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Adriano Celentano a Sanremo 2012: spot pubblicitario e compenso, critiche e polemiche

di Federica Federico

08 Febbraio 2012

Adriano Celentano riceverà un adriano celentano a sanremo 2012: spot pubblicitario e compenso, critiche e polemiche compenso di 750.000 euro totali per le sue performance sul palco del festival di Sanremo. È polemica: troppo il danaro concesso per retribuire il cantante?

Vuole uno spot provocatorio. Viene criticato: è troppo estremo attrarre sfidando l’interesse del pubblico?

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.

A ricordarlo è Adriano Celentano … non lo ha detto, no … lui, il celebre “Molleggiato” non necessita di parole, è un artista che fattivamente persegue, dimostra e mette in essere principi e valori importanti e sfortunatamente spesso trascurati).

Repubblica vuol dire cosa pubblica, cosa di tutti, proviene etimologicamente dal latino, precisamente porta in sé i termini res e publica. La repubblica non è un oggetto o una “cosa immateriale e statica”, essa è una vitale e pulsante scelta istituzionale che richiama democrazia, eguaglianza e libertà.

Celentano, tra molte polemiche, sale sul palco dell’Ariston e in nome della sua enorme ed indiscussa fama rivendica un uso libero ed autonomo del dello strumento televisivo.

L’artista sarà svincolato dagli autori e dalla produzione del Festival, durante i suoi spazi potrà invitare chi vorrà e sarà padrone di gestire senza nessun veto o legaccio le sue apparizioni. Anche gli spot pubblicitari per promuovere la sua presenza al festival potranno essere autonomamente ideati da Celentano stesso. E pare che già stia creando problemi uno spot molto provocatorio in cui Adriano Celentano inviterebbe gli italiani a cambiare canale rievocando una celebre performance televisiva di molti anni fa:

Celentano prenderà un compenso di 750.000 euro totali.

Questi soldi … tantissimi soldi … sono oggi la pietra dello scandalo: adriano celentano a sanremo 2012lo scandalo “Celentano a Sanremo costa troppo”.

Ebbene – aggiungendo solo come inciso che la cifra è stata promessa in beneficenza – personalmente faccio una riflessione ulteriore (forse estrema e certamente provocatoria): il “Molleggiato” è parte integrante della storia della cultura italiane, svolge con maestria e professionalità un lavoro estremamente variegato e per nulla facile.

Lui è un cantante e fa da sempre ottima musica; non solo, Celentano fa anche informazione, usa le proprie apparizioni pubbliche per promuovere e divulgare messaggi sociali che (condivisibili o meno) pungolano le coscienze e stimolano la riflessione. Questa, per chi non lo sapesse o volesse fingere di non saperlo, è cultura e di fatto la cultura vive di lavoro stratificato negli anni, costruito nel tempo con passione e sacrificio. Il lavoro dovrebbe sempre avere un giusto prezzo.

Forse è scandaloso che Celentano guadagni tanto ma non meno scandalosi sono tanti altri compensi. Che dire dei guadagni percepiti dai calciatori o dalle soubrette? E non meno scandaloso è che Monti non guadagni nulla, pagando in termini “personalissimi” lo scotto del discredito della politica che dovrebbe nascere come aspirazione del cuore e non come mestiere. Senza aggiungere che l’ “assistenza di Monti all’Italia” avviene mentre molti “politici di professione” ancora siedono sugli scanni parlamentari e percepiscono il loro aureo compenso.

Insomma il danaro – tanto più in tempo di crisi – è sempre capace di fare e dare scandalo.

Giusto sarebbe legare il valore dei soldi al valore del lavoro inteso come professionalità, produttività e competenza. Il lavoro genera sempre una produzione materiale o intellettuale, artistica o culturale, da beneficio all’individuo e tendenzialmente dovrebbe accrescere la società. Il danaro è di fatto (e dovrebbe divenire di diritto) il risultato di questa produzione operosa dell’uomo. È triste che non sia più così!

Viviamo in un’epoca di svalutazione del lavoro, di produzioni sommerse, di fatica “rubata” e ottenuta non ripagando le capacità produttive di chi presta il lavoro ma comperandone il bisogno oggettivo e spicciolo di vivere.

Mai crisi fu peggiore di quella che stiamo vivendo e mai il danaro fu un problema tanto capillare e doloro. Dinnanzi al dilagare del dissesto economico è innegabile che il compenso di Celentano faccia discutere … il danaro oggi deve far discutere ed, anzi, è auspicabile che il ragionamento sui compensi si estenda a macchia d’olio.

Non sbaglia, dunque, Gianni Morandi quando , in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi, afferma: “Non si risolvono i problemi sparando sugli artisti. Con tutto quello che succede nel mondo della politica, non possono prendersela con Celentano, uno che da 50 anni accompagna gli italiani con canzoni, cinema e modo di fare spettacolo”.

 



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