Il Carnevale di Ivrea è talmente particolare che è stato riconosciuto “manifestazione italiana di rilevanza internazionale” dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1956.
Tale onorificenza è assegnata per il carattere storico che lega la città all’evento.
Il Carnevale di Ivrea è storico, si connota di un intreccio di rievocazioni e leggende vissute dai cittadini con uno spirito intenso e di forte partecipazione.
La rievocazione storica, che funge da perno attorno al quale si snoda il Carnevale, richiama un episodio medioevale che ha per protagonista la giovane e coraggiosa figlia di un mugnaio, che si ribella al Signore della città, un barone tiranno che affama la popolazione, sottraendosi allo jus primae noctis, e decapitando il barone, evento da cui scaturì la rivolta popolare.
A fianco della bella Mugnaia, impersonata da una fanciulla di Ivrea, prende posto il Generale, che sovraintende al corretto svolgimento della festa. Egli è accompagnato dal suo Stato Maggiore Napoleonico: Ufficiali a cavallo e belle Vivandiere.
Altri personaggi storici sono contemplati: il Sostituto Gran Cancelliere, il Magnifico Podestà garante della libertà cittadina, il Corteo con le Bandiere dei Rioni rappresentati dagli Abbà ed i Pifferi e Tamburi.
Si sposano tradizione e storia medioevale che celebrano ogni anno la vittoria della città che raggiunse l’autodeterminazione.
Cittadini e visitatori nei giorni “hot” della manifestazione (Giovedì, Venerdì e Sabato Grasso), indossano un cappello rosso simile ad una calza, simbolo di partecipazione alla rivolta a favore della libertà.
Battaglia delle arance:
Nel secondo dopoguerra vennero stabilite regole.
Attualmente la battaglia si svolge nelle maggiori piazze tra squadre sul carro trainate da tiratori (simboleggiano le armate del feudatario) e squadre di arancieri a piedi (il popolo ribelle).