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Napoli: uomo di 56 anni si suicida perchè ha perso il lavoro e la casa

di Maria Corbisiero

30 Aprile 2012

suicida a causa della crisiViveva in un appartamento situato in uno stabile a Corso Garibaldi a Napoli. Un uomo schivo e riservato, come raccontano i coinquilini, gli stessi che hanno dato l’allarme non vedendolo stamattina in portineria, lavoro a cui era dedito che svolgeva in quello stesso palazzo.

L’uomodi 56 anni, separato e padre di due figli attualmente residenti al Nord, viveva solo in quell’appartamento che risultava di proprietà di un’agenzia immobiliare, la stessa che nei giorni scorsi aveva effettuato un sopralluogo per procedere alla vendita, e quindi non era di pertinenza dello stabile presso il quale lavorava.

Circa un anno fa aveva ricevuto una lettera di licenziamento e, una volta ritrovatosi disoccupato, nell’anno in corso, precisamente ad ottobre, avrebbe anche dovuto lasciare la sua residenza. Una prospettiva non rosea che, forse amplificata da un momento di crisi depressiva dovuta alla perdita della madre circa una settimana fa, l’ha portato a togliersi la vita, impiccandosi.

Dite a mamma che non posso più passarle l’assegno..” sono state le sue ultime parole riferite ad uno dei figli, dopo di che nessuno, residenti del palazzo compresi, l’ha più rivisto, tant’è che la polizia presume che l’insano gesto sia stato compiuto sabato.

suicida a causa della crisiOrami di questi “omicidi di stato”, così vengono definiti nel web, se ne parla quasi tutti i giorni.

Ieri un imprenditore edile della provincia di Nuoro si è sparato perché costretto a licenziare tutti i dipendenti, figli compresi; un altro imprenditore napoletano si è lanciato dall’ottavo piano. E poi c’è chi si è dato fuoco, chi si è ucciso perché oppresso dal fisco, chi non riusciva ad arrivare a fine mese e chi il lavoro l’aveva perso ormai da tempo.

Una domanda accomuna la maggior parte delle persone che leggono e commentano tali notizie:

suicida a causa della crisi“Ma il Governo si rende conto di ciò che sta succedendo agli italiani? È a conoscenza di queste continue morti?”

Il Presidente del Consiglio Mario Monti conosce la situazione del nostro paese tanto che, nel corso di una conferenza stampa tenutasi alcuni giorni fa, ha ragionato numericamente su queste morti, specificando che le reali “condizioni drammatiche della crisi” hanno fatto registrare in Grecia ben 1725 suicidi dall’inizio della crisi (400 solo nel 2011) e che il governo italiano sta cercando di evitare ciò.

In poche parole, secondo il professor Monti, non siamo ancora in VERA crisi in quanto il numero dei suicidi (l’ ultimo rapporto Eures ne conta circa uno al giorno tra disoccupati ed imprenditori) non è ancora abbastanza rilevante.

In quanti ancora devono morire? E quanti onorevoli stipendi, invece, hanno ancora ragione di sopravvivere grossi e grassi come sono?



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