Durante l’ultima puntata dell’Isola dei Famosi, comunemente, ai due concorrenti superfinalisti viene data l’opportunità di fare un appello conclusivo, una sorta di “testamento da naufrago” in cui riassumere le proprie emozioni più che chiedere l’ultimo voto. L’Elia, alla classica domanda <<Perché tu dovresti vincere l’Isola dei Famosi>>, “candidamente” ammette: <<Onestamente me lo chiedo anch’io. Cioè io non vedo nessuna ragione perché io debba vincere l’Isola, ho un brutto carattere, creo vittime intorno a me che non si riconoscono in quel che dicono. Forse sono pazza pure perché ho delle idee strane sulle persone sulle cose. Quindi perché dovrei vincere l’Isola non credo di meritarmelo>>. Il pubblico però la vota e la porta sul gradino più alto del podio. Indietro d’un passo resta Manuel Casella, l’eroe buono. Più dietro ancora Max Bertolani, lo sportivo dal cuore tenero, un po’ ingenuo ma sano come i principi dello sport che rappresenta.
<<Aiuto!>>, penso io …
L’isola dei famosi ed i reality in genere, a parte ogni snobismo intellettuale, svelano sempre “che aria tira” nel paese … o almeno in che direzione si orienta il paese comune, quello non occhialuto e sapientone, quello che non fa dibattiti politici e si piega al lavoro nero pur di campare, quello che nel segreto del seggio pur vota, forse operando lo stesso criterio di identificazione che ha portato alla approvazione dell’Elia.
Ha vinto Antonella Elia ed ha perso Manuel Casella, di fatto ha vinto la rabbia, la smania, l’ira, il rancore e il sospetto soppiantando l’educazione, la pacatezza, la lealtà e il sacrificio.
Sarà che quest’Italia pronta a spendere un euro per votare un simil vip è veramente arrabbiata, iraconda e avvelenata? Sarà che come ha fatto Antonella il telespettatore medio avrebbe voglia di rubare i cocchi altrui? Sarà che nella televisione urlata, grigia, esibizionista e insistente le grida, i pianti e le provocazioni dell’Elia sono più appropriati del buon gusto, della calma e dell’altruismo?
Sarà? …
Di fatto intorno all’Elia vanno a saltare felici come bambini solo Nina, Guendalina e Jivago … le anime incerte, piccole ed inesperte su cui il teatro di Antonella ha fatto leva?
Personalmente credo che per strada preferirei incontrare Manuel Casella! Ma il mondo non è tutto uguale. Il “problema” dal mio punto di vista è uno soltanto: chi vota si “associa” al personaggio, lo abbraccia idealmente e col voto da lustro a ciò che il “big” esprime.
Nel voto all’Elia c’è il trionfo della televisione dell’disprezzo, quella fatta di critiche e insulti più che di promozione di valori propri e personali. Cosa cerca dunque l’italiano medio ed a cosa aspira?
Nell’ambulatorio del “mio” veterinario è affisso un decalogo di buon comportamento alla fine del quale vi è impressa una norma inusuale, norma su cui molto ho riflettuto e che ora mi torna utile per esprimere il mio pensiero, il precetto dice, rivolgendosi agli utenti, “i clienti sono pregati di Non Urlare per Attirare l’Attenzione del Veterinario” … e se urlano i padroni figuriamoci cosa fanno gli animali che del padrone imitano modi e atteggiamenti. Tutto ciò per dire che “Mala tempora currunt”.