All’interno di una diade (qualunque essa sia: partner, madre-padre e figlio, amici, fratelli, eccetera) litigare è normale, ciò non toglie, ovviamente, che ogni litigio è doloroso e difficile.
In questa sede non parliamo di litigi furiosi o violenti, siamo lontani dalle ipotesi di violenza assistita; ci riferiamo alle scaramucce comuni ma costanti e faticose che nelle dinamiche familiari, ove si radicano, possono diventare tossiche. Partendo dal presupposto che ogni litigata ricomposta è un vantaggio per la coppia perché accresce la conoscenza profonda, litigare davanti ai figli, nello specifico, è un errore da evitare. Può accadere che questo errore si ripeta, anche spesso; se così è, se ti capita frequentemente di litigare col tuo compagno o con la tua compagna davanti ai vostri bambini, è tempo di una riflessione su cause e conseguenze di ciò.
Quando c’è una parte della coppia che tende a spostare il litigio davanti ai figli
Vi sono coppie che litigano sistematicamente davanti ai figli, e qui il discorso trascende l’occasione singola in cui il litigio è accaduto alla presenza di bambini o ragazzi perché “proprio non se ne poteva fare a meno”, per esempio in macchina durante un viaggio.
Quando una parte della coppia (che possiamo essere anche noi stessi) tende con costanza a spostare il litigio davanti ai figli c’è, allora, da lavorare sull’importanza di litigare in privato.
Quali sono i segnali di questo comportamento? Il partner che coinvolge i figli nella lite tende a spostarsi durante il litigio in un contesto in cui possano sentirlo; stuzzica la loro attenzione alzando la voce o uscendo da una stanza più riservata per “piazzarsi in mezzo alla casa”; richiamare l’attenzione di bambini e ragazzi sull’altro coniuge con frasi più o meno provocatorie e coinvolgenti: “Questa sera tuo padre è di cattivo umore!” oppure “Guarda come si comporta tua madre!”.
Una lite davanti ai figli rischia costantemente di sfociare nelle offese e si carica molto facilmente di connotazioni accusatorie o provocatorie, del resto è un meccanismo di sfogo. Quella parte della coppia che “richiama i figli nel litigio” altro non fa che deviare sulla prole la tensione emotiva della diade, è chiara la sua incapacità a sostenere e gestire la frustrazione del litigio.
Scaricare la tensione della coppia su un terzo è sempre sbagliato
La presenza di un terzo, anche come mero osservatore della lite, è sempre intrusiva:
- impedisce alla coppia stessa di penetrare sino in fondo il confronto e il dialogo,
- il fatto che una terza parte “si insinui nei problemi di coppia”, anche se richiamata dal partner, rappresenta un forte ingombro che condiziona azioni e reazioni;
- ingenera imbarazzo e aumenta lo stress relazionale.
Quando poi questa parte è nostro figlio la tensione sale perché nessun genitore vuole esporre al bambino o ragazzo le proprie debolezze. Anche come coppia, litigare tocca nervi scoperti, espone bisogni intimi e fragili, ci indebolisce come ci altera, è una condizione di vulnerabilità che dobbiamo gestire in privato.
Cosa scatta nella mente del genitore che sposta il litigio col partner davanti ai figli
Perché guardiamo la lite davanti alla prole dall’angolo visuale e psicologico dell’adulto? Lo facciamo per palesare e, quindi per poter bloccare, il grilletto che ci spinge a litigare davanti ai figli.
Il genitore che vomita malessere contro l’altro dinnanzi ai figli:
- si scarica non solo del peso dell’accaduto singolo ma anche di eventuali sensi i responsabilità che porta a fatica,
- libera i non detti che gli pesano sul cuore
- e in qualche modo, per quanto distorto, si deresponsabilizza.
Litigare davanti ai figli mina la serenità della casa intesa come nido e rifugio sicuro
Non litigare davanti ai figli è un’azione di preziosa tutela degli equilibri familiari, tutela che dai bambini si estende alla coppia stessa. In questo senso dovrebbe diventare una scelta che la coppia persegue insieme e regolandosi reciprocamente come partner.
I figli non sono pronti ad accogliere le tensioni dei genitori, non hanno le competenze emotive per essere parte di una lite di coppia. Nemmeno possono sostenerne lo stress perché mancano di abbastanza esperienza col dolore che i sentimenti feriti possono provocare.
I genitori che litigano da soli non includono i bambini in un malessere che non gli appartiene e, allo stesso tempo, avvantaggiano anche la coppia. Solo litigando in privato, infatti, è possibile ”parlare insieme”, sperimentare un linguaggio comune, verbale e non, e ridurre realmente quelle tensioni che animano incomprensioni, contrasti e liti.
Cosa pensano i figli mentre i genitori litigano
I bambini esposti alle liti dei genitori perdono fiducia nella stabilità della casa che ai loro occhi smette di essere un pacifico porto sicuro. Si badi bene, qui non stiamo parlando di litigi estremamente violenti o furenti; non parliamo di violenza assistita, piuttosto trattiamo della frustrante abitudine di mamma e papà di non trovare un accordo e un luogo per i dissidi che sia lontano dagli occhi dei figli.
Non litigare davanti ai figli non equivale a essere “la famiglia del mulino”, significa, piuttosto, decidere di mantenere una coerenza salda e serena come adulti di riferimento.
Quando si litiga dinnanzi ai bambini o ai ragazzi la vera criticità, capace da sola di alzare l’asticella dello stress degli adulti, sta nel sentirsi sminuiti agli occhi dei figli: perdiamo il controllo, siamo neri e non stiamo più nel ruolo di genitori stabili ed equilibrati. Il partner che ci costringe a una lite dinnanzi ai bambini fa questo, ovvero ci scredita come coppia alla guida della casa e ci scredita, anche singolarmente, come punto di riferimento per la prole. Inevitabilmente ciò lo avvertiamo, seppure spesso è a livello inconscio, e determina una tensione non semplice da gestire durante un litigio.
Cosa succede nella mente de i figli quando i genitori sistematicamente litigano in loro presenza
Al bambino che assiste sistematicamente a liti e scaramucce viene restituita l’immagine di un adulto nervoso, impulsivo, arrabbiato e ostinato. Senza considerare che si sentirà travolto da quei sentimenti che mamma e papà non sanno, per primi, gestire e contenere.
Chiedetevi se questo bimbo potrà mai apprezzare l’età adulta o ambire a diventare grande, probabilmente no. E il vostro modo di essere come coppia influirà persino sulla sua percezione dell’amore. Vista in quest’ottica la felicità del genitore ha un peso specifico nella vita del figlio che non è trascurabile e questa stessa felicità di mamma e papà, da soli o insieme, non è negoziabile.
È tautologico, ma vale la pena inserirlo in questo discorso, che non necessariamente i genitori devono andare d’accordo, piuttosto conta la stabilità emotiva e il rispetto dei ruoli affettivi degli adulti tra loro e verso i bambini: meglio un genitore felice e sereno che due genitori infelici e in guerra tra loro.
Perché litigare davanti ai figli può diventare un “vizio”
Delle due parti in “guerra”, mamma e papà, nessuna può salvarsi dal dolore provocato dagli occhi di un figlio che assista alle loro liti; difficile scrollarsi di dosso il peso delle offese e del rammarico; è dura dimenticare quel bambino che chiede equilibrio mentre gli adulti gli restituiscono conflitto. Litigare davanti ai figli tocca i tasti profondi e ci fa sentire inadeguati, ugualmente incapaci di gestirci e garantire stabilità al bambino. Ciò indipendentemente da chi ha portato la lite davanti ai figli e da come è stata gestita.
Tutto questo accende la miccia dell’astio e innesca un meccanismo di aggressione-sopraffazione per il quale ciascuna parte della coppia vorrà indurre il figlio a darle ragione, ad affidarsi a lei piuttosto che all’altro: di fatto si scatena un gioco al massacro!
Come smettere di litigare davanti ai figli
La questione dei litigi dinnanzi alla prole va affrontata con lucidità e in un momento di calma eviscerandone i pericoli; è importante parlare insieme e non parlarsi addosso o difendere solo le proprie posizioni; chiedere scusa con un seguito di ma e però non serve a nulla; è essenziale creare uno spazio di coppia in cui il ruolo genitoriale si mette in stand by e per una sera, un fine settimana o un pomeriggio si torna amanti, amici e fidanzati. Dialogo e complicità sono le condizioni su cui si costruisce la fiducia.
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