”A noi donne (la vicenda dell’omicidio di Giulia Tramontano, ndr.) dovrebbe insegnare che non dobbiamo mai andare ad un ultimo incontro chiarificatore. Si tratta di un momento estremamente pericoloso”, lo ha affermato con decisione, ma non senza tradire una profonda commozione, la procuratrice aggiunta di Milano Letizia Mannella.
Omicidio di Giulia Tramontano, l’incontro chiarificatore tra lei e l’amante di Alessandro l.
Affabile, abituato a un mondo scintillante, fatto di momenti di rilassatezza e abbandono mentale, chi siede al bancone di un bar lo fa per prendere le distanze dalla routine, alla ricerca di uno spazio di benessere, il barman assassino, Alessandro I., non aveva nessun precedente violento.
Eppure qualcosa deve averlo indotto a guardare Giulia come ad una minaccia. Nemmeno il bambino che portava nel grembo, malgrado fosse il loro bambino, ha potuto farle da scudo rispetto alla visone deviata che Alessandro aveva costruito di lei nei momenti del delitto.
I fatti in breve:
- Alessandro ha cercato in rete informazioni sul come uccidere e ridurre in cenere un corpo, due nel caso di Giulia che nel grembo culla va un bambino di 7 mesi;
- dopo averla uccisa ha provato a darle fuoco, è uscito di casa alla volta dell’appartamento della sua amante dove nessuno ha risposto al suo “appello di compagnia e more”;
- ha nascosto il cadavere di Giulia nel bagagliaio della sua auto;
- ha condotto le misere spoglie di quella donna incinta in un garage e a riprovato a farne fiamme e fumo; infine ha gettato via Giulia e il suo bambino tra le foglie, i cespugli il cemento, dietro ad una intercapedine, tutto questo Alessandro lo ha fatto da solo, senza complici, con le sue mani.
Mentre tutti cercavano Giulia, I. mentiva al mondo e mandava sms a un cellulare che sapeva benissimo non essere più nelle mani della donna. Anzi parlava con lei nella consapevolezza della sua morte chiamandola “Baby” in sms inviati al vento e confessando di non essere stato il fidanzato perfetto.
“Prima in casa continuavo a guardare la nostra foto della vacanza a Ibiza. So che non sono stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi, dicci solo che stai bene”, è questo il testo di uno degli sms inviati da Alessandro I. a Giulia già morta.
Omicidio di Giulia Tramontano, un film dell’orrore incominciato molti mesi prima
La trama che l’accaduto ha disegnato sembra quella di una finzione cinematografica o letteraria e il finale, la morte di una mamma incinta di suo figlio, è stato il peggiore possibile. La teatralità degli eventi culmina nella confessione dell’indagato: Alessandro avrebbe dichiarato di avere aiutato Giulia a morire poiché lei stessa si era ferita con all’intento di uccidersi.
“Si era fatta dei tagli. L’ho aiutata spingendo il coltello nel collo”, ha detto I. Ma nulla faceva credere che Giulia volesse morire, la famiglia ha negato l’idea dell’allontanamento volontario sin dal primo momento, figurarsi qualcosa di peggiore come un comportamento suicidario.
La procuratrice aggiunta ha chiarito che l’incontro fatale tra Giulia e Alessandro, avvenuto nella loro casa la sera del 28 maggio, seguiva ad un altro cruciale: l’incontro tra Giulia, incinta, e l’amante di I.
Chi è l’amante di Alessandro I
Alessandro e Giulia si erano conosciuti nel 2020, l’estate scorsa nella vita dell’uomo fa il suo ingresso una giovane italo-inglese appena 23enne, Giulia di anni ne aveva 29 e Alessandro ne ha 30.
L’amante conosceva il suo ruolo, lo avrebbe ammesso. Tuttavia ha anche chiarito che Alessandro dava una versione tutta sua di Giulia: la descriveva come problematica, affetta da disturbi mentali, arrivando persino a disconoscere la paternità del bambino nel pancione di lei. “Quel figlio che aspetta non è mio”, avrebbe detto all’amante.
A conferma delle sue elucubrazioni mentali, I. avrebbe fornito all’amante un test negativo del DNA fetale, referto rivelatosi poi artefatto.
I nodi sarebbero venuti al pettine quando la giovane avrebbe trovato sul telefono di Alessandro tracce di un rapporto più lineare, “normale”, se così possiamo definirlo in una estrema esemplificazione. Probabilmente spinta dai dubbi la ragazza ha contattato Giulia e l’ha incontrata.
Proprio all’Armani Bamboo, dove lavorava Alessandro, le donne si sarebbero incontrate e forse avrebbero anche invitato l’uomo a raggiungerle e unirsi a loro. Ma quello che la Procura dà per certo è che tra Giulia e la “rivale in amore” c’è stata complicità .
La lite sfociata nell’omicidio
Quando Giulia è tornata a casa, quando ha rivisto Alessandro con l’intenzione di chiarire gli accaduti è scoppia la lite fatale; la successiva messa in scena della sparizione della donna è stato il tentativo maldestro di un assassino di sfuggire alle sue responsabilità.
Il test del Luminol sull’auto di Alessandro I., i risultati positivi anche nell’appartamento e nell’area di transito dell’auto; le telecamere di sicurezza; le incongruenze, se tutto porta all’assassino niente cambia l’esito: una mamma è morta col corpo avvinghiato al figlio che aspettava in un ideale abbraccio che sconvolge tutti.
Omicidio di Giulia Tramontano e le altre “vittime indirette”
Anche l’amante ha avuto timore di I., lo ha lasciato trapelare la stampa. Alessandro ha ucciso Giulia e il suo bambino, ma in questa vicenda ci sono altre due vittime indirette: il primogenito di Alessandro, bimbo di 6-8 anni secondo le indiscrezioni, di cui si deve assolutamente tutelare la privatezza, e la sua mamma. Anche la loro esistenza è legata a quella del “mostro” finito in prima pagina.
Si vocifera che anche la giovane amante italo-inglese sia rimasta incinta di I. Ma, a quanto trapela, la gravidanza si sarebbe interrotta. Insomma questo padre non si è mai fermato nemmeno dinnanzi alla tenerezza dei figli, può l’animo umano essere così “inquinato”?
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