Che il latte materno sia la migliore alimentazione per un lattante, non è una novità. Contiene tutti i nutrienti necessari ad una equilibrata crescita, in misura giusta e corretta per rispondere alle esigenze di un neonato.
La ricchezza delle proprietà è da sempre fonte di interesse e studio da parte dei ricercatori, tesi ad individuare i singoli benefit nell’eventualità di trovare applicazioni alternative.
Durante il 7° congresso “International Breastfeeding and Lactation Symposium” di Medela, tenutosi a Vienna il 20-21 aprile 2012, è stata presentata una scoperta volta a condizionare lo studio della ricerca scientifica: il latte materno contiene cellule staminali.
Un gruppo di ricercatori della University of Western Australia si è dedicato allo studio del latte materno, approfondendo un’indagine iniziata nel 2007, volta ad isolare le cellule staminali.
Un valido contributo alla ricerca è stato dato dalla ricercatrice Foteni Hassiotou che ha estratto dal latte materno “cellule staminali multipotenti”, così definite poiché in grado di adattarsi a diversi tipi di cellule.
La prima applicazione teorizzata e suggerita interessa il campo della medicina rigenerativa, che ha usato finora cellule embrionali per perseguire i propri fini, alimentando un dibattito etico aperto circa tale utilizzo. Dunque con le cellule derivanti dal latte materno si supererebbero i freni etici, dando il via ad un uso con assenza di implicazioni morali.
Da non sottovalutare la grande disponibilità di latte materno, facilmente reperibile senza utilizzare strumenti invasivi.
Nella pratica tali cellule, sottoposte ad input in provetta, possono “trasformarsi” in cellule adipose, pancreatiche, di tessuto osseo o cartilagineo, epatiche, neuroni, secondo quanto spiegato dalla dott.ssa Foteni Hassiotou.
Questa scoperta, deve essere ancora supportata e confermata da sperimentazioni pratiche che ne avvalorino l’efficacia, dunque la comunità scientifica accoglie da una parte con partecipata felicità la scoperta, che apre teoricamente nuovi traguardi in ambito clinico, ma rimane in attesa di risultati di conferma.
In particolare sono in corso studi circa l’applicazione delle nuove scoperte delle cellule multipotenti nello sviluppo del bambino.