Nudo artistico sulla copertina di un noto magazine per soli uomini: FHM; Veena Malik, 33 anni modella e attrice pachistana posa nuda, braccia strette sul seno e la parola ”ISI” tatuata sul braccio.
ISI altro non è che la sigla dei servizi segreti di Islamabad. Nudità, bellezza e sensualità così si mischiano a potere, politica e intrigo. È una provocazione?
Oggi la modella rinnega la veridicità del ritratto pubblicato da FHM: conferma di avere posato per un servizio dedicato alla rivista ma sostiene che lo ha fatto vestita e non nuda. Lo scatto è frutto di un fotomontaggio?
Il corpo delle donne che in origine è natura, bellezza, fertilità e amore, sempre più frequentemente si presta o “è forzosamente prestato” ad usi mediatici, pubblicitari, economici, polemici e comunque sempre svilenti.
Questa vicenda sembra essere un sunto ed un “racconto puntuale” delle possibili e non infrequenti strumentalizzazioni del corpo femminile; per di più è una “novella contemporanea” quella impressionata sulle pagine di FHM perché la modella è figlia dei moderni “canali della fama”: ella è nota al grande pubblico per la sua partecipazione a un popolare reality show che ricalca il format del Grande Fratello.
La donna minaccia azioni legali.
Un degiavù? Un copione già scritto? Una trama che vuole e vede la donna come emblema della bellezza divenire, diversamente, attrattiva e attrazione di interessi “deviati” e sempre stimolati da un erotismo palesato, manifesto e spinto?
Ma a noi donne tutto questo piace o interessa? Probabilmente no, ma sin tanto che dietro l’”uso” della femminilità – largamente intesa – ci sarà un “interesse economico” difficilmente non si troveranno più donne giovani e belle pronte a impegnare il proprio corpo per “far carriera”, adoperando la fisicità come strumento di fama e gloria.
Però è innegabile che alla fine tutte le storie di scandali senza veli si somiglino un po’, vertendo sempre sull’uso \ abuso di intimità fisiche ed emotive, violate a volte a forza, altre volte, invece, in ragione di un auspicio di successo.
Sarà vero quel detto che colloca la “volgarità” non nelle cose oggettivamente visibili ma negli occhi di chi le guarda?
Oscar Wild diceva, però, che “Il delitto è sempre volgare e la volgarità è sempre delitto”.