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Guardare Mare Fuori con i figli : 3 buoni motivi

Il riscatto, il male e l'espiazione, il mutamento, l'amicizia, l'amore e il mare che lava via il dolore e concede futuro: perchè guardare Mare Fuori.

di Federica Federico

10 Marzo 2023

Perchè guardare Mare Fuori

Senza paura di esagerare, possiamo dire che tra i giovanissimi non aver guardato Mare Fuori è come non stare su Instagram o su TikTok; la serie distribuita da Netfilx e visibile su Raiplay, è praticamente quello che si definisce un fenomeno di costume. Di fatto, di buoni motivi per guardare Mare Fuori ce ne sono parecchi!

 

Mare Fuori, trama senza spoiler

La serie televisiva mette sullo schermo le emozioni e le “implicazioni culturali” che interessano la vita dei detenuti dell’IPM, l’istituto penitenziario minorile, di Napoli e di parte del personale che vi lavora. Si scopre come bene e male possano coesistere, emergere, divorarsi, combattere e distruggersi l’un l’altro risorgendo sempre dalle loro stesse ceneri.

 

La violenza, come l’amore, possono essere una fenice; possono ucciderci come renderci invincibili; a seconda delle nostre scelte, dello sguardo che lasciamo scivolare sulla vita e del senso che vogliamo dare al futuro, violenza e amore ci attraggono o ci respingono; sono come le onde di un mare in tempesta: o ci risucchiano verso la morte o ci salvano liberandoci sulla sabbia della riva.

 

3 buoni motivi per guardare Mare Fuori con i figli adolescenti

La serie rende manifesto:

  1. che il male esiste e ci passa accanto,
  2. che una persona non è il suo reato, anche se il suo reato è il motivo per cui deve scontare una pena,
  3. che il degrado non è una condanna, è una malattia cronica da cui meritano di guarire innanzitutto i nostri pregiudizi.

L’IPM di Mare Fuori è un luogo immaginato, ispirato però a un istituto di detenzione minorile realmente vicino alla Napoli della serie: è liberamente ispirato al carcere di Nisida

 

Guardare Mare Fuori, su cosa ci fa riflettere

Molti adolescenti non immaginano che un loro coetaneo possa essere già stato corrotto dalla vita o che la vita stessa possa averlo tratto in trappola, tradito e incastrato. In questo senso la serie è estremamente leale: Mare Fuori smaschera il male, lo rende manifesto, lo colloca nelle vite di chi non lo ha coltivato, come dimostra che è difficile da sostenere persino per chi è nato e cresciuto in un ambiente violento.

 

Anche i delinquenti sono stati liberi, non semplicemente liberi di vivere fuori dal carcere! Più profondamente, nel loro passato prima dell’arresto, sono stati padroni di una vita che potevano guidare diversamente o che poteva andare in un altro modo. In quella libertà hanno conosciuto sentimenti comuni a tutti.

 

L’animo dei protagonisti di Mare Fuori si riconosce in quello che sono stati prima di sbagliare e perciò lo sbaglio non li identifica, ripetiamolo: una persona non è il suo reato anche se il suo reato è ciò per cui deve espiare una pena

 

Guardare Mare Fuori per superare i pregiudizi

Esiste ancora una visione pregiudizievole di Napoli, lontana dalla sirena Partenope, dal mare fuori sul Golfo, dalla magia di essere a metà strada tra mare aperto e lava calda del vulcano. I vesuviani sono un popolo antico, le prime viti pompeiane furono piantate da genti che parlavano il latino e le spiagge sotto il Vesuvio sono nere come cenere venuta dal fuoco. La terra che corre dalla montagna al mare è tutta fertile, nutrita dal profondo calore del suo cuore pulsante, il cibo è saporito e pieno, la storia vivida e ricca di fregi nascosti.

 

Tuttavia ancora si associa ,troppo spesso e con troppa disattenzione, questa terra al degrado. Lo si estende persino alle persone in una narrazione del sud che non tiene conto della sua storia e delle sue bellezze. Carmine e Filippo sono l’anti-stereotipo e dimostrano come Napoli e Milano non sono poi così lontane, opposte e inconciliabili.

 

Dov’è girato Mare Fuori

Il setting principale della serie è l’Istituto di pena minorile di Napoli seguito dalle strade della città partenopea, dai suoi scorci popolari e dalle vie che si affacciano sulle spiagge e sul mare.

 

Il mare gioca un ruolo fondamentale nella serie: rappresenta l’emblema della libertà, la dimostrazione che oltre (fuori) c’è sempre una speranza, infatti i ragazzi “il mare fuori” se lo portano dentro, ne restano coinvolti, li penetra e ne diviene parte.

 

Ad ospitare le riprese è la  sede della Marina Militare della città di Napoli, presso il Molo San Vincenzo, l’architettura di questo luogo ha perfettamente vestito gli scenari della fiction. E il mare come libertà sperata e possibile, dimostrata e ammessa, è il protagonista anche della colonna sonora. 

 

La canzone, firma da  Matteo Paolillo e Stefano Lentini, fa da soundtrack ufficiale della serie tv insieme anche a “Sangue Nero” composta da Lorenzo Gennaro con testo e esecuzione di Matteo Paolillo.

 

Guardare Mare Fuori per immedesimarsi in assassini e criminali, perché?

Chi sa quanti genitori si sono posti questa domanda, ma la risposta è ciò che conta e molti adolescenti, contrariamente alla scarsa fiducia che spesso attribuiamo loro, hanno saputo trovare da soli la risposta: un reato è un errore non necessariamente un marchio a fuoco, chi sbaglia può insegnarci a non fare lo stesso.

 

Carmine, Edoardo e Filippo: i diversi sensi di Mare Fuori

Carmine uccide perchè il sistema lo incastra in un ruolo ereditato di cui gli chiede conto. Il suo cognome gli impone di pagare un prezzo più alto della sua tolleranza: Carmine diventa un criminale per tentare di sfuggire dal dovere di esserlo.

L’amore fa emergere la furia, ma l’amore stesso fa emergere la giustizia: l’amore di Carmine vince su tutto.

 

Edoardo a sfida la sua fragilità dimostrando come l’ambiente, la sua narrativa e il linguaggio che ci ha educati, ci segnino profondamente; vuole così tanto fidarsi del sistema in cui è nato da rischiare tutto se stesso.

 

Filippo viene da un’altro pianeta eppure nessuno è salvo per destino di nascita, anzi ciò che gli accade è come cadere in un baratro. Il “Chiattilo” è un uomo che ha perduto la bussola, ma rialzandosi da una pozza del suo stesso sangue si riconosce in quello che non immaginava di essere e rinasce nel dolore.

 

Naditza e Kubra: cosa ci resta di loro

Naditza, con la sua scintilla dell’arte, ci insegna che, allo stesso modo, nessuno è condannato per disgrazia di nascita. La sua di nascita, però, non la rende debole. Questo personaggio dimostra che le radici restano, sempre, che il nostro compito non è reciderle ma nutrirle per ottenere nuova linfa.

 

Kubra è la vita di tutti che scorre nelle vene di uno solo e a noi adulti sbatte in faccia la più grande responsabilità: l’esistenza dei figli dipende dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti, ma dovremmo smetterla di sentirci tanto grandi e migliori rispetto alle creature che abbiamo generato.

 

Pino e Cardiotrap: il bene dentro il male

Pino mette in scena la complessità umana e la vulnerabilità di chi l’amore non semplicemente lo desidera ma ne ha bisogno come l’aria, l’acqua, il cibo e ne è rimasto per così tanto affamato, privo, prosciugato da non saper gestire le sue risorse. Questo personaggio guarda il mondo attraverso una lente distorta: ama sua madre con l’intenzione prima di proteggerla, ama i suoi cani votandosi alla fedeltà, agisce per difendere e finisce col punire se stesso.

 

Gianni, noto come Cardiotrap è un manifesto vivente contro la violenza sulle donne. Ed è suo il più grande atto di amore di tutta la serie: dona la libertà (a sue spese)! Questo personaggio porta sulla pelle le ferite dei fallimenti altrui, degli abusi, delle vessazioni e se ne fa carico senza rinunciare all’amore e all’amicizia. Gianni è come un Tao capace di serbare bene e male tenendoli in equilibrio tra loro: inganna ma ama, canta il dolore ma esorta alla vita, è piccolo e appare fragile ma sopravvive sempre.

 

Altri personaggi di Mare Fuori

Non sono da meno tutti gli altri personaggi, ciascuno con la sua sfaccettatura umana compresa Paola che dimostra che si diventa e si resta mamme sin dal concepimento. Questa madre ritrova se stessa quando stringe al petto Futura, una creatura che non proviene dal suo ventre ma entra nel suo cuore.

 

In molte parti Mare Fuori è una favola buona che tradisce la realtà di giovani vite amputate dalla violenza, dall’isolamento e dalla mancanza di cultura, ma ci sta che una favola sia magica, ci sta che si possa scappare dentro le sue vie e scoprire che la resilienza esiste. Del resto sono le buone novelle a ispirare la forza e la forza è il motore del riscatto.

 

Dove si può guardare Mare Fuori

Le prime due stagioni sono disponibili su Netflix, mentre gratuitamente su RayPlay sono disponibili le stesse prime 2 stagioni e anche i 12 nuovi episodi della terza.

 

A che età guardare Mare Fuori

Netflix rubrica la serie come adatta ad un pubblico 16+ ma è innegabile che sia diventata un fenomeno di costume; spezzoni, più o meno lunghi, spesso anche difficili da interpretare quando estrapolati dal contesto, girano ovunque. Pertanto non abbiate paure di affrontare una visione accompagnata e critica (in senso positivo) anche con ragazzi più piccoli, già a 13 anni può essere possibile la comprensione delle sfaccettature di quesa serie guardandola insieme ad un adulto.

 


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