Belen Rodriguez: da Sanremo 2011 a Sanremo 2012, passando per il video hard, per le foto dalle Maldive sino al dolore dell’aborto … un anno di acceso e vivo interesse mediatico: vittima o protagonista di gossip e scandali?
In un’intervista a Vanity Fair, con copertina senza veli dinnanzi alla macchina fotografica di Giovanni Gastel, Belen Rodriguez svela i retroscena ed i segreti di questo suo anno complesso e ricco.
Il video hard ha scosso le coscienze? Avrebbe dovuto perché ha di fatto dimostrato che una qualunque persona comune può essere “stuprata” dalla rete e violata delle proprie intimità. Diversamente il girato intimo di Belen ha attratto l’utenza e i fans non per la portata lesiva del fatto ma per la “forza” delle immagini … tutti hanno cercato, visto, spiato e avuto Belen.
Possedere una donna e la sua intimità dovrebbe essere un atto “vigliacco” se e quando quella donna non ha voluto, cercato né determinato il possesso di cui si beneficia. È violenza anche il possesso di un video sul personal computer, sulla rete o sul cellulare? In linea di principio SI, lo è!
Belen nella sua intervista a Vanity Fair dichiara, riferendosi proprio al video: <<Quella è stata una violenza che mi ha stroncato.>>
Aggiunge che è stata lesa la sua intimità perché la sessualità, diversamente dalla sensualità, è cosa intima. E questo è vero!
Tuttavia va sottolineato il fenomeno della moderna spettacolarizzazione della sessualità: oggi alcune donne della televisione scelgono di stupire solo provocando con l’uso del corpo. Tale “abuso” della bellezza in chiave meramente sessuale ha un effetto evidente: quello di assottigliare il limite tra atteggiamento sensuale e comportamento sessuale.
Ed ecco che creano confusione tra erotismo e volgarità certe effusioni amorose finite in prima pagina, certe parti intime (comprese alcune farfalline) scoperte senza pudore, certi vestiti indossati per scoprire più che per esaltare il bel corpo.
Proseguendo nella sua confessione a Vanity Fair, Belen dichiara: << All’inizio della storia con Fabrizio (ovvero il noto Corona), a volte, nascondevo una telecamera prima di fare l’amore>>.
Riprendere la propria intimità non è reato, è una lecita “perversione” che rivela un profondo “narcisismo”, poco senso del pudore e poche inibizioni. In vero l’occhio della telecamera è un “piacere” che affascina i giovanissimi più che le persone mature; rivedere se stessi vuol dire, infatti, scoprirsi, criticarsi, apprezzarsi e di conseguenza conoscersi. Un adulto normalmente si conosce sufficientemente e non sente l’esigenza di apprezzare se stesso rievocando in video le proprie performance. Di solito nel mondo dei grandi il sesso è incontro d’anime e intenzioni, scambio d’energie e affetti e la sua profonda intimità esclude ogni esibizionismo.
È bene, tuttavia, far tesoro della vicenda Belen e dissuadere le donne, in modo particolare quelle giovanissime e piene di “iniziativa”, dal lasciare tracce compromettenti dei propri amori.
L’uomo è vendicativo, può divenire meschino o cattivo; la rete è libera e, impropriamente usata, può divenire incontrollata ed incontrollabile.
Dunque giustificare l’uso della webcam come gioco erotico è sconsigliabile, quantomeno è preferibile evitare di lasciarsi alle spalle peicolosi ricordi.