Secondo il Ministero della Salute, in Italia sono obbligatorie per i bambini neonati le seguenti vaccinazioni:
– antidifterica
– antitetanica
– antipoliomielitica
– antiepatite virale B.
Sono invece raccomandate le vaccinazioni:
– contro il morbillo
– contro la parotite
– contro la rosolia
– contro le forme invasive di Haemophilus influenzale b (Hib)
Presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, le vaccinazioni obbligatorie e le vaccinazioni raccomandate sono da somministrare alla popolazione gratuitamente.
Inoltre, secondo la legge 724/1995, il Ministero della Salute dà direttive alle Regioni, affinchè le vaccinazioni facoltative contro morbillo, parotite, rosolia, influenza, Hib vengano incluse nei rispettivi Piani Sanitari Regionali.
Perchè si parla di “obbligatorietà” di vaccinazione in un paese dove vige la democrazia e la libertà di scegliere? La risposta è semplice e si basa sul concetto di diritto alla salute e alla prevenzione del bambino sul territorio italiano così come espresso nella nostra Costituzione. Proprio per questo lo Stato si fà carico delle spese delle vaccinazioni, garantendo gratuità per tutti secondo un principio social-democratico. Inoltre il vaccino è uno strumento di controllo delle malattie. Vaccinando l’intera popolazione si debella la malattia, come è successo per la poliomielite (ultimo caso italiano nel 1982 escludendo gli stranieri trapiantati sul territorio nazionale) e per la difterite (ultimo caso 1991).
Attualmente si assiste ad una tendenza da parte dei pediatri a consigliare i vaccini contro la meningite.
Vediamo nello specifico i vaccini obbligatori:
Difterite: il vaccino prevede tre dosi nel primo anno di vita (al 3°, 5° e 12° mese), seguite da due richiami rispettivamente a 5-6 anni, e tra 11 e 15 anni. Ulteriori richiami sono raccomandati a cadenza decennale. A ciclo ultimato, conferisce una protezione pressoché totale.
Tetano: il vaccino segue lo stesso calendario della difterite, ovvero tre dosi di vaccino, previste entro il primo anno di vita del bambino (al 3°, 5° e 12° mese). Una dose di richiamo viene eseguita nel 6° anno e un’altra a 14 anni.
Come per la difterite, dal 1998 ad oggi sono stati introdotti in commercio numerosi prodotti combinati ad altri componenti oltre che ai vaccini antidifterico ed antipertosse, anche all’anti Haemophilus influenzale b (Hib), all’antipolio (IPV) e all’antiepatite B (vaccino esavalente). L’efficacia del vaccino è totale. Sono previsti richiami ogni 10 anni.
Poliomielite: la somministrazione resta invariata per quanto riguarda le prime 3 dosi nel primo anno di vita. Per il richiamo occorre fare una distinzione (ex Decreto Ministero della Salute del 15 luglio 2005):
- per i bambini nati dal 1 gennaio 2004 in poi il richiamo va praticato tra il 5° e il 6° anno di vita (e comunque, non prima che siano trascorsi 12 mesi dalla somministrazione della terza dose), insieme al richiamo del vaccino antidifterico-tetanico-pertossico e della seconda dose di antimorbillo-rosolia-parotite
- per i bambini nati prima dell’1 gennaio 2004 il richiamo va praticato al 2°-3° anno di vita.
Sono stati introdotti sul mercato diversi prodotti combinati, che associano l’antipolio ad altri vaccini previsti in età pediatrica (vaccino esavalente: IPV, tetano, pertosse, epatite B, Haemophilus influenzae b).
Epatite virale B: si somministrano tre dosi di vaccino al 3°, 5° e tra l’11° e il 12° mese di vita.
Nei neonati da madre infetta (HBsAg positiva) si somministrano quattro dosi: alla nascita (entro 12-24 ore), al 1°, 2° e 11-12° mese di vita; assieme alla prima dose di vaccino si somministrano al neonato anche le immunoglobuline.
Fonti consultate per la stesura dell’articolo: sito del Ministero della Salute