A quanti mesi inizia a camminare un bambino? Mamma e papà spesso si domandano <<Come mai mio figlio ancora non cammina? Come posso aiutare il piccolo a stare in piedi ed a muovere i primi passi?>>
Ci si rende chiaramente conto che i figli stanno crescono quando affrontano i primi momenti importanti della loro vita come la prima
parola, i primi passi, il primo giorno di scuola oppure la prima gita. I traguardi importanti, insomma, segnano sempre un momento di crescita per il piccolo. Ma attenzione ogni esperienza essenziale rappresenta nella evoluzione del fanciullo un punto non di arrivo ma di partenza … il percorso è sempre il medesimo: la crescita e l’obiettivo è il mondo dei grandi.
Mentre i bambini vivono tutto il loro percorso evolutivo con naturalezza e spesso affrontando passi decisivi come un gioco, noi genitori mettiamo in discussione ogni azione e pensiero, affrontando mille dubbi e ponendoci molte domande.
Una richiesta ricorrente dei genitori è questa: <<A quanti mesi inizia a camminare un bambino?>>. Mamma e papà spesso si domandano <<Come mai mio figlio ancora non cammina? Come posso aiutare mio figlio a camminare? E come afferrarlo senza fargli male mentre lo guido nei primi passi?>>
Ecco alcuni consigli pratici per guidare il bambino nel modo migliore verso i primi passi.
Sin dalla nascita già è presente nel neonato l’istinto di deambulare, cioè di camminare, alcuni bambini possono manifestare presto l’interesse a muovere i primi passi, ad esplorare questo mondo tanto grande e tanto vario.
La maggior parte dei bambini inizia a camminare fra i 12 ed i 14 mesi. Ma attenzione: non esiste una regola ed un momento preciso; nel rispetto dei tempi personali i bambini impareranno tutti a camminare! In ogni caso prima dei 18 mesi non vale la pena di preoccuparsi particolarmente, attendete serenamente che il vostro esploratore prenda coraggio.
Il gattonamento è la fase che in genere precede l’acquisizione della camminata eretta su “due zampe”.
– Cos’è il gattonamento? Consiste nel vagare a carponi ovvero come un gattino su “quattro zampe”.
– Quali sono le competenze che i bambini acquisiscono gattonando? I bambini gattonando compiono la prima esplorazione dell’ambiente circostante, potenziano la muscolatura preparandosi a mantenere la posizione eretta e, nell’ottica di tale fine ultimo, potenziano anche il senso dell’equilibrio, le capacità di percezione degli spazi e quelle di identificazione e gestione dei pericoli.
Non raramente i bambini preferiscono strisciare o camminare stando in ginocchio.
L’obiettivo del bambino – gattonando, strisciando o procedendo in ginocchio – è sempre lo stesso: muoversi per esplorare lo spazio circostante e il piccolo facendolo fa esperienza.
I processi di contatto, esplorazione, indagine del mondo, che continuamente scattano in questa fase, sono essenziali per lo sviluppo del bambino. Senza trascurare tutti i possibili pericoli, il bambino va seguito ma non limitato, tutelato ma non inibito, aiutato ma non frenato. Le fasi che precedono la camminata vera e propria in posizione eretta sono fondamentali ed è essenziale che il bambino le viva nella loro pienezza.
Consiglio pratico: per gattonare non c’è bisogno di scarpe. Durante il gattonamento il piedino deve essere libero di muoversi e la caviglia deve poter sostenere le flessioni del piede stesso, perciò l’ideale sono i calzini antiscivolo.
E’ compito dei genitori mettere la casa in sicurezza.
- Capiterà che il piccolo tenti di aprire mobili o di rovistare nei cassetti, per evitare pericolosi incidenti è bene munire ante e cassetti di fermi di sicurezza, essi – facilmente reperibili in sanitarie, farmacie, negozi per la prima infanzia e supermercati – renderanno inaccessibili al bambino i vani pericolosi; sulle porte possono essere applicati degli speciali gommini capaci di impedirne la completa chiusura, evitando, quindi, che il bimbo nel gioco e nel movimento autonomo si ferisca le manine.
- Ponete, inoltre, detersivi, medicinali, oggetti in vetro o ceramica lontano dalla portata dei bambini.
- Avvaletevi dei copripresa che impediranno al piccolo di infilare le minuscole dita nella presa elettrica.
- Se in casa vi sono spigoli vivi, punte finali di mobili, tavoli o top di bagni e cucine, copriteli – in commercio troverete dei “paracolpi angolari” o, se è il caso, foderate voi stessi le pericolose sporgenze. Ricordate che un bimbo che incomincia a gattonare o camminare cade o inciampa spesso, sovente perde l’equilibrio e finisce in terra.
- Se adoperate tappeti assicuratevi che aderiscano bene al pavimento ovvero che non creino pieghe nè determinino scivolamenti.
- Non lasciate in giro oggetti piccoli, monili, monete o altro materiale pericoloso.
Quando e come il bambino si alza in piedi?
Durante le prime esperienze su “due zampe” i bambini prediligono aiutarsi con oggetti vari, come scatole, cuscini o giocattoli, in pratica i piccoli fanno uso di “ausili di fortuna” per sollevarsi sulle gambine.
Consiglio pratico per favorire l’esperienza del bambino: In questo periodo sarebbe preferibile abituare il bambino a trascorrere un po’ di tempo nel box. Il box rappresenta un “recinto sicuro”, riempito di giochini – magari morbidi per attutire eventuali, anzi sicure cadute – è il luogo perfetto per gli allenamenti del bambino. Nel Box il piccolo può, in tutta sicurezza, allenare i muscoli delle gambe e affinare la coordinazione delle stesse con le braccia, armonizzando i movimenti.
E’ bene precisare che il gattonamento non rappresenta affatto un requisito per camminare è possibile che si arrivi a sgambettare perfettamente senza avere mai gattonato. Ogni bambino compie un processo psicomotorio personale. Se il bambino non gattona non vuol certo dire che ha problemi! La mancanza di questo movimento non è assolutamente indice di ritardi nella evoluzione psicomotoria o nelle
successive tappe dello sviluppo. Il piccolo che non vuole gattonare riuscirà ad esplorare in altri modi l’ambiente circostante.
Il bambino, pian piano – dopo aver compiuto le sue prime esperienze gattonando, strisciando o procedendo in ginocchio, una volta indagato lo spazio circostante e conosciuto qualche caduta – incomincerà a stare in piedi e a muovere i primi passi, incerti, insicuri e traballanti ma pieni di intenzionalità, quindi allo stesso tempo anche decisi e coraggiosi.
Come può intervenire il genitore in questa fase?
Il bambino non va forzato nei movimenti e nella postura; agli adulti spetta inizialmente il compito di vigilare e assecondare i primi movimenti goffi del piccino.
Tenerlo troppo, reggerlo e sostenerlo eccessivamente nei primi passi non è la cosa più corretta da fare. A fronte di un eccessivo accompagnamento il rischio è che il bambino non si sentirà mai sicuro di iniziare a muovere i primi passi da solo ed in piena autonomia. Quindi è positivo compiere brevi tratti tenendolo per le mani, ma sarebbe buona norma anche lasciarlo in piedi accanto al divano, magari circondato da cuscini o sistemandolo sopra un morbido tappeto e, semplicemente, stare a guardare cosa succede!
Sarebbe più corretto, inoltre, offrirgli come appoggio il dito piuttosto che l’intera mano ciò in quanto impugnandolo il bambino sarà costretto a sostenersi da solo; appoggiato ad un solo dito il piccolo dovrà trovare un proprio equilibrio perchè non si potrà aggrappare come farebbe se gli fosse allungata l’intera mano. Quando il bambino si appoggia sulla mano piena di chi lo guida sfrutta la leva del conducente e non crea un proprio equilibrio, sentendosi, altresì, sostenuto da chi lo conduce. Offrire il dito come appoggio è meglio che non tenere il bambini per la mano!
Prendendo il bimbo per la mano, poichè ancora il suo passo è incerto, possono verificarsi degli involontari strattonamenti e degli stiramenti muscolari, nei casi più gravi la lussazione della testa del radio che è l’osso laterale dell’avambraccio.
Ricordatevi che il bambino non va forzato e che da solo deve raggiungerla posizione eretta.
Incoraggiatelo sempre a riprovare, applaudite ed elogiate ogni suo piccolo miglioramento e non accorrete subito ad ogni caduta, anzi lasciate che si rialzi da solo, in questo modo continuerà l’allenamento con più tenacia.
Il bambino sta affrontando una nuova fase in questo periodo ed è importante che sviluppi anche un’autonomia motoria che lo renda sicuro, pian piano dei suoi movimenti. Acquisita tale autonomia sarà difficile fermarlo!