Interrotte definitivamente le ricerche subacquee all’ interno del Costa Concordia perché “Sono venute meno le condizioni operative di sicurezza”.
La decisione è stata annunciata ieri dalle forze dell’ ordine impegnate nelle operazioni di ricerca e recupero dei dispersi, decisione confermata poi da commissario delegato all’emergenza, Franco Gabrielli, che ha informato i familiari e le ambasciate delle persone risultanti ancora nell’elenco dispersi (gli ultimi dati ufficiali ne contano 16).
Purtroppo, a causa dei continui spostamenti della nave, aumentati nelle ultime ore a causa del mal tempo, sono aumentati i rischi per i sommozzatori che, fino ad ora, hanno setacciato il relitto, lavorando in spazi ristretti, a volte bloccati dagli oggetti in essa ancora contenuti, che limitano di molto i movimenti e renderebbero difficoltosa un’eventuale fuga al momento del bisogno.
Da oggi in poi dunque, quando verrà data la conferma ufficiale di tale notizia da parte del Comitato consultivo della struttura del commissario per l’emergenza, le squadre di soccorso, per quanto riguarda la parte immersa del Concordia, verranno sostituite dai robot della marina mentre continueranno ad operare nella parte emersa.
Intanto continuano le indagini.
Ieri, presso la procura di Grosseto, si è svolto l’interrogatorio, durato oltre 8 ore, di Roberto Ferrarini, responsabile dell’unità di crisi della Costa. Il primo rappresentante della compagnia Costa ad essere ascoltato come persona informata sui fatti.
Gli inquirenti, attraverso la deposizione di Ferrarini, hanno voluto ricostruire le tre telefonate svolte tra lo stesso test e il comandante Francesco Schettino, attualmente principale indiziato del naufragio. Secondo tale testimonianza è emerso che Schettino non fu chiaro con la compagnia sulla reale gravità del disastro e che dichiarò al telefono che tutto procedeva in modo regolare. Chiese inoltre a responsabile della Costa di concordare un’ eventuale versione da fornire alle autorità:
“Mi chiese di condividere con me la posizione da tenere con l’autorità – afferma Ferrarini – che evidentemente gli richiede cosa è accaduto. Asserisce di avere l’intenzione di dichiarare che la nave aveva prima subito un black out a seguito del quale aveva urtato un basso fondale. Ho rifiutato immediatamente tale possibilità intimandogli di dire esattamente come i fatti sono occorsi anche alla luce dell’oggettiva impossibilità a sostenere posizioni differenti“.
Dunque continuano ad aumentare le accuse contro il comandante della Costa Concordia, attualmente agli arresti domiciliari presso la sua casa a Meta di Sorrento (NA), incalzate anche dalle dichiarazioni, rilasciate in un’intervista al quotidiano di Napoli “Il Mattino”, del medico di bordo, il tenente di vascello Gianluca Marino Cosentino, che afferma di aver notato, la sera del naufragio, che il comandante “fosse scosso e non più lucido”, restando poi stupito di vederlo sul molo a mezzanotte già in borghese.