Solitamente si è sempre associato le coliche dei neonati, che generalmente durano fino al terzo mese di vita del bambino, a problemi gastrointestinali.
Ma, nonostante i vari studi sulle cause e sugli effetti di tale problematica, che mette a dura prova i neogenitori, molto spesso resi immuni di fronte all’ incessante pianto del loro piccolo, non è mai stato reso certo il legame che li associava, anzi, una recente ricerca ha attestato un nuovo tipo di relazione associando le coliche all’emicrania della madre.
Il legame che unisce un bimbo alla madre che lo porta in grembo è ben noto, come lo è anche la possibilità di trasmissione degli stati d’animo degli stessi; questa nuova straordinaria scoperta ne rimarca ancor di più l’unione, anche se non proprio per cause felici.
I neurologi dell’ University of California di San Francisco hanno così di fatto dimostrato che ogni donna sofferente di emicrania ha il doppio delle probabilità di avere un figlio che soffra di coliche.
Questo perché, come spiega il neurologo pediatrico Amy Gelfand, autrice della scoperta:
“I bambini con coliche possono essere più sensibili agli stimoli del loro ambiente così come lo sono coloro che soffrono di emicrania. Essi possono avere più difficoltà nell’affrontare nuovi stimoli dopo la nascita”.
La ricerca ha inoltre attestato che le coliche possono essere dei chiari segni che anticipano future manifestazioni di emicrania in età adulta, ossia i neonati sofferenti di coliche hanno buone probabilità di avere continui mal di testa una volta raggiunta l’ età della maturità.
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