È quanto emerso in uno studio effettuato dai ricercatori australiani presso il Parenting Research Centre di Melbourne e pubblicato sulla rivista Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology.
Secondo gli studiosi, coordinati dalla professoressa Jan Nicholson, entrambi i genitori, madre e padre, possono essere colpiti, in misura uguale, dalla depressione che si manifesta dopo il parto e per tutti i primi 12 mesi di vita del bambino.
La categoria di papà più a rischio è caratterizzata dai giovani compresi nella fascia di età al di sotto dei 30 anni. Questi neogenitori hanno più del 40% di possibilità, se paragonati agli ultra trentenni, di manifestare visibili segni di depressione.
Non solo!
Il 30% di coloro che manifestano stati depressivi nel primo anno di vita del proprio bambino, continuerà ad avere disturbi mentali anche nelle successive fasi di crescita del piccolo.
“La nascita di un bebè – afferma la professoressa Nicholson – porta profondi cambiamenti di stile di vita e ricreazione, orari di sonno, rapporti di coppia e identità, ed è naturale che possano sorgere difficoltà di aggiustamento per i padri. Vi è un crescente riconoscimento che i padri sono un sostegno chiave per le novelle madri. Lo studio mostra che anche gli uomini sono vulnerabili, perché anche loro perdono sonno e si destreggiano fra ruoli e responsabilità”.
Questa scoperta, benché lascia alquanto sorpresa la sua stessa ideatrice, pone un accento sull’estensione delle pratiche di supporto postnatale sia per le mamme che per i papà.