19 marzo, festa del papà – Nel giorno di San Giuseppe, padre di Gesù, l’Italia, fedele alla sua tradizione cattolica, onora la figura del padre
Ma cosa c’è da festeggiare oggi?
In linea di principio si celebra il padre come elemento fondante della famiglia: generatore d’amore, per mezzo del quale sono nati i figli, produttore di reddito ed educatore dei futuri cittadini. Allo stesso modo e per le stesse ragioni nel giorno della sua festa si celebra la mamma.
Sono, dunque, queste feste ricorrenze civili in cui lo sguardo si volge alla famiglia e si sofferma sul suo ruolo di “propulsore sociale”.
Giuridicamente la famiglia è considerata come il nucleo primario della società, in essa nascono, vivono e si formano quei legami affettivi che danno senso alle dinamiche sociali, le giustificano e ne permettono l’evoluzione.
Chi fa famiglia – ovvero chi si unisce e genera dei figli – vive, inserito nella società, in ragione del proprio nucleo familiare.
Così l’individuo che ha una sua famiglia lavora per garantire sostanze alla sua prole, pur producendo e concorrendo alla crescita sociale; aderisce ad un sistema di regole precostituito solo se ne riconosce la validità ai fini del buon vivere civile, aspirando a garantire un favorevole ambiente comune al suo nucleo primario; partecipa e rispetta i dettami pubblici se percepisce l’ordine che ne risulta come un beneficio di cui la sua stessa famiglia potrà avvantaggiarsi.
Il tessuto sociale e le regole civili si snodano e si intrecciano con le micro realtà familiari.
Famiglia e società sono, dunque, i due cuori del mondo, gli elementi costituenti e vitali dei rapporti umani in ambito pubblico.
Ma la famiglia è tutelata? Riceve il debito “riconoscimento e compenso”? ottiene la necessaria e dovuta considerazione? No!
È innegabile che la famiglia vada pensata come il motore della società, il luogo da cui parte il futuro, la culla delle generazioni che verranno e la sede in cui gli uomini di domani, oggi, si stanno formando.
Ed è altrettanto innegabile che a fronte del suo massimo valore (appena chiaramente esposto) la famiglia in Italia è, oggi, quantomeno “sottovalutata”- per non dire sminuita, maltrattata o abbandonata.
Nel giorno della festa del papà vale la pena innalzare, nuovamente e idealmente la bandiera della famiglia!
Alle famiglie si chiede di comprendere le condizioni sociali, aderire ai piani di rimonta e recupero dell’Italia, fare sacrifici, concorrendo col proprio lavoro e con i propri sforzi a salvare il Paese … ma questo Paese cosa offre in cambio a noi genitori? Cosa garantisce alle famiglie per il futuro dei figli?
<<Cara Italia dei “governanti” cosa ne pensi Tu del welfare?>>
Ai papà oggi piacerebbe ricevere in regalo dall’Italia più stabilità nel lavoro, più produzione, più assegni familiari, più asili, più progetti scolastici, più assistenza medica e pediatrica, meno ticket sanitari, più agevolazioni fiscali per i nuclei familiari, più infrastrutture e servizi a vantaggio della famiglia (ci sono moltissime città in Italia in cui mancano piste ciclabili, parchi, piscine o centri sportivi pubblici).
Insomma se da un lato questa festa deve servire a celebrare i padri, dall’altro dovrebbe servire anche a sottolineare l’importanza imprescindibile delle entità familiari. E se a noi genitori si chiede di lavorare per le nostre famiglie e per il Paese, dal Paese si deve pretendere che non trascuri il fatto che senza di Noi e senza le Nostre famiglie non esisterebbe alcun Futuro e nessun Domani.