Cosa si prova a crescere 2 gemelli? Purtroppo non so dare una risposta a questa domanda ma, nel mio caso, ci sono andata abbastanza vicina.
Un anno fa la vita mi ha proposto la sfida più grande che ho affrontato fin’ora: una seconda gravidanza. Vi chiederete:” dov’è la particolarità?”, sta nel fatto che il mio primo figlio aveva appena 5 mesi quando scoprii di essere incinta.
Ho avuto una gravidanza ricca di ansie e paure e ogni giorno mi chiedevo se sarei riuscita mai a crescere due bambini così piccoli senza l’aiuto di nessuno. Mi ritrovai, prima ancora di partorire, a prendere 2 decisioni fondamentali:
– portare il più “grande” al nido al mattino
– lasciare il lavoro
la prima scelta maturò per avere un aiuto esterno almeno la mattina e perché sono convinta che i bambini debbano crescere con i loro coetanei, alla seconda arrivai per dedicarmi al 100% ad entrambi cercando di non far mancare loro niente.
Dopo la nascita giunse finalmente il momento della verità: il ritorno a casa.
La prima scoperta fu che, se noi adulti ci mettiamo un po’ a metabolizzare lo scompiglio che porta un neonato in casa, figuriamoci un bimbo di 13 mesi.
Accantonato il panico dei primi giorni, io e mio marito ci siamo rimboccati le maniche. Per prima cosa abbiamo rivoluzionato casa sistemando una doppia culla, un doppio passeggino, un doppio seggiolone (meno male che la casa è grande), insomma, mi sembrava di avere due gemelli. Poi abbiamo cercato di coinvolgere il più grande in tutte le attività del piccolo per non creare gelosie, come ad esempio cantare le canzoncine preferite dal primo mentre allattavo il piccolo.
Dire che è stata una passeggiata sarebbe una grossa bugia, ma non posso neanche negare di aver ricevuto un grosso aiuto da due persone molto speciali: i miei due ometti.
Nico si è abituato quasi subito al fratellino, raramente faceva capricci e ha continuato la sua vita tranquillamente, conquistando la sua indipendenza poco per volta. Il piccolo dal canto suo ha regolarizzato gli orari dopo 2 mesi permettendoci di dormire tutta la notte tranquillamente.
Così si sono susseguiti i mesi più sacrificati, rinunciando alle uscite, a meno che qualcuno non ci accompagnasse; provate voi ad andare a spasso con 2 passeggini da sole, portando dietro mezza casa anche solo per una visita ad un parente. Ma durante questo periodo i miei ometti sono cresciuti e sono diventati più affiatati che mai.
Oggi che hanno rispettivamente 31 e 18 mesi sono praticamente inseparabili, fanno il bagno insieme, giocano insieme, si difendono a vicenda e, se rimprovero uno di loro, si mettono a piangere insieme.
Ripeto che non è stato e tutt’ora non è facile crescere due bambini così piccoli ma quando li vedo per terra che rotolano insieme abbracciandosi, baciandosi e ridendo tutte le difficoltà vengono meno e sento solo una grande soddisfazione per essere riuscita nel mio piccolo miracolo restando lucida e nel pieno possesso delle tue facoltà mentali.