“In funzione di quanto ha fatto il mio segretario federale, Umberto Bossi, che ha fatto un passo indietro per agevolare una serena condizione politica per il movimento, faccio anch’io un passo indietro, precisando che nessuno me l’ha mai chiesto, in totale autonomia, quindi, ed in assenza di qualsivoglia nuovo elemento riguardante le indagini che mi hanno mio malgrado coinvolto” .
Boni ci tiene però a sottolineare come la sua scelta non sia frutto di pressioni o richieste ricevute dal triumvirato, al momento il nuovo gruppo di comando della Lega Nord. La sua è stata piuttosto la reazione, dopo 22 anni di militanza nel Carroccio, alla decisione intrapresa dal suo segretario federale Umberto Bossi, del quale ha sentito l’ esigenza, come se fosse un imperativo morale, di seguirne l’ esempio.
Sale così a tre il numero dei dimissionari nell’ ultima settimana, dopo le dimissioni spontanee di Renzo Bossi, Monica Rizzi e l’ allontanamento forzato dell’ ex tesoriere Belsito e del Vice Presidente del Senato, Rosi Mauro.
Non ha intenzione invece di vagliare la medesima mossa il Presidente Regionale Formigoni, che esprime la piena decisione di continuare il mandato e forse esagerando un pò col paragone quando dichiara:
“Anche Gesù ha sbagliato a scegliersi uno dei collaboratori, non pensiamo di essere impeccabili. Può essere che ciascuno di noi abbia nelle sue infinite conoscenze una persona che non è perfettamente limpida ma questo lo stabilirà la magistratura”.
La sua decisione, come spiegato durante un intervento telefonico in una trasmissione televisiva, è quello di completare la legislatura, al fine di dimostrare che il suo è stato, è attualmente e sarà ancora in futuro, un buon governo.
Roberto Maroni, invece, pur non avendo richiesto le dimissioni di Boni, come ardentemente fatto con Rosi Mauro, lo ritiene un gesto apprezzabile, sintomo che le cose stanno cambiando positivamente, che in caso di colpevolezza non verranno fatti sconti per nessuno e spera di poter contribuire alla creazione di un nuovo corso, basato sull’ integrazione dei giovani.
Le dimissioni di Boni però non sono l’ unica novità della giornata e le indagini che riguardano Lega sembrano arricchirsi ogni giorno di particolari.
Sono iniziate infatti le indagini anche della Corte dei Conti di Milano, che valuta l’ ipotesi che ci siano stati dei danni erariali. Le procure si stanno momentaneamente concentrando sui documenti sequestrati in via Bellerio, sede del Partito, che dimostrerebbero l’ acquisto di diamanti, un investimento di € 400mila, e di lingotti d’ oro, per ulteriori € 200mila.
I fondi utilizzati per questi due investimenti sono riconducibili alla Lega Nord, precisamente per un ammontare di 100mila euro a persona per Rosi Mauro e Piergiorgio Stiffoni, mentre il resto della cifra sarebbe stato a carico di Belsito.
La Mauro e Stiffoni si sono subito dichiarati estranei alla vicenda, smentendo in modo categorico qualunque loro coinvolgimento.
Intanto non si hanno tracce nè dei lingotti nè dei diamanti.
Nel frattempo la Procura di Reggio Calabria, in collaborazione con gli uomini della Dia ( Dipartimento investigazioni antimafia ), esaminando i documenti al momento in loro possesso, continuano ad essere convinti che nei denari gestiti da Belsito ci fossero anche somme non provenienti dai rimborsi pubblici per le spese elettorali, facendo soprattutto riferimento a movimenti di denaro per diversi milioni di euro, emersi in alcune intercettazioni telefoniche.
Questo l’ ennesimo mistero della politica italiana, c’è chi si ritrova con una casa nelle più belle piazze d’ Italia (senza conoscerne la titolarità o la provenienza), chi si ritrova col terrazzo ristrutturato (senza averne ordinato i lavori) e chi compera diamanti e lingotti (senza averne mai sentito parlare)
Siamo diventati il Paese dei balocchi e …. delle magie!