Dopo la nascita, il bambino viene sottoposto ad una serie di controlli. Tra questi, il neonatologo effettua l’esame dei cosiddetti riflessi del neonato, cioè di quell’insieme di riflessi arcaici primari, istintuali, di cui dispone il neonato alla nascita e che gli assicurano la sopravvivenza nel nuovo ambiente al di fuori dell’utero.
Questi riflessi sono risposte innate, automatiche e involontarie, e la loro presenza è indispensabile in questa prima fase della vita; ma lo è anche la loro assenza superati i 6/12 mesi di età. La loro permanenza infatti potrebbe essere un segnale d’allarme di sofferenza neurologica. Spetterà al pediatra, durante i controlli ai quali sottopone il neonato nel corso delle visite programmate, accertare la presenza e l’intensità di questi riflessi e verificarne la scomparsa in corrispondenza del progressivo sviluppo del sistema nervoso e motorio del bambino.
Il Riflesso di prensione palmare. Il neonato è in grado da subito di afferrare qualsiasi oggetto gli venga messo nelle manine: basta sfiorare il palmo della sua mano e automaticamente essa stringerà quello che lo ha sfiorato, dito o oggetto che sia. Inoltre, il bebè riesce anche ad aggrapparsi ad un appiglio per qualche secondo. Verso i 3-4 mesi di vita, questo riflesso diventa volontario.
Il Riflesso di suzione (o Riflesso di rooting). E’ uno dei riflessi più primitivi ed è già sviluppato nella vita prenatale. Non è insolito, infatti, nel corso di una ecografia, vedere il bebè succhiare il proprio pollice. Subito dopo la nascita, questo riflesso serve al neonato per rispondere alle sue esigenze nutritive: è sufficiente, ad esempio, sollecitargli la guancia o l’angolo della bocca con il capezzolo per far voltare il bambino verso il punto di contatto ed iniziare così a succhiare il latte. Questo riflesso scompare solitamente intorno al terzo-quarto mese di vita.
Il Riflesso palmo-mentoniero (o riflesso di Babkin). Se viene stimolato il palmo della mano alla base del pollice il neonato contrae il mento.
Il Riflesso di Moro. Un rumore improvviso, un movimento inaspettato o la sensazione di cadere attivano nel neonato questo riflesso (chiamato così dal nome del medico tedesco – Ernst Moro – che per primo lo studiò). Egli assume la tipica posizione a braccia spalancate, flette il capo all’indietro e solleva le gambe unendo le piante dei piedi. Di solito, a questa reazione segue il pianto del neonato. Si pensa che questo riflesso abbia lo scopo di mantenere una stretta vicinanza con la madre e tende a scomparire spontaneamente dopo il secondo-terzo mese di vita e comunque non oltre il sesto mese.
Il Riflesso tonico del collo (o Riflesso tonico asimmetrico cervicale). È anche chiamato “posizione di scherma” e si riferisce alla posizione che assume abitualmente il neonato quando sta supino, a pancia in su: se il capo viene ruotato a destra il bambino distende l’arto superiore destro e flette il controlaterale; viceversa se il capo viene ruotato a sinistra.
Il Riflesso di marcia automatica. Sostenuto per le ascelle in posizione verticale e poggiato su una superficie, il bambino comincia automaticamente a camminare. Questo riflesso si presenta dopo i primi due mesi di vita e scompare con il progredire delle capacità di movimento del bambino. Svolge la funzione di preparare il bambino alla deambulazione volontaria.
Le informazioni mediche riportate sono tratte da <<La Grande Enciclopedia del Bambino>>