C’è chi lo ha vissuto, chi ne ha solo sentito parlare, chi spera di non viverlo mai.
Parliamo del terremoto, quell’improvvisa e rapida scossa o vibrazione della crosta terrestre, provocata da uno spostamento improvviso della massa rocciosa nel sottosuolo.
Il nostro è un Paese ad elevato rischio sismico. Perché?
Il rischio sismico è determinato dalla combinazione di tre fattori: la pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione. Riferiti all’Italia possiamo dire che il nostro territorio ha una pericolosità sismica medio-alta (per frequenza e intensità dei fenomeni), una vulnerabilità molto elevata (per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi) e un’esposizione altissima (per densità abitativa e presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo).
Purtroppo i terremoti non si possono prevedere, ma quel che si può fare è cercare di limitarne i danni nel caso in cui se ne verificasse qualcuno.
Innanzitutto sarebbe bene rendere sicura la propria abitazione. Molte delle vittime di un terremoto infatti non sono dovute al crollo di un edificio, bensì al ferimento con un oggetto presente nella propria casa che si rompe o cade in seguito al terremoto.
Che fare allora?
– allontanare i mobili pesanti, come le librerie o le cristalliere, dai letti o dai divani o comunque dai posti dove normalmente ci si siede;
– utilizzare i ganci chiusi quando si appende un quadri, ciò impedirà loro di staccarsi dalla parete;
– evitare di mettere oggetti pensanti su mensole o scaffali alti e fissare comunque gli oggetti sui ripiani alti con del nastro biadesivo;
– fissare alle pareti scaffali, librerie e altri mobili alti;
– in cucina, utilizzare un fermo per l’apertura degli sportelli del mobile dove sono contenuti piatti e bicchieri, in modo da evitare l’apertura durante la scossa;
– fissare gli apparecchi elettronici (televisore, stereo, computer etc.) ai ripiani con del nastro di nylon a strappo;
– informarsi su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e gli interruttori della luce (questi impianti potrebbero subire danni durante un terremoto, causando ad esempio pericolose fughe di gas o allagamenti o incendi)
Sarebbe anche opportuno:
– informarsi sulla classificazione sismica del proprio Comune di residenza (ci si può recare all’Ufficio Tecnico del Comune o della Regione);
– sapere se esiste un piano di protezione civile comunale e prendere visione di ciò che prevede in caso di sisma (ad esempio, se esistono e quali sono l’area di raccolta per la popolazione, l’area degli insediamenti di emergenza, i mezzi a disposizione ecc.);
– a scuola o sul luogo di lavoro informarsi se è stato predisposto un piano di emergenza in caso di terremoto;
– conoscere come è stata costruita la propria abitazione, se con criteri antisismici oppure se sono comunque stati fatti interventi per renderla più resistente;
– riconosce quali sono i muri portanti e le travi della nostra abitazione (sono i luoghi più sicuri in caso di crolli dovuti al terremoto).
Ma cosa fare se ci veniamo trovare nel bel mezzo di un terremoto?
Se si è in casa o comunque in un luogo chiuso:
– individuare e cercare riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante o sotto una trave;
– ripararsi sotto un tavolo (si è riparati in caso di caduta di mobili o di oggetti pesanti);
– non precisarsi sulle scale (sono la parte più debole di un edificio) e non prendere l’ascensore (potrebbe bloccarsi e impedire così l’uscita;
– non usare il telefono e non prendere l’automobile (è necessario lasciare libere le linee telefoniche e non occupare le strade per non intralciare i soccorsi).
– allontanarsi dagli edifici e dalle linee elettriche;
– allontanarsi dai bordi dei laghi e dalle spiagge marine (potrebbero verificarsi onde di tsunami);
– raggiungere il prima possibile le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale
– se si è in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge.