Sono 13 i dispersi della Marmolada, sono stati travolti da una “valanga” di ghiaccio e pietre, 8 i feriti, tutti ricoverati, e 7 le vittime, tra le quali solo tre i corpi riconosciuti ufficialmente.
Che cos’è successo in Marmolada e qual è la più grande paura adesso?
Le immagini di un seracco mentre si stacca dal ghiacciaio della Marmolada, provocando una grossa valanga, hanno scosso l’Italia e il mondo.
Che cos’è un seracco?
Un seracco, termine ai più ignoto prima di ieri, è più di una valanga: quest’ultima (una valanga) consente di cercare con le sonde nella neve e, quando la neve si scioglie, restituisce ciò che è stato sommerso, anche i corpi. Il seracco, invece, è un mix di neve, terra, pietre e ghiaccio tale da non permettere la penetrazione delle sonde e tale da inghiottire letteralmente i corpi.
Si stima che sull’area in cui si è abbattuto il seracco della Marmolada si siano depositati circa trenta metri di ghiaccio, pietre, terra e neve, senza considerare che la zona è naturalmente segnata da crepacci e fenditure.
La fisiologia della montagna e la portata dell’evento lasciano credere che il recupero dei dispersi sarà difficile: la paura più grande è che non vengano ritrovate le umane spoglie di un dramma consumato proprio laddove l’uomo vuole solo accarezzare la natura e lambirne la purezza.
Walter Cainelli, presidente del soccorso alpino del Trentino, immediatamente giunto sulla scena della tragedia in Marmolada non ha fatto mistero delle difficoltà relative al recupero di vittime e ventali superstiti: “Sarà difficile recuperare le vittime perché farlo mette in pericolo i soccorritori”, quello su cui si lavora è “un fiume di ghiaccio, sassi e rocce” che rende impossibile effettuare delle ricerche in profondità (Fonte della dichiarazione La Repubblica).
La stampa nazionale riporta alla mente un ricordo risalente alla Grande Guerra e datato 1916: l’esercito austro-ungarico scavò una Eisstadt, una cittadella nel ghiaccio, nel 1916 gli italiani provarono ad espugnarlo con una battaglia che costò vittime ad ambo le parti. Molti i soldati che allora furono dichiarati dispersi e tanti i corpi inghiottiti dalle rocce e del ghiaccio, al punto che gli ultimi resti di un militare italiano sono stati rinvenuti nel 2009, ovvero 93 anni dopo.
Riconoscimento delle vittime della Marmolada attraverso il Dna
Sono già state attivate le procedure di comparazione dei resti umani al Dna degli scomparsi, ma i tempi di una simile procedura restano lunghi e complessi.
Chi sono le vittime della Marmolada e chi è tra i dispersi
Allo stato attuale, soltanto tre tra i corpi recuperati sono stati riconosciuti ufficialmente:
- Filippo Bari, 27 anni, residente a Malo in provincia di Vicenza e originario di Isola Vicentina, sta facendo il giro del web l’ultimo selfie inviato ai familiari prima della tragedia;
- il crollo del seracco a Punta Rocca è costato la vita anche a Paolo Dani , 52 anni, esperta guida alpina di Valdagno;
- Tommaso Carollo, manager di 48 anni, di Thiene nel vicentino. A piangere Tommaso anche suo figlio di 9 anni, spesso lo portava con sé nelle escursioni dei weekend. Questa volta Tommaso scalava insieme alla compagna, Alessandra, lei si trovava all fine del ghiaccio quando è accaduto il peggio ed è miracolosamente sopravvissuta, ora si trova all’ospedale di Trento insieme agli altri feriti.
I nomi degli altri quattro alpinisti recuperati senza vita sulla Marmolada, al momento, non sono stati resi noti.
Marmolada, i dispersi
Tra i dispersi, il più giovane amante della montagna disperso in Marmolada si chiama Nicolò Zavatta, ha appena 22 anni anche lui residente nel vicentino. Nicolò saliva sulla Marmolada al seguito della guida alpina Paolo Dani, una delle vittime accertate della tragedia. Il giovane, da sempre amante della montagna, si cimentava nell’alpinismo da poco tempo e aveva lui stesso voluto associarsi alla cordata dei vicentini, tutti coinvolti nel seracco.
Insieme a Nicolò, per vivere l’avventura della montagna, l’amico Riccardo, 27 anni, di Ponte di Barbarano, quest’ultimo è rimasto ferito ed e ricoverato in condizioni fortunatamente non preoccupanti all’ospedale Santa Chiara di Trento.
Anche il nome di Davide Miotti, guida alpina di Tezze sul Brenta, figura nella lista dei dispersi insieme alla compagna Erica Campagnaro. La coppia ha due figli di 26 e 15 anni.
Gianfranco Gallina, cuoco, ed Emanuela Piran, rispettivamente 36 e 33 anni, lui di Montebelluna e lei di Bassano del Grappa sono rimasti coinvolti nella tragedia della montagna e sono tutt’ora dispersi. Anche loro amanti della montagna ed esperti, come molti altri salivano la Marmolada accompagnati da una guida.
Tra i dispersi figura anche il nome di Liliana Bertoldi, 58enne di Levico Terme, mamma di due figlie, anche lei esperta alpinista e appassionata di fotografia.
E ancora quello di Davide Carnielli, grande appassionato di montagna e anche consigliere comunale a Fornace. La lista delle persone coinvolte dal crollo si accresce di tre cittadini della Repubblica Ceca.