sabato 5 maggio a Roma si è tenuta l’ultima delle manifestazioni affinché si fermi il massacro in Ucraina.
Alla manifestazione hanno partecipato i rappresentanti dei movimenti animalisti in Italia, tanta gente comune e alcuni “big” come Giorgio Panariello, Paolo Limiti, Gabriella Pession, Daniela Poggi e Riccardo Cucchi.
Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, commenta:”Il calcio deve essere una festa. Non possono esistere feste macchiate di sangue“.
La speranza è che l’Ucraina decida veramente di “civilizzarsi”, attuando un programma serio per combattere il randagismo con la costruzione di rifugi per cani e la sterilizzazione.