La Chiesa e il pagamento dell’ Ici
Dopo mesi di polemiche per delle decisioni considerate da molti troppo eccessive, ecco un altro tema che divide.
Che si sia religiosi o laici, questo è un tema che da sempre ha diviso l’ opinione pubblica, mette l’ accento su quanto e come la Chiesa, nonostante non sia un partito o una istituzione statale, abbia il suo ben definito peso politico e economico.
Di fatto l’istituzione Chiesa usufruisce di alcuni privilegi dinnanzi ai quali la domanda più diffusa è solo una: “E’ giusto che ne benefici?”
Il professor Monti ha proposto un emendamento: consiste nell’ abolizione dell’ esenzione dell’ Imu (attuale versione della vecchia Ici) di cui la Chiesa usufruisce per tutti gli immobili in suo possesso ma sfruttati per attività commerciali, modificando quindi la tipologia di tassazione ad essi applicati.
Tale emendamento è stato accolto positivamente anche da J. Almunia, portavoce del Commissario Ue alla Concorrenza, che ha definito la proposta un sensibile progresso che meriterà la dovuta attenzione una volta approvato.
L’ Ue ha accolto bene questa proposta che porta avanti il contenzioso che l’ Italia ha con Bruxelles dal 2007, quando, dopo ben due archiviazioni, è stato riaperto nel 2010 per valutare l’ entità delle agevolazioni di cui la Chiesa gode in Italia e potrebbero essere intese come aiuti di Stato illegali.
Ma come si sono espressi i nostri politici?
L’ idea lanciata dal Governo ovviamente ha scatenato il solito scambio di opinioni contrastanti, come del resto è lecito che sia, portando alcuni esponenti dell’ Udc, Pdl e Pd ad accusare il Governo di “rigurgiti anticlericali”, anticipando che non staranno fermi a guardare ma che esprimeranno il loro disappunto. Antonio Mazzocchi, esponente classe ’38 del Pdl, ha addirittura dichiarato come, a suo parere, sarebbe assurdo applicare questa tassa agli oratori ma non alle “saune gay”; una dichiarazione sicuramente di forte impatto e che creerà scalpore.
Non tutti gli iscritti a questi partiti si dicono però concordi coi loro colleghi, anzi alcuni come G. Rotondi del Pdl dichiara di essere favorevole alla proposta di Monti; è dello stesso avviso il collega C. Giovanardi, a patto che la stessa tipologia venga applicata anche per gli immobili dei Sindacati e per quelli dell’ Arci (Associazione Ricreativa Culturale Italiana).
Anche A. Alfano, Segretario del Pdl, non boccia a priori la proposta, ma dichiara che valuterà, senza pregiudizi, le norme del Governo se non fossero punitive nei riguardi della Chiesa.
Favorevole senza remore è il Presidente del Senato R. Schifani, che si dice certo che non sarà l’ attuazione di nuove norme tributarie a mettere a rischio i rapporti tra Chiesa e Stato Italiano.
Anche P. Casini dell’ Udc e Niki Vendola sono favorevoli all’ idea avanzata dal Professor Monti e l’ esponente pugliese, da cattolico praticante, aggiunge: “Il precetto evangelico del dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare, non a caso fa riferimento al tema dei tributi”.
Questa resta comunque ancora solamente un’ ipotesi, in quanto il Governo non ha ancora reso noto il definitivo testo del provvedimento e questo fa dubitare alcuni sulla sua eventuale reale attuazione. Qualunque siano i dettagli ufficiali, si dà per certo che la Chiesa e gli Enti non lucrativi pagheranno di più in confronto alle tasse sinora versate nelle casse dello Stato.
La cifra stimata dall’ Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) è quella di circa 600 milioni di euro, anche se non hanno nascosto il disappunto per non essere stati coinvolti attivamente nella decisione, essendo l’ associazione che gestisce direttamente questo tipo di tassazione, mentre invece la commissione per le agevolazioni fiscali ha stimato come somma da recuperare, in caso di pagamento, la cifra di circa un centinaio di milioni. Somma non esagerata se pensiamo che qualche anno fa erano stati calcolati circa 50 – 60 milioni di euro per la sola città di Roma, quella nella quale, ovviamente, si concentrano la maggior parte dei beni ecclesiastici.
Al momento i dati non sono certi e queste sono solamente delle stime ipotetiche, quello che le renderà ufficiali sarà la decisione della percentuale di pagamento da applicare a questi immobili, solo allora si potrà mettere nero su bianco gli introiti ricavati.
Ora resta solo da vedere se il professor Monti riuscirà a far approvare la sua proposta o se, a torto o a ragione, a seconda dei punti di vista, la Chiesa riuscirà a far valere nuovamente tra le righe il suo potere decisionale.