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Luigi Martinelli in carcere, la Lega Nord offre un avvocato al sequestratore

di Mamma Filo

05 Maggio 2012

Luigi Martinelli in carcere, la Lega Nord offre un avvocato al sequestratoreQuasi 1000 Euro … questa la cifra che ha fatto scattare la disperazione di Luigi Martinelli, un normalissimo 54enne, uno dei tantissimi piccoli e medi imprenditori italiani alle prese con le mille difficoltà economiche che ormai non risparmiano alcun settore lavorativo.
<<È andata così, ho visto la cartelletta che mi hanno mandato a casa, con tutti quei fogli lì, quelle tasse ingiuste. Pagare pagare pagare, e sò ‘ndacc fò de co’… (“sono andato fuori di testa”)”>>. Questo è quanto dichiara Luigi Martinelli dal carcere di Bergamo. E così una giornata iniziata come se fosse una delle tante, prende una piega inaspettata e Martinelli si dirige nella sede dell’ Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia, armato di fucile a pompa, due pistole e cartucce.
Luigi Martinelli in carcere, la Lega Nord offre un avvocato al sequestratore Entra con l’ aria da uomo normale, come del resto era, e prende in ostaggio dipendenti e clienti presenti al momento nella sede; pensando alla sua unica ossessione, quella di voler parlare con Mario Monti, <<perchè ci sono troppe cose che non vanno in Italia>>.
Dopo averli tenuti in ostaggio Martinelli, ha fatto prima uscire i clienti e successivamente i dipendenti, trattenendone solo uno, Carmine Mormandi per 6 lunghissime ore prima di arrendersi dopo la trattativa intercorsa durante tutto il tempo col Brigadiere dei Carabinieri, Roberto Lorini. Luigi Martinelli in carcere, la Lega Nord offre un avvocato al sequestratore
Personalità fondamentale nella questione che si è offerto come ” merce di scambio ” per entrare nella sede al posto degli ostaggi.
Roberto Lorini – E’ lui l’ eroe della giornata; è lui che dopo aver convinto Martinelli a liberare l’ ultimo ostaggio, resta col sequestratore da solo per un’ altra ventina di minuti a parlare, prima di uscire insieme e disarmati.
Carmine Mormandi, una volta liberato e ancora visibilmente scioccato dalla vicenda, ha raccontato le sensazioni provate durante il sequestro, passando dall’ iniziale sottovalutazione del pericolo perchè come lui stesso ha dichiarato, credeva che quello fosse solo un fucile giocattolo, alla definitiva comprensione del pericolo quando dopo avergli detto:<<E che fai, mi spari? >> Martinelli ha tolto il fucile dalla sua direzione e ha sparato al soffitto.
Così racconta le sue ore di paura: <<Ho avuto il fucile puntato addosso per tutto il tempo. Io mi spostavo e il fucile mi seguiva. A questo punto ho davvero avuto paura che in un’ eccesso d’ ira mi sparasse. Ho pregato tanto… Quando sono uscito sono scoppiato in lacrime e ho pensato che le mie preghiere erano state accolte. Prima che il sequestratore venisse ammanettato gli ho stretto la mano. Penso che sia un brav’ uomo, sopraffatto da un momento di disperazione >> e pensando al prezioso intervento del Brigadiere Lorini dichiara: <<è stato bravissimo, sempre freddo, io ho cercato di prendere esempio da lui>> .
Ma quale sarebbe stato il motivo scatenante di tale follia? All’ ex imprenditore, in passato gestore di un’ impresa di pulizie, sarebbe stata recapitata una cartella esattoriale.
Luigi Martinelli in carcere, la Lega Nord offre un avvocato al sequestratore Fortunatamente la vicenda si è conclusa bene, senza feriti e col ” solo ” ricordo di 6 ore di paura difficilmente dimenticabili; l’ ex imprenditore come è stato da subito chiaro alle forze dell’ Ordine non era andato lì per fare del male a qualcuno ma solamente perchè spinto dalla disperazione, probabilmente derivante anche dal divorzio dalla moglie che ha di sicuro aggravato una situazione di per sè delicata e precaria a causa delle difficoltà economiche, e dalla forte necessità di essere ascoltato da qualcuno.
Certo, non c’è stato bisogno di fare irruzioni in tipico stile Holliwoodiano, i reparti speciali dei Carabinieri non sono dovuti intervenire e il Professor Monti si era reso disponibile ad un colloquio se necessario, ma non per questo la vicenda può assumere tonalità rosee.
Adesso Martinelli è stato arrestato, continua ad apparire rassegnato, conscio delle sue colpe e rischia 8 anni di carcere; la paura di ieri è finita ma quella che resta ora, oltre a quella di un aumento delle morti per suicidi, è quella che qualcuno possa emulare il gesto di Martinelli.
Che qualcuno in condizioni economiche più gravi di Martinelli, possa svegliarsi una mattina e dopo aver trovato nella posta l’ ennesima cartella esattoriale, possa sequestrare dipendenti colpevoli di svolgere solamente il proprio lavoro e clienti che sono in fila per sbrogliare i propri problemi tra cartelle e interessi.
E ancora più triste è come una notizia del genere, nonostante la propria gravità, non desti il dovuto scalpore … come se gesti come questo o il suicidio siano le uniche reazioni che ci si possa aspettare in una situazione di tale precareità.
Tutto questo lascia decisamente l’ amaro in bocca, indebolisce il sogno di prospettive future e fa sorgere spontaneamente una domanda: ” quanto e fin quando può reggere la dignità di ognuno di noi, prima di sentirsi del tutto sopraffatto? “.


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