Le notizie sul naufragio della nave da crociera Costa Concordia si susseguono e vengono aggiornate di ora in ora.
La ricerca dei dispersi; l’ inchiesta avviata dalla procura di Grosseto sulle eventuali responsabilità; la viva testimonianza dei sopravvissuti, che con i loro filmati attestano le scene di panico avvenute in quelle concitate ore della notte tra venerdì 13 e sabato 14 gennaio.
In Italia è di questo che si parla ormai da 7 giorni, peccato però che non sia lo stesso nel resto del mondo. In questi giorni infatti sono giunti sull’isola del Giglio (GR) giornalisti provenienti da tutto il mondo (tedeschi, giapponesi, francesi, norvegesi, etc.) che, oltre a raccontare una catastrofica vicenda che li riguarda anche da vicino (molti passeggeri del Concordia, sopravvissuti e dispersi, erano di origine straniera), continuano ad emettere giudizi sulle cause dell’accaduto, canalizzando molti dei loro commenti sulla figura del comandate Francesco Schettino.
Le colpe addossate al capitano del Concordia sono ormai note a tutti, la telefonata avvenuta quella tragica notte tra lui e il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, Gregorio De Falco, che gli intima di risalire a bordo, è stata tradotta e trasmessa in tutto il mondo, suscitando sdegno ma anche molta ilarità.
Ne sono state ricavate delle vere e proprie vignette satiriche, e l'”onta” della telefonata è giunta persino nel lontano Giappone, i tg nipponici l’hanno trasmessa con tanto di sottotitoli. Non sono mancate le ricostruzioni ironiche dell’accaduto; A Taiwan Francesco Schettino diventa capitan codardo in un cartone animato 3D che ha come assoluto protagonista il comportamento ritenuto vile di Schettino.
Devo ammettere che nel vederlo ci ho riso anch’io ma poi, all’affermazione di un giornalista norvegese, intervistato da uno dei nostri principali tg, che la guida e il comportamento del comandante è stato “tipicamente italiano”, beh, l’ilarità è scomparsa del tutto dando spazio al dubbio:
Ma l’immagine globale degli italiani è davvero così pessima? … Io mi ribello e rispondo di NO!
Cari giornalisti stranieri, è vero, il comandante Francesco Schettino ha le sue colpe, ha commesso una “spacconata” creando una tragedia dalle colossali dimensioni, ma perché si deve fare di tutta l’erba un fascio? L’Italia che traspare da questa vicenda non è solo l’ Italia codarda, quella che scappa di fronte alle difficoltà.
È l’Italia che lotta, quella che, nella veste di decine di soccorritori, da 7 giorni cercano incessantemente i dispersi, sopra e sotto l’acqua, dentro e fuori la nave.
È l’Italia della solidarietà che, attraverso gli abitanti dell’isola del Giglio, continuano a fornire un servizio di ristoro, conforto e di materiale ai sopravvissuti, ai familiari dei dispersi, alle forze dell’ordine impegnate nelle operazioni di recupero e persino a voi giornalisti, al quale hanno servito una provvisoria sala stampa ricreata all’interno di un bar.
Questa Italia deve trovare spazio, lustro e conforto nell’informazione, anche in quella più colpevolista e ciò serve ad evitare che l’eventuale responsabilità di un singolo investa tutti!