Dopo gli allarmi degli scorsi giorni, in cui si sono verificati terremoti di diverse entità ma che hanno investito una zona vasta del nord Italia, sono questi i momenti dei bilanci, dei controlli e delle verifiche.
L’ultimo dei due che maggiormente si sono fatti sentire è stato quello verificatosi venerdì 27 gennaio quando mancavano pochi minuti alle 16:00. Si è trattato di una scossa di terremoto di magnitudo 5.4 avvenuta ad una forte profondità, circa 60 chilometri, elemento che ha contribuito a contenere l’effetto e la manifestazione in superficie, ma che di contro ha interessato una vasta zona rispetto all’Appennino Parmese, identificato come l’epicentro del sisma.
Tanto per riportare un esempio, la profondità del terremoto che colpì l’Aquila riportando conseguenze devastanti, era di soli 7 chilometri.
La magnitudo della zona interessata è elevata, in teoria potrebbe manifestarsi fino a 6 gradi della scala Richter e lo sciame sismico è imprevedibile, dunque permane l’incertezza sulla possibilità di altri fenomeni in un prossimo futuro.
Nel frattempo si sono registrate scosse di assestamento, per lo più non avvertite dalla popolazione.
La protezione civile e gli esperti sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno sottolineato che quest’ultimo terremoto è un evento sismico indipendente da quello verificatosi due giorni prima con altro epicentro.
Subito sono scattati i programmi di controllo e verifiche.
La popolazione non è stata colpita, qualcuno ha riportato ferite lievi causate per lo più da contusioni durante la fuga o lievi attacchi di panico per la paura.
Adottando un protocollo di precauzione alcune amministrazioni hanno deciso di chiudere le scuole a scopo preventivo, come nel Parmense e nel Reggiano, mentre nell’immediatezza dell’evento, alcuni edifici e scuole sono stati fatti evacuare, tra questi la Borsa di Milano.
Alcune strutture hanno riportato danni, si tratta per lo più di edifici storici e chiese, notoriamente con strutture più fragili rispetto a costruzioni più recenti, anche altre costruzioni (sette scuole a Carrara) sono state dichiarate inagibili.
Dopo un primo pensiero che corre all’integrità della popolazione e all’agibilità degli edifici, un secondo pensiero riguarda la conservazione dei beni artistici che possano aver subito qualche danno. La premura è quella di correre ai ripari per limitare i danni.
La zona dell’appennino parmense non è vergine a eventi sismici profondi, benché per lo più non vengano percepiti dalla popolazione.
Sicuramente la velocità con cui viaggiano le informazioni, grazie ai mezzi mediatici come internet, ha contribuito da una parte al diffondersi di news in tempo reale, dall’altra ad alimentare una sorta di panico che ha generato preoccupazione nella gente.
I terremoti non si prevedono e dunque la spada di Damocle pende sempre sulle nostre teste, ma d’altra parte gli edifici di recente costruzione dovrebbero seguire un protocollo antisismico che contribuirebbe a limitare i danni.
L’imprevedibilità e l’incertezza spaventano a ragione ed è anche giusta una certa forma di prudenza e precauzione in barba alla spavalderia ostentata, ma la linea più morbida, quella che cerca di mediare tra gli eccessi, è, forse, quella da preferire.
In molte zone agli eventi straordinari delle scosse sismiche, è seguito un evento naturale tipico di questi giorni, notoriamente conosciuti come i giorni della merla, i più freddi dell’anno: molti paesi si sono svegliati imbiancati da una discreta quantità di neve scesa nella notte e che in alcuni casi ha continuato a cadere anche durante il giorno.