L’influenza è una malattia stagionale la cui propagazione e vitalità aumenta con l’avanzare dell’autunno raggiungendo il picco quando le basse temperature si stabilizzano; insomma il freddo intenso e costante avvantaggia la diffusione dei virus influenzali, complice la frequentazione di luoghi chiusi. Di anno in anno la malattia muta per virulenza e diffusione, la nuova influenza 2023-2024 nei bambini, come anche tra gli adulti, si sta già diffondendo in Italia.
Picco influenzale 2023-2024 e intensità della malattia
Quando ci sarà il picco dell’influenza quest’anno? Se lo chiedono tutti ogni anno, le mamme in modo particolare perché i bambini, ancora poveri immunologicamente parlando, si ammalano spesso.
Con riguardo all’influenza 2023-2024 il picco stagionale è previsto tra Dicembre e Gennaio e quella che si prospetta è un’influenza di media intensità.
I virus influenzali sono tanti e diversi tra loro, ecco perché anche l’intensità dalla malattia prevalente cambia di stagione in stagione, mentre il momento di massima propagazione dipende anche da come si comporta il freddo di anno in anno. Con quali piccoli mostri dobbiamo avere a che fare quest’anno?
I virus circolanti e principali in questa stagione 2023\2024 sono tre:
- l’influenza;
- il Covid 19;
- il virus respiratorio sinciziale o bronchiolite;
senza contare i 262 virus cugini di questi tre protagonisti principali e anch’essi circolanti tra la popolazione.
Quanti bambini si ammaleranno di influenza quest’anno
Si stima che l’influenza colpirà tra 5 e 6 milioni di persone, il 30% di loro potrebbero essere bambini. La percentuale di bimbi che si stima sarà colpita dal virus influenzale è altissima, la domanda sorge spontanea: perché i bambini si ammalano così frequentemente durante la stagione invernale?
La risposta è fisiologica: il corredo immunitario dei più piccoli è ancora immaturo questo fa sì che i bambini siano naturalmente più vulnerabili rispetto agli adulti che hanno già affrontato e vinto più battaglie con i virus influenzali e para-influenzali. Inoltre più sono piccoli i bambini minore è la loro capacità di mettere in atto comportamenti proteggenti; basti pensare al fatto che, al contrario degli adulti, i bimbi piccolissimi portano le mani alla bocca, si scambiano giocattoli che spesso hanno anche assaggiato, tossiscono e starnutiscono senza coprirsi bocca e-o naso.
Con riguardo ai ragazzi più grandi e a noi adulti le abitudini assunte durante la pandemia di Covid 19 ci hanno educato alla protezione e restano, in linea generale, ottimi comportamenti a protezione della nostra salute e anti-contagio anche influenzale. Anche contro l’influenza valgono come protezione:
- lavarsi spesso le mani;
- usare fazzoletti mono-uso;
- starnutire e tossire nella parte interna del gomito.
I sintomi: influenza 2023-2024 nei bambini e negli adulti
La sintomatologia influenzale non cambia con l’età, ciò che muta da persona a persona è la risposta del corpo e l’intensità dei sintomi.
Sono sintomi influenzali:
- Febbre alta, anche improvvisa;
- Mal di testa;
- Inappetenza;
- Spossatezza e malessere diffuso;
- Dolori muscolari;
- Sintomi respiratori come tosse, mal di gola e congestione nasale.
Sono sintomi più specifici dell’influenza 2023-2024 nei pazienti in età pediatrica:
- Nausea;
- Vomito;
- Diarrea.
Nello specifico quella con sintomatologia a carico di stomaco e pancia è l’influenza gastointestinale. In casa è utile tenere soluzioni reidratanti per sopperire all’occorrenza a vomito e diarrea, quindi al pericolo di disidratazione o di acetone.
Influenza 2023-2024 nei bambini: incubazione e quanto dura
Una volta contratto il virus, ovvero dal momento del contagio, quanto tempo ci mette l’influenza a manifestarsi? Questo tempo prende il nome di incubazione e solitamente necessita di 1-3 giorni dal contagio, ovvero dal contatto con la persona infetta.
Comunemente l’influenza si risolve da sola con il riposo e una buona dieta ricca di vitamina C, vitamine, fibre e apporto di acqua a sufficienza. Nella maggior parte dei casi il bambino influenzato guarisce in 7-10 giorni senza complicanze.
Come distinguere il Covid dall’influenza
Sono moltissime le mamme che si chiedono se è ancora utile fare i tamponi e come si può distinguere il contagio da Covid dal contagio influenzale: fare i tamponi è necessario soprattutto per limitare i contatti tra il bambino e i coetanei o quelli tra il bambino e le persone fragili, come lo sono, per età e vulnerabilità, gli stessi nonni.
Il tampone resta il solo strumento efficace per avere una diagnosi certa ed è consigliabile sottoporre anche i bambini a un test rapido in presenza di una sintomatologia sospetta.
Influenza nei bambini: come evitare il contagio e quali precauzioni prendere in caso di malattia
L’influenza è una malattia a trasmissione aerea, di fatto si trasmette attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie (i cosiddetti vettori) che possono penetrare le nostre barriere in maniera diretta o mediata. Per esempio i bambini possono contagiarsi passandosi dei giochini che hanno messo in bocca o toccato con le mani sporche.
Il freddo di per sé non fa ammalare i bambini, anzi è più sicuro farli giocare all’aria aperta, al parchetto per esempio, che non in ludoteca, nei luoghi chiusi e promiscui i virus influenzali si propagano con grande facilità.
Le precauzioni anti-influenza secondo i suggerimenti del Ministero della Salute
Il Ministero della Salute raccomanda di:
- evitare luoghi affollati e ricordare che le mascherine indossate da chi presenta sintomi influenzali possono ridurre i contagi;
- isolarsi volontariamente a casa se si presentano sintomi attribuibili a malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale, quando, peraltro, ancora non è chiara l’intensità a la tipologia della malattia ;
- lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone, senza trascurare di asciugarle correttamente. Quando siete fuori casa e non potete utilizzare acqua e sapone, disinfettate comunque spesso le mani con soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti;
- evitare di strofinare gli occhi con le mani sporche oppure toccare il naso e-o portarle alla bocca. Ovvio che queste limitazioni sono altamente difficili da applicare a un bambino che per fisiologia ha bisogno di “saggiare il mondo con la bocca” e nella relazione col suo corpo risponde a dei bisogni: se gli cola il naso lo tocca e se avverte prurito agli occhietti li strofina;
- coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce oppure farlo nella parte interna del gomito e gettare il fazzoletto mono-uso, subito dopo averlo adoperato, nella spazzatura
- aerare regolarmente gli ambienti.
L’areazione degli ambienti è un’azione proteggente e anti-contagio da non sottovalutare nemmeno contro le influenze, senza contare che ambienti deprivati di ricambio d’aria non facilitano nemmeno l’attenzione e la concentrazione del bambino: anche il cervello va ossigenato!
Quando preoccuparsi e chiamare il Pediatra
Ciò che i genitori devono osservare per valutare eventuali condizioni di allarme o pericolo è lo stato del bambino, la sua condizione. Un bambino reattivo, responsivo e presente a se stesso, sebbene inappetente o un po’ stanco non deve preoccuparci, nemmeno se sta affrontando episodi febbrili e purché si riprenda dopo la somministrazione di un anti-piretico. Soprattutto non desta preoccupazione lo stato di salute di quel bambino che mantenga persino l’appetito.
Diversamente è opportuno allertare il medico con prontezza se:
- il bambino è un neonato o un lattante;
- l’antipiretico non migliora la condizione del piccolo;
- è poco reattivo (ipo-reattivo), dorme molto e svegliarlo è difficile;
- non beve;
- vomita senza sosta e-o vomito e diarrea lo stanno esponendo al pericolo disidratazione;
- è fortemente inappetente insieme ad alcuni altri dei sintomi elencati;
- associa ad altri sintomi il dolore (mal di testa, mal di schiena, dolori articolari, eccetera).
Come si cura l’influenza
L’influenza comunemente non necessita di terapie specifiche, serve riposo, idratazione, una dieta leggera e ricca di frutta e fibre. Non serve l’antibiotico poiché è del tutto inutile e inefficace contro i virus, una sotto-infezione batterica o un ceppo batterico possono diagnosticarli solo i pediatri. Pertanto non date mai l’antibiotico al bambino in auto-prescrizione, non auto-prescrivetelo nemmeno a voi stessi, non avete le competenze per riconoscere una qualunque affezione batterica e rischiate di somministrare un medicinale del tutto inutile.