È stata rinviata a domani, 11 gennaio 2012, l’ autopsia sul corpo ritrovato sabato sugli scogli del lungomare di Bari, corpo la cui identità è stata momentaneamente attribuita a Roberto Straccia, in base al riconoscimento degli indumenti, delle chiavi e dell’ ipod da parte dei genitori del ragazzo.
Intanto gli inquirenti, sulla base dei primi accertamenti effettuati, continuano a fare ipotesi sulle cause della morte, senza tralasciare alcuna pista: suicidio, omicidio, incidente.
Suicidio, la più ricorrente delle ipotesi avanzate dagli investigatori. Alimentata dal ritrovamento delle due scatole di antidolorifici (Moment, noto farmaco usato per curare il mal di testa) nella stanza dell’ appartamento di Pescara, nel quale lo studente marchigiano conviveva con altri tre amici, questa teoria ha preso sempre più piede, soprattutto dopo la notizia del tentato suicidio di Roberto nel 2004. Dopo aver ingerito una bibita acquistata al supermercato, dentro la quale si trovava una sostanza venefica, il giovane Straccia si ritrovò in ospedale, fortunatamente scampando al pericolo di avvelenamento. Il caso, allora, fu archiviato come incidente ma il ritiro della denuncia, fatta in un primo momento dal padre contro la multinazionale produttrice della bibita, ha insospettito non poco gli inquirenti.
Gli unici a continuare a non credere tale supposizione sono i familiari e gli amici del 24enne che continuano a lanciare appelli:
“Chi sa parli, Roberto non si è suicidato. Se qualcuno sa qualcosa di questo evento, ce lo dica, che sicuramente ci farà stare meglio”.
Non si da pace Mario Straccia, un padre distrutto dal dolore ma che non cede e continua a lottare per giungere alla verità, una triste verità che gli ha strappato via il figlio.