Elisa Pardini è più di una foto commovente di una bimba in un letto di ospedale, malgrado sia questa l’immagine dei suoi ultimi 3 anni di vita e quella che, ai nostri occhi di spettatori dalla rete web, la identifica tuttora.
Il popolo del web ha conosciuto Elisa nel 2019, ben oltre l’inizio del suo calvario e quando già aveva ricevuto un trapianto di cellule staminali. Papà Fabio ha scelto di diffondere su larga scala la storia di sua figlia, attraverso una pagina Facebook dedicata, quando, tra il primo e il secondo intervento, si è reso necessario “cercare il miracolo con ogni mezzo”, ovvero ricercare un nuovo donatore compatibile.
Ma procediamo con ordine e raccontiamo come il mondo dei social è stato incantato dalla forza di Elisa.
Elisa Pardini, una piccola guerriera
La vita di Elisa è stata interrotta da una forma seria di leucemia che l’ha prima lungamente costretta in ospedale e poi sottratta a questa terra. L’ultimo respiro di questa bambina si è consumato il 9 Aprile 2020, aveva 5 anni, gli ultimi 3 della sua esistenza li aveva tutti trascorsi in una camera d’ospedale.
La piccola ha ottenuto il suo primo trapianto il 19 gennaio del 2018; ma già a luglio dello stesso anno, ha manifestato le prime avvisaglie di un fallimento che papà Fabio ha, poi, raccontato con queste parole:
“Alcuni valori del sangue hanno cominciato ad oscillare e purtroppo hanno fatto capire che il chimerismo (le cellule del donatore nel sangue del donante) che prima erano al 100 per 100 stavano scemando sempre più in fretta”.
Nel marzo del 2019 l’annuncio che nessun genitore vorrebbe essere costretto a ricevere e a dare al proprio bambino e alla propria famiglia: “La belva fottuta e bastarda è tornata”. A quel punto, Elisa necessita di un secondo trapianto e le modalità praticabili restano solo due:
- cercare un nuovo donatore compatibile, in modo da massimizzare le possibilità di riuscita dell’intervento
- oppure ritentare con le cellule congelate del primo donatore.
La prima via non è praticabile malgrado la mobilitazione enorme in favore di Elisa, mobilitazione stimolata anche dagli appelli via social network . Sebbene in moltissimi si fanno avanti per la donazione, in quella circostanza imminente nessuna compatibilità utile emerge per la piccola Elisa.
Nemmeno viene richiamato il primo donatore per provare a ottenere cellule fresche.
Dal secondo trapianto all’ultimo respiro di Elisa Pardini
Così, il 29 novembre 2019, Elisa ottiene il suo secondo trapianto, ma le sorti della vita di questa bambina non si ribaltano e lo racconta chiaramente anche il suo papà:
“Abbiamo combattuto l’impossibile per trovare un altro donatore facendo appelli praticamente con tutti i mezzi di informazione a livello internazionale in quanto eravamo praticamente certi dell’insuccesso… Purtroppo questo donatore non si è mai trovato e nemmeno un altro e forse nemmeno il primo era abbastanza compatibile e solo dopo 45 giorni dall’infusione Elisa si è riammalata con situazioni devastanti che oltretutto si erano manifestate anche nel primo trapianto…E di seguito dopo pochi mesi la morte con una sofferenza inimmaginabile”.
Elisa Pardini, cosa ci lascia di lei
La sofferenza di Elisa ha lasciato traccia nei genitori, li ha segnati e li devasta ben oltre quel maledetto 9 aprile 2020. Ma oggi questa bimba può e deve essere un monito per tutti: l’invito è aderire alle campagne di sensibilizzazione per la donazione di midollo osseo (qui un approfondimento su “Come si dona: come funziona la donazione di midollo osseo”).
Come funziona la donazione di midollo osseo
Già mamma Sabina, che ha condiviso con Elisa 3 anni di ricovero ospedaliero perenne, aveva raccontato degli ultimi momenti di vita della sua bambina, adesso è papà Fabio che torna a parlarne attraverso un video diffuso via Facebook: