C’è chi si ammala di continuo, catalizzatore di virus e batteri presenti in un’area di un chilometro quadrato, chi invece non si ammala mai.
Chi in casa ha un armadietto dei medicinali che straripa di sciroppi, pastiglie, spray nasali, mucolitici e ormai l’apparecchio dell’aerosol ha trovato un posto fisso sulla mensola (è inutile riporlo nell’armadio, perché il successivo utilizzo potrebbe essere prossimo) chi invece non ricorda l’ultima volta che ha preso un antibiotico perché è passato troppo tempo!
Insomma per virus e batteri ci sono potenziali vittime di categoria A e B; coloro che sembra abbiano un sistema immunitario refrattario a qualsiasi attacco, e chi sembra più cagionevole di salute con i recettori in allerta per catturare tutti i virus disponibili!
Un gruppo di ricercatori del San Raffaele di Milano, guidati dai loro docenti di microbiologia e virologia, Massimo Clementi e Roberto Burioni, hanno pubblicato uno studio su PlusOne riguardante la scoperta del DNA del “superanticorpo”!
Hanno studiato il sistema immunitario di un uomo che sostiene di non essersi mai ammalato a causa di influenza o virus, nonostante le esposizioni al contagio.
I ricercatori sono arrivati alla conclusione che esistano individui capaci di produrre un anticorpo potente, in risposta alle sollecitazioni del sistema immunitario.
Si tratta di una facoltà di pochi ma, una volta individuata, si potrebbe sfruttare l’attitudine e preparare vaccini che stimolino la produzione di questi “superanticorpi” in tutti i soggetti, anche in coloro più cagionevoli di salute.
I geni del superanticorpo sono stati clonati: la molecola ha una capacità straordinaria, sembra in grado di mettere k.o. quasi tutti i virus influenzali finora noti, a partire dall’influenza spagnola del 1918, responsabile di un numero alto di vittime, fino alla più recente suina del 2009 ed ancora alla tanto temuta influenza aviaria del tipo H5.
Le applicazioni future di questa scoperta potrebbero portare, nel futuro, ad ottenere un vaccino unico in grado di fronteggiare tutti i virus influenzali, da somministrare una sola volta con efficacia per tutta la vita del soggetto.
Sarebbe una scoperta importantissima, fortemente auspicata da coloro che sono più vulnerabili vuoi per condizioni fisiologiche proprie (chi soffre di patologie) vuoi per appartenenza a categorie più predisposte al contagio, come i bambini e gli anziani.
Dal San Raffaele comunicano che sono pronti per le sperimentazioni del caso.
Se ciò venisse confermato, l’impatto sulla popolazione porterebbe ad un miglioramento dei metodi preventivi equiparabile ad una vera e propria rivoluzione!