Se si scontrasse con la Terra provocherebbe disastri su scala planetaria. È 2011 AG5, l’asteroide scoperto l’8 gennaio 2011 da Mount Lemmon in Arizona ed ha un diametro di 140 metri. Ma per il momento possiamo dormire sonni tranquilli: la probabilità di impatto, infatti, calcolata dal gruppo di specialisti del Jet Propulsion Laboratory della Nasa a Pasadena è di 1 su 625 ed il giorno del possibile impatto con la Terra sarebbe fra 28 anni, il 5 febbraio 2040.
Nella Scala di Torino (il metodo di classificazione del pericolo di impatto con la Terra da parte di asteroidi e di comete), che usa una scala da 1 a 10, dove 0 è “rischio nullo” e 10 è “collisione certa”, il rischio che, in questo momento, 2011 AG5 ha di scontrarsi con il nostro pianeta è 1, cioè “calcoli e analisi mostrano che le probabilità di collisione sono estremamente basse da non meritare grande attenzione e preoccupazione nella gente comune. Nuove osservazioni molto probabilmente porteranno una riassegnazione al livello 0”.
Le osservazioni e le valutazioni di impatto odierne si basano, però, come ha precisato Detlef Koschny della Divisione missioni nel Sistema Solare del Centro Estec dell’Esa a Noordwijk (Olanda), sullo studio di una parte dell’orbita dell’asteroide, non si ha quindi una completa sicurezza sulle conclusioni alle quali hanno portato i calcoli attuali.
Osservazioni più attendibili si potranno avere nell’autunno 2013, quando 2011 AG5 si troverà più vicino alla Terra, a circa 147 milioni di chilometri. La linea di viaggio degli asteroidi, soggetti alle forze gravitazionali e ai disturbi naturali presenti nel sistema solare, subisce continue variazioni e, nel tempo, potrebbe far salire o scendere il rischio di impatto nella scala di valutazione.