Il brutto anatroccolo: fiaba di Hans Christian Andersen età dai 24 mesi in poi
Era un giorno d’estate, il grano era bello giallo e l’avena verde.
In un posticino selvaggio ed esposto al sole, c’era un’anatra con il suo nido. Attendeva che i suoi anatroccoli venissero al mondo ed ecco che una dopo l’altra, le uova iniziarono a scricchiolare. Rimase un solo uovo che non si era ancora schiuso. Mamma anatra continuò a covarlo ed ecco che finalmente anche l’ultimo anatroccolo venne alla luce.
Il piccolo era molto grande e brutto rispetto ai suoi fratellini. Mamma anatra amava il piccolo anatroccolo alla stessa maniera dei fratellini; ma il povero anatroccolo veniva costantemente preso in giro da tutte le altre anatre. Tutti lo cacciavano e persino i suoi fratellini non erano gentili con lui. Stanco e triste il brutto anatroccolo decise di scappare via; si ritrovò in una palude abitata da anatre selvatiche, dove trascorse la notte.
Al mattino si udirono dei colpi di fucili; c’era caccia grossa e tutte le anatre iniziarono a scappare. Spaventato il povero anatroccolo si ritrovò di nuovo solo e decise di lasciare la palude; girovagò a lungo continuando ad essere disprezzato per la sua bruttezza, da tutti gli animali che incontrava.
Giunse l’autunno e l’anatroccolo era ormai esausto dal freddo. Notò uscire da un cespuglio uno stormo di uccelli bellissimi; erano di un bianco lucente e con dei lunghi colli. L’anatroccolo non sapeva che uccelli fossero ma li contemplò per molto tempo.
Il duro inverno lasciò il posto ad una fresca primavera e l’anatroccolo continuava il suo girovagare senza meta. Si ritrovò in un posto bellissimo e dinnanzi a lui c’erano 3 splendidi uccelli, gli stessi che aveva ammirato a lungo lo scorso autunno; erano cigni. Desiderava tanto nuotare con loro e fu così che si tuffò nell’acqua. Il brutto anatroccolo rimase sorpreso quando i cigni, invece di cacciarlo gli diedero il benvenuto e lo accolsero tra di loro.
Il brutto anatroccolo vide la propria immagine riflessa nell’acqua e con gran stupore si accorse che non era più un brutto e goffo uccello grigio ma che anche lui era un cigno. Finalmente il brutto anatroccolo era contento e poté godersi la sua felicità.
Morale: questa fiaba allegorica vuole insegnare ai bambini l’importanza della auto stima e della accettazione di se stessi.
Testo redatto da mamma Giò, immagini della Matita di Gianna