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Separazione: come aiutare il bambino a non soffrire

di Dott.ssa Rita Moré

09 Settembre 2010

Hai problemi, dubbi e curiosità sulla crescita, il comportamento o lo sviluppo relazionale di tuo figlio?

Domanda alla pedagogista.

Vita da Mamma mette a disposizione di tutte le sue amiche la consulenza gratuita della nostra pedagogista.

Mamma A. si è rivolta alla dott.ssa Morè. Piena di paure è la lettera di questa amica e pieno di conforto è il sostegno che a lei arriva dalla nostra esperta.

Gentile dottoressa, le scrivo per avere un consiglio sulla situazione che si è venuta a creare nel mio “nucleo familiare”.
Metto le virgolette appositamente perchè ormai non si capisce più nulla! Dunque in breve:
-Mia figlia ha 33 mesi
-Quando aveva solo un anno io e il suo papà ci siamo lasciati e da allora lo vede (volentieri) a week end alterni

-Dopo poco più di un anno dalla mia separazione ho iniziato la convivenza con un'altro uomo (che lei ha preso bene e si sono affezionati)
-Pochi giorni fa ci siamo lasciati per continui litigi e mancanza di basi sentimentali solide.
Dopo questo evento:

-mia figlia non mi pare particolarmente scossa, anzi forse il fatto che sono meno nervosa le ha giovato.
-io e la bimba abbiamo lasciato la casa dove vivevamo per “accamparci” dai miei genitori. Non mi era possibile sostenere da sola il carico del fitto. Appena avrò le possibilità economiche vorrei cercare un'appartamentino solo per noi due quindi un'altro trasloco.


Le mie domande sono:
-Dopo tutti questi eventi ho paura che, nonostante io veda i comportamenti di mia figlia piuttosto normali, giocosi e allegri, ho paura che per lei tutti questi cambiamenti siano “troppo” per riuscire a metabolizzarli da sola. Pensa possa essere utile portarla da un neuropsichiatra o da un pedagogista o altro?
-Avevo appena tolto il pannolino alla bimba ed era bravissima ma da qualche giorno (da quando siamo qui) ha ripreso a farsela addosso. Come mi devo comportare? (di notte non la fa quindi il controllo è acquisito giusto?)E' normale una piccola regressione dopo tutti questi eventi?
-Cosa puo comportare per lai la convivenza con mamma, con cui dorme nello stesso letto, e nonni? Lei è molto felice dato che li adora. Sarebbe meglio andare direttamente a vivere soli io e lei anche se per fare ciò dovrei tirare immensamente la cinghia e inguaiarmi?
La ringrazio anicipatamente
A., amica di Vita da Mamma e mamma dai mille sensi di colpa.

Cara A. , mamma dai mille sensi di colpa,

facciamo subito una premessa: fare la mamma è il mestiere più difficile del mondo e, nonostante gli aiuti che possono venire dalla psicopedagogia, contano buon senso e amore… amore… amore. E questo non penso ti manchi. Perciò scorciamoci le maniche e cerchiamo di procedere alla grande.

Certamente le separazioni tra coniugi e/o conviventi non possono essere vissute positivamente da un bambino. Esse rappresentano sempre il venir meno di una figura di riferimento o di attaccamento. Tuttavia accadono e se, come nel tuo caso, mettono fine a continui litigi e incomprensioni non sono poi tanto negative neppure per un bambino.

La tua bambina aveva accettato il tuo compagno e vi si era legata ma se in qualche circostanza vi ha sentito litigare e poi non ti ha avvertito serena ha vissuto un conflitto affettivo non sapendo a chi o a cosa imputare tali cambiamenti. Non conosco te e la bambina quindi posso solo parlare in via teorica e fermandomi a cogliere qualche segnale dal tuo scritto. E’ possibile che la bambina si senta colpevole della situazione che si è determinata, trasloco dai nonni compreso. Lo confermerebbe la regressione nella minzione. Del resto l’età della tua bambina comporta una visione del mondo e degli affetti egocentrica. Ma tutto questo non deve spaventarti. Se tua figlia avesse la possibilità, per maturazione intellettiva e linguistica, di comunicarti tutte le sue emozioni e la sua sfera affettiva avresti già risolto con il dialogo. Allora devi sforzarti di comunicare con lei alla sua maniera per poterla rassicurare e per farle vivere serenamente la sua età, indipendentemente da quello che accade nella tua vita sentimentale. Nè neuropsichiatra né pedagogista, ma solo un tuo metterti in suo acolto. Come? Falla disegnare, fai con lei giochi di drammatizzazione dandole modo di scaricare, se ne ha, le tensioni emotive accumulate, fatti raccontare i suoi sogni, raccontale favole che le consentano una facile identificazione con personaggi positivi. Ma soprattutto cerca di superare tu una situazione nella quale ti senti a disagio. Nel tuo scritto parli della tua sistemazione presso i nonni come di un accamparsi. L’accamparsi è tuo non certo di tua figlia che dallo stare con i nonni può trarre sicurezza e punti di riferimento importanti. Capisco che possa non farti piacere questa sistemazione e che tu la viva come provvisoria ma non devi trasmettere il tuo disagio a tua figlia che deve avere la percezione che lo stare con i nonni fa parte del suo mondo, della sua vita, insomma è normale. A 3 anni un bambino può affrontare dei cambiamenti se però questi avvengono senza strappi o traumi e qui il tuo ruolo è determinante. Sei tu che devi prepararla ad affrontare i cambiamenti dandogli sicurezza e facendole sentire che ci sei tu ad affrontarli con lei.

Per qualsiasi altro chiarimento non farti scrupoli.

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