Seguici:

Compiti a casa: come studiare velocemente senza distrarsi

Fare una lista precisa dei compiti a casa, depennare le voci a mano a mano che vengono eseguiti, partire dal compito più semplice, fare pause

di Federica Federico

17 Ottobre 2024

Compiti a casa, una tragedia

Il problema dei compiti a casa è comune a moltissime famiglie, praticamente quasi a tutte, crea tensione tra genitori e figli, tra alunni e maestre o professori e scatena nei bambini e ragazzi ansie e paure allontanandoli dall’amore per lo studio e per la conoscenza. Sotto accusa è soprattutto la quantità eccessiva dei compiti assegnati, per svolgerli, infatti, i bambini impegnano interi pomeriggi a discapito delle attività extra-scolastiche, come lo sport, ma anche a dispregio del buon tempo condiviso in famiglia.

 

È ora di fare i compiti, ogni pomeriggio una lotta

A riguardo dei compiti a casa, uno dei problemi più ricorrenti è iniziarli: molti genitori si lamentano del fatto che bambini e ragazzi non vogliono fare i compiti e che ogni giorno incominciare a studiare è una tragedia. 

 

Gli atteggiamenti più comuni tra i nostri figli sono:

  • Evitamento o tendenza a posticipare i compiti;
  • Indecisione su casa fare prima e dopo, indice di scarsa sistematicità e organizzazione;
  • Richieste di aiuto espresse più come sfogo che non come proposito o bisogno di supporto reale.
 

Mio figlio non vuole fare i compiti per casa, che fare?

Nel rispetto della fisiologia di bambini e ragazzi, lo spazio massimo da dedicare al lavoro di studio e di concetto dovrebbe essere non superiore alle 6 ore giornaliere. In questo tempo andrebbero comprese anche le ore di scuola.

Ciò per non sovraccaricare la mente, per garantire un congruo spazio per i pasti e per il sonno, per consentire ai giovani di metabolizzare le informazioni apprese e introdurre nel quotidiano momenti di gioco, socialità, sport e magari di buona e vecchia noia, che tanto positivamente può concorrere alla crescita.

 

Per quanto tempo i bambini e i ragazzi devono e possono fare i compiti a casa?

Considerato l’impegno scolastico, il lavoro domestico non dovrebbe eccedere l’ora di tempo

Stando ai più recenti approdi neuroscientifici e pedagogici, in un pomeriggio:

  • i bambini dei primi 2 anni della scuola primaria non dovrebbero spendere più di 30, massimo 45 minuti del loro tempo per eseguire i compiti a casa;
  • i bimbi degli ultimi 2 anni della scuola primaria possono raggiungere gradualmente l’ora di studio pomeridiano;
  • gli allievi della scuola secondaria di primo grado (le medie) sono potenzialmente in grado di lavorare per circa un’ora e mezza;
  • i ragazzi delle superiori, invece, possono raggiungere le 2 ore, 2ore e mezza.
 

Superare questi range orari equivale a sovraccaricare la mente umana, con la conseguenza di rallentare i processi cognitivi diminuendo la qualità e la quantità dei concetti appresi dagli studenti.

Più il bambino o il ragazzo è sovraccarico meno sarà motivato allo studio.

 
@montessorianamente.mamma Compiti a 📚 casa, troppi compiti non servono a niente, ma tutti dobbiamo fare i conti col fatto che, nostro malgrado, ne vengono assegnati tanti, troppi… e allora? Come fare? #compiti #compitipercasa #compitiacasa #educazione #educareconrispetto #educazioneemotiva #educareconamore #educareconcura #educareinpositivo #montessori #metodomontessori #vitadamamma #figli #figlipiccoli #figlipiccolini😍 #educazionemontessoriana ♬ Relaxing Guitar – Yunusta
 

I compiti per casa sono moltissimi, cosa succede nella mente degli studenti

Spesso dietro all’atteggiamento dei bambini che non vogliono fare i compiti nel pomeriggio, che temporeggiano e continuano a dire: “Comincio tra 10 minuti”,  c’è una paura legata alla quantità dei compiti assegnati

 

Quando percepiscono che la quantità di esercizi, pagine da studiare e lavoro da svolgere è superiore rispetto al tempo a loro disposizione, bimbi e ragazzi si sentono sconfitti in partenza. Questa sensazione innesca il pensiero negativo del “Non ce la farò mai” rendendo  difficilissimo l’approccio ai compiti. 

 

Come affrontare i compiti a casa (anche quando sono molti):

  • Creare una lista dei compiti dettagliata segnando esercizio per esercizio e pagina per pagina;
  • Partire dal compito più facile col fine motivazionale di dimostrare a se stessi che la suddetta lista si può sfoltire presto;
  • Depennare di volta in volta i compiti eseguiti in modo da avere la percezione del lavoro che diminuisce (davanti agli occhi del ragazzo la lista si accorcia);
  • Prevedere dei tempi di ristoro.
 

Per ogni voce della lista è possibile stabilire un tempo di esecuzione puntando una sveglia. Tuttavia, la strategia del timer va misurata con la reattività del ragazzo e del bambino, alcuni rispondo bene, altri non tollerano il “limite orario”. Pertanto, desistete dal puntare la sveglia se si dimostra un’ulteriore fonte di ansia.

 

Se non fai i compiti ti prendi una bella nota sul registro: il rapporto insano con i compiti per casa

È molto importante assumere lo studio come elemento della quotidianità costruendo una relazione sana con i compiti a casa. Non è utopico credere che ciò sia possibile, tuttavia è indispensabile uno sforzo creativo dei docenti: tenendo conto della duttilità degli studenti, maestri e professori dovrebbero assegnare compiti capaci di attivare l’interesse dei nostri figli, nonché compiti che questi ultimi siano in grado di svolgere da soli. 

 

Mamma e papà non sono maestri o professori e il fatto che il bambino non svolga i suoi compiti non qualifica la famiglia come disattenta o distratta perché il compito assegnato è e deve essere considerato come una competenza dell’allievo. Ciò vale per ogni ordine e grado scolastico.

 

Senza considerare che la punizione per non aver svolto i compiti, peggio ancora la nota, causano la percezione dell’assegno come una condanna o una punizione o un obbligo non derogabile. Questo modo di percepire i compiti non realizza un avvicinamento tra bambini-ragazzi e istituzione scolastica. Nemmeno avvicina le famiglie alla scuola, anzi i genitori si trovano nella difficoltà di controllare che i figli svolgano l’assegno quotidiano. 

 
Come studiare e fare tutti i compiti a casa
Come studiare e fare tutti i compiti a casa

Come studiare, consigli pratici

  • Fare un buon pranzo e una buona merenda;
  • Avere buone abitudini di riposo;
  • Creare una routine dello studio;
  • Rispettare le pause;
  • Trovare il proprio metodo di studio.
 

Nella buona riuscita dello studio domestico, hanno un peso specifico anche elementi non sempre messi in relazione diretta con lo studio:

  • l’alimentazione, che deve essere sana ed equilibrata soprattutto nelle ore precedenti allo studio, con riguardo cioè alla colazione e al pranzo;
  • il sonno che dev’essere congruo;
  • la routine, che, ove ordinata, può valere come struttura di rinforzo, rassicurante e stabilizzante.
 

Una buona routine dello studio ha a che fare con gli orari di lavoro: stabilite un orario in cui si inizia a studiare evitando di procrastinarlo. Un buon consiglio è riempire le giornate dei ragazzi e dei bambini anche con attività piacevoli e di svago, ciò li aiuterà ad avere un obiettivo appetibile e ulteriore che valga come sprono a studiare.

 

Adesso studio perché alle 18:00 devo allenarmi”, “perché questa sera c’è la serata cinema con mamma e papà”; “voglio finire i compiti perché ho le prove dello spettacolo in teatro”, eccetera: l’obiettivo supera la frustrazione del momento e aiuta a guardare lontano. Pertanto non dimenticate mai di “dare valore al piacere” nelle giornate dei vostri figli!

 

Soglie attentive per fasce d’età e rapporto attenzione – compiti a casa

limiti attentavi dei giovani studenti andrebbero sempre rispettati. Tuttavia quello che viene loro richiesto, con il sovraccarico di compiti a cui comunemente sono assoggettati, non è facilmente né fisiologicamente adattabile alle soglie attentive:

 

le neuroscienze dimostrano che uno studente maturo merita una pausa di 15-20 minuti ogni 2 ore di studio, non farla danneggia la prestazione complessiva e il risultato finale.

Ma ciò di cui disgraziatamente la scuola non tiene affatto conto è che l’attenzione du un bimbo tra i 6 e i 7 anni già cala dopo circa 15 minuti di lavoro immersivo; quella di uno studente tra i 15 e i 16 anni resiste dai 30 ai 45 minuti di lavoro. 

 

Ciò posto, senza polemizzare sul rispetto delle pause tra i banchi della scuola italiana o sulla mole sovrabbondante di assegno per casa, è consigliabile educare i figli a godere di piccole pause cadenzate nel corso del lavoro domestico. 

 

La distrazione è la diretta conseguenza della mancanza di giuste pause oppure della loro totale assenza.

 

Mio figlio si distrae di continuo, che fare?

La distrazione è la risposta fisiologica al sovraccarico mentale, di fatto il cervello, non assecondato nel suo bisogno di fermarsi, crea da sé uno spazio di stop prendendo una pausa che dall’esterno viene etichettata come distrazione.

 

Dire al ragazzo: “Ti distrai sempre, sei disorganizzato, non fai che perdere tempo” equivale a negativizzare i suoi bisogni, fargli pesare il suo stesso senso di fatica e condannarlo a un giudizio rigido. 

 

La condanna della distrazione, senza cercare la sua origine e modulare, quindi, le pause, fa sentire colpevoli gli studenti e ingenera ansia prestazionale. Piuttosto aiutiamo i ragazzi a cadenzare il lavoro facendo piccole e funzionali pause di ristoro.

 

Metodi per studiare

Noi genitori commettiamo spesso l’errore di “suggerire” ai nostri figli il “metodo migliore” per fare le cose, anche a riguardo del come studiare a casa. Attenzione: il metodo di studio è sempre personale e trovarlo è il risultato di sperimentazioni e tentativi che il bambino deve compiere autonomamente e necessariamente passando attraverso l’errore.

 
Compiti a casa, come concentrarsi nello studio
Compiti a casa, come concentrarsi nello studio

Come concentrarsi nello studio

Oltre la motivazione aiuta: 

  • Studiare in un luogo tranquillo lontano da fonti di distrazione. Attenzione ai telefonini, alla televisione e anche alla musica, ammesse come sottofondo, per qualcuno sono persino utili e funzionano come sistema per isolarsi. Ma ne va valutato sempre il potenziale intromissivo e disturbante, spegnetele se rallentano o distraggono.
  • Avere una postazione comoda influisce sulla resa nello studio a casa. Se avete più figli e per vostra praticità gli fate condividere, per esempio, il tavolo della cucina, abbiate cura di constatare se effettivamente sono comodi, se riescono ad isolarsi dagli altri, se hanno o meno bisogno di maggiore privatezza nel momento dell’esecuzione dei compiti. 
 

Come studiare più velocemente e bene

  • Seguire in classe aiuta lo studio domestico, qui inteso come una sedimentazione di concetti già acquisiti o come un piccolo approfondimento. Laddove queste dovrebbero, in effetti, essere le sue funzioni naturali.
  • Prendere appunti in classe può essere utile come base di partenza nello studio domestico, va da sè che l’appunto è una competenza che si affina in modo sempre più maturo durante il percorso della scuola media. I genitori possono chiedere agli insegnanti di favorire questa pratica che serve anche a tenere viva l’attenzione sul procedere della spiegazione.
 
Svolgere i compiti a casa in compagnia
Svolgere i compiti a casa in compagnia

Studiare in compagnia: studiare in gruppo o con un compagno di studio

Alcuni studenti trovano proficuo lo studio in compagnia, l’allenamento alla verbalizzazione dei concetti appresi ne beneficia, quindi ne beneficiano le materie orali, ma è possibile anche affrontare insieme quelle scritte correggendosi a vicenda.

 

Per lo studio condiviso i ragazzi devono essere sufficientemente motivati, devono essere maturi e allenati. Possono favorirlo anche i genitori sia in un’ottica di mutuo aiuto, per cui i ragazzi integrano le loro competenze sostenendosi reciprocamente nelle materie in cui riescono meglio, sia in una visione di supporto all’attività di studio in generale.

 

Errori dei genitori nella gestione dei compiti per casa

Capita che i genitori, a loro volta sopraffatti dai tantissimi compiti assegnati ai figli, cedano all’aiuto commettendo, sebbene in buona fede, l’errore di sostituirsi ai figli.

 

Mai fare i compiti al posto dei figli! 

 
@montessorianamente.mamma #stitch con @Aurora Biancheria MODENA Mai fare i compiti al posto dei figli o cercare delle soluzioni per loro, gli insegnanti servono anche a ripetere, rispiegare e chiarire. SE VOLETE PARLARE DI COMPITI A CASA, fatemelo sapere, è un altro discorso! #compitiacasa #scuolaitaliana #educareconrispetto #autonomiainfantil #autonomia #educareconcura #vitadamamma #educazionemontessori #educazionemontessoriana ♬ suono originale – Federica Federico
 

Altri errori da non commettere sono: 

  • criticare i ragazzi, 
  • giudicarli, 
  • correggerli, 
  • mettere loro fretta,
  • sminuire il loro impegno,
  • parlare male dei docenti e della scuola togliendo autorità a un sistema con cui i nostri figli dovranno comunque convivere.
 

Per le correzioni ci sono gli insegnanti, sono deputati a questo, oltre che a rispiegare se i ragazzi o i bambini non hanno capito. Con riguardo alla fretta, una precisazione è d’obbligo: ogni bambino, come ogni ragazzo, ha i suoi tempi e non possono essere forzati

 

Se uno studente, qualsiasi sia la sua età, ha difficoltà in una particolare materia o nell’esecuzione di questo o quel compito, è consigliabile parlare con l’insegnate e chiedere supporto anche metodologico. Il metodo domestico non dovrebbe mai entrare in conflitto con quello didattico adoperato a scuola; i docenti dovrebbero, altresì mettersi sempre in una posizione d’ascolto e assecondare le esigenze dello studente, anche quelle relative ai tempi di studio.

 

Dinanzi a un insegnante indifferente ai bisogni dell’alunno, parlare col dirigente scolastico può aiutare le famiglie a trovare una soluzione, la migliore per lo studente.

 

Premiare i figli per i buoni voti e quando fanno i compiti: niente di più sbagliato!

I compiti non possono diventare oggetto di baratto, la soddisfazione che il ragazzo deve trovare nell’apprendimento merita di restare personale. È per questo che il premio non è un buon sistema motivazionale per lo studio e l’esecuzione dei compiti a casa. 

 

Provate, piuttosto, a rintracciare i talenti dei vostri figli sin da quando sono bambini e a potenziarli. Per esempio, potete farlo partendo anche dalla lettura, fosse pure quella creativa. La matematica e le scienze, invece, possono essere sostenute dall’esperienza, ovvero dagli esperimenti e dall’osservazione. Insomma la cultura e il sapere non vanno sviliti o esemplificati con un semplice premio.

 

In conclusione, l’apprendimento ha bisogno di buone e positive emozioni. Voi genitori, per primi, liberatevi dall’idea che i compiti a casa siano un dovere inderogabile e date ai bambini e ai ragazzi la possibilità di misurarsi in autonomia con le difficoltà dello studio senza drammatizzarle, anzi, facendo valere ogni competenza come una preziosa conquista.



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici