Alla redazione del giornale “Eco di Bergamo” arriva una lettera anonima, firmata da un certo “Piergiorgio”. La lettera scritta a mano, reca il timbro postale del centro di smistamento della città di Novara.
La missiva, scritta in italiano non perfetto contiene le seguenti testimonianze: “Non posso allargarmi troppo spiegando esattamente come sono arrivato a quello che sto per scrivere ma se sarà necessario lo dirò. Quello che io ho potuto vedere sono due persone che hanno ucciso Yara un uomo e una donna. Un uomo calvo di mezza età e una donna”.
Non vengono aggiunti ulteriori dettagli sul come e sul perché questi due presunti assassini, avrebbero ucciso Yara. Gli investigatori, che hanno preso in consegna la missiva, stanno verificando se tale testimonianza debba essere considerata credibile o è solo l’ennesima opera di mitomani. La Scientifica infatti, cercherà di rilevare le eventuali impronte digitali lasciate sulla lettera, per risalire al mittente.
Ricordiamo infatti, che non è la prima volta che lettere simili arrivino al quotidiano di Bergamo. Nel mese di agosto, un 35enne della provincia di Alessandria, rintracciato in una località ligure, spedì una lettera nella quale si autoaccusava. Le dovute ricerche stabilirono che si trattava solo di un uomo con gravi problemi psichici.
A settembre invece, un’altra lettera fu recapitata all’Eco di Bergamo; questa volta veniva additato un imprenditore modenese, ma anche questa volta la testimonianza risultò infondata.
Ancora, ci fu un agente di commercio che testimoniò di essersi appartato la sera del delitto, nei pressi dei campi di Chignolo, con una prostituta e di aver visto dei ragazzi che vagavano in mezzo al campo, dove, solo tre mesi dopo, fu ritrovato il corpo senza vita di Yara.
Un caso sempre più complicato e questi depistaggi non aiutano di certo le autorità al raggiungimento della verità. Rimane irrisolto il caso di Yara. Chi ha ucciso Yara?