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Marò in carcere la posizione di Napolitano, l’Italia chiede “liberate i Marò”

di Mamma Simona

08 Marzo 2012

Marò in carcere   I due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore GironeMarò in carcere

I due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver sparato e ucciso due pescatori indiani mentre si trovavano a bordo del mercantile battente bandiera italiana Lexie, si trovano ancora in carcere.

Dapprima in fermo in regime “di favore” presso le guest house della polizia di Kochi e successivamente di Kollam, sono attualmente detenuti nel carcere centrale di Trivandrum, a seguito dell’ordinanza di carcerazione emessa dal giudice di Kollam, che ha confermato il fermo dei militari italiani.

marò in italia richiesta estradizioneTesi i rapporti fra governo italiano e quello indiano. Il tricolore rivendica la giurisdizione, forte dei principi esposti nel diritto internazionale, trovandosi la Lexie in acque neutrali al momento dei fatti; gli indiani, molto determinati a portare aventi le proprie tesi, affermano di aver diritto a sottoporre i militari alle proprie leggi.

Resta ancora inspiegabile il grave errore commesso dal capitano della Lexie che ha accolto le richieste indiane di abbandonare le acque internazionali per dirigersi nel primo porto indiano, dove sono stati arrestati i due fucilieri della San Marco e dove la nave è stata posta sotto fermo.

Ci auguriamo che al momento opportuno saranno verificate e valutate le responsabilità di tale decisione che hanno ne consentito la degenerazione.

Gli sforzi della commissione interministeriale a cui capo è il sottosegretario Staffan De Mistura, presente in India per seguire in loco la vicenda e tutelare le condizioni dei due militari detenuti, sono ora incentrati su un immediato obiettivo da raggiungere: trovare applicazione pratica alla clausola di ordinanza carceraria, in cui si acconsentiva ad una soluzione alternativa al carcere.

Tra il responsabile del carcere e De Mistura, sostenuto dalla presenza del console generale Cutillo, un acceso dibattito, giacché il direttore indiano avrebbe voluto imprigionare i marò in una cella comune, marò in carcere indiatogliendo loro la divisa militare.

Condizione inaccettabile e rischiosa per l’incolumità deimarò perché li avrebbe messi a contatto con altri detenuti, quando la stampa indiana sta procedendo, dall’inizio della vicenda, con una politica di fomentazione degli animi popolari contro gli italiani che è in realtà una strumentalizzazione del caso per raggiungere consensi popolari che portano voti alle elezioni politiche dei prossimi giorni.

La soluzione provvisoria trovata è stata una costruzione di due stanze (forse parte dell’ospedale interno al carcere) che tenga i militari separati dagli altri detenuti.

Qui ricevono cibo italiano, giornali e generi di prima necessità, per qualche ora al giorno sono visitati dai membri della delegazione che stanno lavorando per ottenere il trasferimento in una delle guest house, che in origine li avevano ospitati, a Kochi o Kollam.

Il primo ministro Chandy si è mostrato piuttosto intransigente verso la vicenda, dando così conferma all’ipotesi della strumentalizzazione politica.

Durante il colloquio telefonico avvenuto tra il nostro Presidente del Consiglio Mario Monti e il Premier indiano Singh è emersa la necessità di trovare nell’immediato una sistemazione alternativa per i marò in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari; Monti ha ribadito che “La giurisdizione è italiana”, affermando che i due marò erano impegnati in una missione internazionale contro la pirateria. Un atteggiamento che non tenga in considerazione questo principio, rischia di mettere a repentaglio le future missioni quanto a efficacia e capacità operativa, creando un pericoloso precedente.

Il Presidente delle Repubblica Napolitano sulla vicenda ha affermato che si debbano evitare incrinature tra i governi italiani e indiani e condurre la pratica con massimo riserbo sul piano giuridico, politico e diplomatico.

Oggi si svolgeranno le ultime perizie balistiche ad opera della polizia scientifica indiana, cui assistono due esperti dell’Arma dei Carabinieri in qualità di “spettatori silenziosi”e il cui referto dovrebbe essere reso noto fra circa una settimana.

Nel frattempo in Italia si succedono tante manifestazioni di solidarietà verso i due marò per quella che viene percepita come una grave ingiustizia.

nastro giallo per marò talianiCentinaia i messaggi sul web al grido-appello “Liberate i due marò!”.

Il nastro giallo che avvolge il Leone, simbolo della San Marco, viene utilizzato nelle bacheche web delle Forze Armate italiane e dei tanti sostenitori, come richiamo di attenzione verso la vicenda.

I due militari erano in missione, ed ora sono stati carcerati da una nazione straniera, un simile atto, in altri tempi, sarebbe stato inteso come una tacita dichiarazione di guerra.

Manteniamo un piano diplomatico in virtù di una soluzione pacifica, ma recuperiamo un po’ di dignità ed evitiamo di farci mettere i piedi in testa.



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