Resto Umile World Show di Checco Zalone, la seconda puntata si chiude registrando un sensibile calo di ascolti ed, a sipario calato, si apre il dibattito critico sui recenti One-man show.
Fiorello contrapposto a Zalone e Zalone come l’anti Fiorello?
Di fatto il paragone tra i due show man è stato determinato dalla coincidenza temporale delle messe in onda:
nell’arco dello stesso periodo (novembre – dicembre) Rai Uno ha portato nelle case degli italiani Fiorello, in prima serata di lunedì e per quattro puntate, mentre Canale 5 ha portato per due settimane Zalone nei salotti italiani, in prima serata di venerdì.
In generale il One-man show è un esercizio artistico complesso che pretende maturità, competenza ed esperienza: un uomo, un palco e una platea tutta concentrata sull’unico artista in scena.
Lo show di Fiorello e quello di Zalone sono diversissimi, teoricamente i due protagonisti non sarebbero confrontabili.
Zalone intervistato da TV Talk, programma di Rai3, ironizza “Fiorello non l’ho visto sono sincero, dovevo uscire … ho visto dei pezzi su youtube”. Dietro l’ironia gaia e apparentemente spensierata di Zalone c’è la consapevolezza di una enorme diversità tra i due artisti.
Anche Maurizio Costanzo, ospite a TV Talk nelle vesti di commentatore, sottolinea con fermezza che Zalone e Fiorello non hanno nulla a che spartire, indicando che il confronto in atto è solo frutto della appena esposta coincidenza temporale.
Tuttavia se proprio si deve cedere ai paragoni non si può non notare che:
Fiorello mette d’accordo tutti, ha un pubblico più vario, forse meno giovane; Fiorello difficilmente “indugia o sbaglia” e ciò in ragione del fatto che ha più esperienza e quindi maggiore capacità di costruire per se stesso uno spettacolo che lo vesta pienamente:
la scenografia di Fiorello era perfetta per il suo show, adatta ai contenuti, al fraseggio ed alla narrazione;
la scenografia di Zalone rispetto a Checco pareva mastodontica. Zalone ha una comicità “minima” che si nutre di semplicità e le luci blu o la passerella, la “distanza dal pubblico” parevano spesso inquadrare un artista diverso da Checco.
Zalone conduce sul palco una narrazione anche figurata, lui si traveste, si sveste e si veste, per rappresentare i suoi personaggi, ciò implica dei “bui” delle “uscite di scena” che si realizzano meglio negli spettacoli dal vivo.
Fiorello, che “interpreta sempre se stesso”, riesce a presentare al pubblico un più omogeneo spettacolo, il suo è un discorso fatto tutto d’un fiato.
Zalone è più cose e più esperienze che sul palco devono incontrarsi, spesso, ciò, avviene con discontinuità.
Fiorello conosce la serietà, Zalone arriva alla profondità delle cose dissacrandole: << Sono poco credibile se mi metto a cantare una canzone seria con la Pausini>>, afferma. E – sempre in un’intervista per TV Talk – sottolinea: <<Dietro le cazzate che dico c’è pensiero>>.
Zalone accetta due critiche a lui mosse:
l’imitazione di Misseri non è pienamente riuscita, andava approfondita e portata in video con maggiore cognizione. E forse una puntata unica era meglio di due, ovvero una sola presenza televisiva poteva soddisfare le esigenze del pubblico di Zalone e gratificare ugualmente l’artista.
Inoltre Checco Zalone potrebbe essere stato penalizzato dalla scelta del venerdì che non risulta un giorno “adatto” al suo pubblico fedele, infatti durante il fine settimana i giovani escono e difficilmente preferiscono la tv alla discoteca.
Zalone ha, comunque, regalato momenti di felice comicità alla televisione italiana e registrato buoni ascolti … forse lontano da Fiorello la sua arte colorita avrebbe ispirato discorsi meno concentrati sulle parolacce?
Certamente Zalone e Fiorello non possono essere considerati come due facce di una stessa medaglia, rappresentano due differenti modi di esprimere criticamente il mondo e di esso, probabilmente, mettono in luce profili differenti.