Melania Rea – chi ha ucciso questa giovane donna e mamma?
Ad oggi l’indice degli inquirenti punta solo su Salvatore Parolisi, marito bugiardo e traditore, amante disonesto e meschino, padre assente nel giorno della nascita della figlia, ed ora persino frequentatore di trans.
Uno degli ultimi elementi emersi dalle indagini è esattamente questo: Salvatore Parolisi avrebbe chattato con diversi transessuali, ciò emergerebbe dai riscontri effettuati sui personal computer usati da Melania e Salvatore.
Presumibilmente nessun incontro fisico sarebbe mai avvenuto tra Parolisi e questi soggetti. Tuttavia i trans contattati da Salvatore sarebbero stati inseriti nelle indagini sul caso Rea e controllati: gli inquirenti escludono ogni loro possibile coinvolgimento nell’omicidio. I cellulari dei transessuali contattati da Parolisi e scoperti attraverso le tracce web dai Ros di Roma, sono stati mappati ed è stata assolutamente esclusa la possibilità che si trovassero nei luoghi della morte di Melania al momento dei fatti.
Parolisi è dunque un pluri traditore (oltre la presunta amante ci sarebbero state un’altra ragazza e forse una “scappatella” durante una missioni in Afghanistan), un bugiardo impenitente ed un uomo affascinato dai transessuali, ma è anche un assassino? L’ex caporal maggiore dell’esercito italiano dice “No”, dinnanzi alle accuse nega, smentisce e si oppone alla ricostruzione degli inquirenti.
Su di lui pesa, tuttavia, l’ombra del sospetto: secondo l’accusa sono indizi gravi e concludenti quelli che suggeriscono la presenza di Parolisi sulla scena del delitto e che lo designerebbero come l’unico assassino della moglie.
Nella bocca di Melania il Dna di Salvatore, sul suo corpo un bulbo pilifero (riconducibile ad un capello) del marito, sulla scena del crimine tracce di scarpe da uomo la cui calzata sarebbe compatibile con il piede del Parolisi.
Il Professor Emiliano Giardina, docente di genetica all’università di Roma Tor Vergata, attuale consulente di Parolisi smonta l’impianto accusatorio: il Dna di Salvatore così come repertato nella bocca di Melania potrebbe essere stato depositato sulle labbra della moglie anche molte ore prima del delitto. Nessuna tecnica scientifica può determinare con certezza il momento in cui quella traccia si è realmente costituita ed è impossibile ricondurre quell’indizio al momento della morte.
- Dunque non c’è stato nessun bacio della morte, né alcuna mano pressata sulla bocca di Melania mentre esalava l’ultimo respiro?
Sui vestiti di Parolisi (quelli che consegnò agli inquirenti e che indossava nel giorno della scomparsa) non ci sono tracce del delitto, non c’è dunque sangue. E, secondo la difesa, non è stata adoperata dall’assassino la fontanina accanto alla casupola di Ripe, ipotesi, questa, che, invece, rientra nella ricostruzione operata dall’accusa.
- Per tanto Parolisi non si sarebbe lavato accanto al corpo della moglie appena uccisa, né lì si sarebbe cambiato d’abito?
Inoltre Melania non avrebbe avuto cognizione piena dei tradimenti del marito. La difesa sostiene, infatti che la donna avrebbe creduto alla versione fornitale dalla presunta amante durante una conversazione telefonica. La presunta amante del marito avrebbe persuaso Melania del fatto che erano solo amici e che tra di loro vi sarebbe stato un semplice bacio, nulla di più. Stando alla ricostruzione fornita dalla giovane donna, inoltre, nessuna telefonata di minaccia avrebbe avuto luogo tra lei e la moglie dell’ex caporal maggiore.
- Quindi il movente della gelosia vacillerebbe?
E se Melania avesse scoperto dei trans o del prossimo weekend del marito con l’amante?
Di fatto Parolisi accede per l’ultima volta al sito attraverso cui parlava con i transessuali in data 20 Aprile ed è il giorno del ritrovamento di Melania; Salvatore entra in quel luogo web alle 12:00 forse solo per cancellare qualche contatto.
Cosa vorrebbe nascondere anche questa volta?