Le testimonianze che aggravano la situazione del comandante Francesco Schettino, reo di aver causato il naufragio della nave da crociera Costa Concordia la notte del 13 gennaio 2012, continuano ad arrivare copiose.
Il medico di bordo lo ha definito “non lucido” la sera del disastro, alcuni membri dell’equipaggio e i passeggeri lo hanno definito “alticcio”, altri invece “codardo” per aver abbandonato la nave prima che tutti fossero messi in salvo.
Insomma a tre settimane di distanza dal naufragio, il comandante è apparso agli occhi di tutto il mondo come una persona vile e bugiarda.
Ultima testimone, ma ritenuta tra le più importanti ai fini di ricostruire ciò che accadde quella notte in plancia di comando prima e dopo l’urto con lo scoglio, è stata Domnica Cemortan. Interrogata per circa sei ore lo scorso mercoledì, presso la stazione dei carabinieri di Marina di Grosseto, la ragazza moldava 24enne ha raccontato la sua “versione dei fatti”.
Ha confermato la sua presenza in plancia quella notte, come aveva già affermato il commissario di bordo Manrico Giampedroni anche lui presente, la cena a lume di candela nel “Ristorante Milano” situato sulla nave, il cui filmato girato da un turista è ora al vaglio degli inquirenti, e ha dissolto il mistero sul perché, nonostante fosse un passeggero regolarmente registrato e con tanto di biglietto, non avesse una cabina assegnata.
Domnica era ospite presso la cabina dello stesso Schettino. Per confermare ciò gli inquirenti le hanno mostrato una valigia e un beauty-case ritrovato, lo scorso 21 gennaio, nella suddetta cabina, perlustrata dai sommozzatori per recuperare la cassaforte e i documenti del capitano. La 24enne ha riconosciuto i suoi oggetti personali e ha motivato la loro, nonché la sua presenza in quella cabina basandosi sull’amicizia che la lega a Schettino, dichiarando:
“Ero lì perché sono innamorata di Schettino”.
Un’affermazione che forse si aspettavano un po’ tutti ma che fa sorgere alcuni dubbi.
Infatti la Cemortan è una dei pochi presenti all’incidente che continua a difendere il capitano affermando “Lui è un eroe ingiustamente accusato, ha salvato centinaia se non migliaia di persone”.
Saranno parole affidabili oppure la sua ricostruzione dei fatti può essere definita non obiettiva?