Giaveno, Torino, primissima mattina di oggi: un padre uccide suo figlio, lo fa adoperando un martello con cui ferocemente colpisce il suo ragazzo mentre, ignaro del crudele destino a cui la mano paterna sta per condannarlo, dorme nel suo letto.
I figli sono i frutti belli del ventre delle madri, da noi fioriscono come boccioli rigogliosi ed in noi affondano per sempre le loro sottili, fragili e delicate radici. Il figlio sta alla madre come il gabbiano sta all’aria, l’uccello dispiega le ali e si libera nel cielo leggero e sicuro sapendo: però, senz’aria nessun volo sarebbe possibile.
Un padre può uccidere il figlio per strappare alla madre quelle naturali radici da cui il suo frutto è nato? Per togliere alla donna che ha amato ogni respiro e oscurare per sempre il suo cielo?
La cronaca nera ci consegna storie di crudele violenza in cui l’uomo – padre ferito, tradito, abbandonato o denigrato dalla amante – madre le strappa il figlio, lo uccide per “punirla”.
È accaduto poche settimane fa a Roma in mezzo alla neve di Febbraio Patrizio Franceschelli, 26 anni, ha gettato nel Tevere Claudio, suo figlio di 16 mesi, consegnando ad una morte gelida e disperata.
Oggi a Giaveno Adriano Maero, 47 anni, ha ucciso suo figlio William di 17 anni, lo ha colpito con un martello mentre riposava nella sua casa, nel suo letto, nel suo nido.
Adriano Maero avrebbe agito “per vendetta” verso la moglie; gli inquirenti ritengono che l’uomo abbia inteso punire la donna – madre che secondo il marito – assassino lo tradiva.
Maero come Franceschelli colpiscono i figli per punire le compagne.
L’uomo può giungere ad una tale aberrazione? L’amore leso che si sconta provando il dolore della perdita del bene più grande e vero che una donna possa mai avere? L’amore che porta morte e sangue?
A Giaveno questa mattina tutto parte da una lite tra moglie e marito, la madre, dopo il litigio, esce – sono circa le sei. Dopo un paio d’ore la donna rientrata a casa ma nulla sarà più come prima: il figlio è morto, ucciso dalla collera del padre. “Mi ha ammazzato il figlio, mi ha ammazzato il figlio” – è stato questo l’urlo disperato della mamma privata del suo cuore, del suo futuro, della sua stessa vita. Intanto il marito si era già ucciso, giaceva su una poltrona vicino all’ingresso con un coltello conficcato nell’addome.
La donna è ricoverata in ospedale e versa in stato di choc.