L’obiettivo del Governo Monti è quello di investire con le liberalizzazioni la distribuzione del carburante, le farmacie, i notai e gli ordini professionali, sino ad arrivare al comparto dei trasporti, all’energia, alle assicurazioni ed ai servizi bancari.
Le liberalizzazioni vengono considerate da questo Governo come sinonimo di progresso, emancipazione e autonomia, come strumento socio economico per rilanciare l’Italia.
Antonio Catricalà sottosegretario alla presidenza del consiglio annuncia che il Governo è pronto ad agire in tal senso: lo farà con provvedimento d’urgenza in data 20 gennaio, per effettuare poi la presentazione all’Europa il successivo giorno 23.
Giovanni Pitruzzella presidente dell’Antitrust dichiara apertamente il proprio favore alle liberalizzazione: “Con le liberalizzazioni l’economia si libera dai parassitismi” – asserisce a Ballarò, nella stessa sede sottolinea come tale sistema potrà abbassare i prezzi ed aumentare i servizi, ampliando, quindi, le possibilità di spesa.
Benzina: le liberalizzazioni potrebbero favorire un abbassamento diffuso dei prezzi della benzina?
Secondo gli esperti SI. Ieri la benzina verde ha raggiunto il prezzo di 1,65 euro al litro. Le pompe “di marca” sono legate al prezzo imposto dal marchio fornitore. Ma esistono sul territorio pompe bianche ovvero libere da fornitori stabili e quindi capaci di contrattare il prezzo alla fonte e offrire più prodotti con diverse gamme di prezzo. Ad una pompa bianca su un pieno di 50\60 litri si arrivano a risparmiare cinque o sei euro, a fine anno la parsimonia ripaga e i soldi serbati divengono rilevanti.
Farmacie: con le liberalizzazioni si prevede l’apertura di circa 2mila nuove farmacie da esse discenderebbero 6 mila nuovi posti di lavoro. Verrebbe snellito l’iter necessario per l’apertura di tali esercizi commerciali, i prezzi diverrebbero competitivi e si amplierebbe l’offerta a tutto vantaggio dell’utenza. Di fatto, oggi, laddove le farmacia non hanno concorrenza, si crea una egemonia di mercato determinata dall’ “orientamento” del cliente verso un farmaco piuttosto che verso un altro, spesso a discapito dei farmaci generici.
Per di più c’è tra gli obiettivi del Governo l’estensione della vendita dei farmaci di fascia C nei supermercati e nelle parafarmacie. L’AIFA sta già studiando i criteri in basa ai quali specificare i farmaci vendibili fuori dalle farmacie.
Trasporti: anche il settore dei trasporti soffre situazioni di monopolio, la tratta Fiumicino – Milano Linate, per esempio, è monopolio Alitalia ed è ”percorribile” solo al caro prezzo di 450.00 euro
Ordini professionali e Notai: gli ordini professionali controllano le parcelle degli iscritti limitando il libero mercato, ecco, in poche parole, la ragione per cui un giovane professionista emergente non può scegliere di “farsi conoscere” abbattendo i prezzi e lavorando a tariffe concorrenziali.
I notai, per parte loro, sono una delle “caste” italiane; a limitare l’accesso a tale professione vi è un pubblico concorso che si apre solo per rimpiazzare i posti divenuti vacanti, infatti, il numero dei “seggi notarili” è di soli 6mila in tutt’Italia e vale per loro la medesima “regola” appena enunciata per i liberi professionisti: le tariffe sono imposte e non è ammessa una concorrenza operata attraverso la pratica del prezzo più basso.
Ma quanto costa un notaio? Per rispondere a questa domanda usiamo un semplice esempio: per l’acquisto di una casa di 400mila euro l’atto notarile ha un costo di circa 6mila euro.
Ebbene se le liberalizzazioni, condotte con criterio, ordine e regolarità, sapranno avvantaggiare il mercato diverranno certamente un’opportunità di ripresa, un beneficio e un sostegno per il nostro paese, in opposizione alla crisi economica.