Ha avuto luogo l’udienza per l’affidamento di Vittoria Parolisi dinnanzi al Tribunale dei Minori di Napoli, la pronuncia giungerà presumibilmente tra 7 giorni.
Cosa è accaduto oggi, i fatti:
– in aula si è dibattuta la legale tutela di Vittoria Parolisi.
Vittoria Parolisi è la figlia di Melania Rea e Salvatore Parolisi, la bambina, alla tenera età di 18 mesi, è rimasta orfana della madre che in data 18 aprile scorso è stata assassinata ferocemente.
Da quel momento la tutela di Vittoria è ricaduta esclusivamente e totalmente in capo al padre e sino all’arresto del Parolisi non si è posta alcuna implicazione relativa alla gestione legale della bambina. Madre deceduta e padre vivente, la tutela era del padre che legittimamente la esercitava in modo libero ed esclusivo.
Tutto cambia con l’arresto del padre.
Di fatto Vittoria risiede da sei mesi – ovvero dal momento della carcerazione del papà – stabilmente presso i nonni materni. Ciò, però, non basta a “tutelare” un minore nelle condizioni di questa bambina, infatti, con l’arresto del padre – essendo deceduta la mamma – nasce un problema legale:
il “naturale” responsabile (ovvero papà Salvatore) non può dal carcere curare la figlia, seguirla nel quotidiano e intervenire per l’immediato soddisfacimento dei suoi comuni interessi. La legge per sopperire a una mancanza genitoriale -nella fattispecie del padre – affida il minore alle cure di un tutore legale che – provvisoriamente o definitivamente (a seconda della natura e della causa dell’assenza) viene ex lege legittimato a “decidere per il minore e nel suo interesse”, a curalo, seguirlo e “preservarlo”.
A Vittoria serve un tutore legale.
Chiaramente i nonni rea o lo zio Michele sono disposti a continuare la loro azione di cura e garanzia della bambina e si fanno avanti per assumersi legalmente l’incarico della tutela.
Ma è notizia di oggi che anche Francesca sorella del caporal maggiore Parolisi si è candidata dinnanzi al tribunale dei minori di Napoli per l’affidamento.
Potrebbe esserci dietro l’istanza di Francesca Parolisi il tentativo di mantenere vivo e costante un rapporto tra padre e figlia anche nella eventualità in cui Salvatore venisse condannato per il delitto di cui ora è soltanto indagato?
Ricordiamo, infatti, che verosimilmente una condanna di Salvatore Prolisi porterebbe con sé l’interdizione dalla patria potestà – infatti, rispetto a simili casi, l’interdizione è intesa come pena accessoria e correlata alla sentenza di condanna.
Dopo l’udienza Michele Rea concede poche parole ai giornalisti:
lui il fratello della vittima, lo zio di Vittoria ha, in aula, cercato lo sguardo di Salvatore Parlosi, avrebbe voluto scrutarne gli occhi ma ciò non si è verificato.
Parolisi, l’uomo che ,va detto e sottolineato, continua a dichiararsi innocente ed a chiedere con insistenza un incontro con sua figlia, ha schivato lo sguardo del cogniato, ha nascosto i propri occhi. Eppure da molto tempo Salvatore non aveva avuto l’opportunità di incontrare i Rea.
- Vittoria è de facto affidata alle cure dei nonni materni e dello Zio Michele da 6 mesi – questo lasso di tempo, oggettivamente breve e relativo, si fa enorme se rapportato ad una bambina che è costretta a metabolizzare un cambiamento totale di vita, e che improvvisamente si trova privata del più importante punto di riferimento esistente nell’universo infantile: la madre.
La piccola sta affrontando e in questi mesi ha affrontato presso quella che fu la casa materna una prima ricostruzione di un equilibrio familiare ed emotivo, lo sta facendo circondata dall’affetto dei nonni che ne hanno cura con profonda dedizione e amore.
Ecco che la richiesta avanzata dalla zia Francesca lascia stupiti tutti, i Rea e chiunque ne apprende la notizia; anche il pubblico estraneo e terzo ne resta “impressionato” non fosse altro che per il fatto che i Rea hanno sempre favorito i rapporti tra Vittoria e la famiglia paterna, privilegiando anche i contatti e le visite.
Da qualche parte si legge di conflitto tra le famiglie, ebbene non è ciò che traspare dalle pubbliche apparizioni dei familiari di Melania, perchè la famiglia Rea non ha mai impedito ai Parolisi di rapportarsi alla nipote, nè lo ha impedito al padre, rispetto alla eventualità di un incontro, infatti, ha solo affermato la necessità di valutarne l’opportunità reale per la piccola e di soppesare l’eventuale trauma d’una visita in carcere.
L’equilibrio dei Rea, la compostezza e la signorilità sono inequivocabili.
Vittoria è già stata vittima – protagonista di molti cambiamenti ha subito l’abbandono “involontario” della mamma prima e del padre poi, da madre, spettatrice triste di questa vicenda, credo che la bimba abbia il massimo diritto a godere dell’ambiente sereno che da subito dopo la dipartita della madre l’ha accolta.