L’annuncio ieri da parte di Gabrielli, il capo della Protezione Civile incaricato di curare l’emergenza all’ isola del Giglio, sui tempi di rimozione del relitto, stimati tra i 7 e i 10 mesi circa, ha messo in agitazione gli isolani.
Preoccupati non solo di un incombente disastro ambientale, i gigliesi si sono riuniti, nella serata di ieri, in un comitato per discutere, assieme al sindaco Sergio Ortelli, sul futuro incerto del loro paese e del loro mare.
Infatti, preoccupati dall’arrivo di alcune disdette di prenotazioni, gli abitanti del Giglio temono un calo turistico per la prossima stagione estiva, conseguenza dell’aumento dei rifiuti che la nave comincia a riversare in mare. Non stiamo parlando di carburante né di sapone, ma di tutti gli oggetti fino ad ora stipati nella nave e che cominciano a depositarsi sul fondo: piatti, materassi, abiti, letti, etc.
Inoltre il continuo via vai in mare dei mezzi di soccorso rende poco accessibile il porto, l’unico accesso a tutta l’isola.
Con queste lamentele non si vuole di certo sminuire l’importanza dell’eccellente lavoro svolto dalle forze dell’ordine attorno al relitto arenato, ma semplicemente chiedere un ulteriore accelerazione dei tempi, in modo tale che, come ammettono gli stessi abitanti dell’isola, non si sommi la tragedia al disastro:
“Vogliamo la rimozione della nave Concordia dal nostro porto il prima possibile. Vogliamo solo conoscere i tempi esatti di rimozione del relitto. Noi abbiamo aiutato i naufraghi della Concordia con il cuore. Ora però da salvatori vogliamo essere salvati”.
A rimarcare questo messaggio rivolto a Gabrielli, il comitato Liberi cittadini del Giglio ha affisso uno striscione fuori dall’ Hotel Bahamas, un chiaro richiamo all’ormai famoso comando di Gregorio De Falco, capo della Sezione Operativa della Capitaneria di Porto di Livorno.