La storia che vede protagonisti Patrick e Susan, fratelli biologici cresciuti in diverse famiglie, sembra tratta da un film, una vicenda d’altri tempi che, al contrario di quanto si possa pensare, è reale e più attuale che mai, proprio come il dibattito etico e morale che ne è scaturito.
La coppia infatti ha fortemente contestato le condanne subite, in particolar modo la sottrazione di tre dei loro quattro figli, ed ha iniziato una vera e propria battaglia per legalizzare l’incesto.
Patrick e Susan: la storia dei fratelli accusati di incesto.
Patrick nasce a Lipsia, città della Sassonia, stato federale della Germania dell’Est, nel 1976. All’età di 3 anni viene sottratto alla famiglia d’origine perché minacciato con un coltello dal padre alcolizzato, resterà in orfanotrofio per i successivi quattro anni prima di essere adottato dai Stubing e trasferirsi definitivamente da loro a Potsdam.
Susan Karolewski nasce nel 1984, il lieto evento avviene proprio nel giorno in cui viene reso effettivo il divorzio dei suoi genitori, gli stessi di Patrick. La piccola viene affidata alla madre con la quale vivrà e crescerà nella loro casa a Lipsia.
Raggiunta la maggiore età, Patrick inizia le ricerche della sua famiglia d’origine, il giovane infatti ha deciso di ricongiungersi con i suoi genitori biologici, un’impresa che porterà a compimento quattro anni più tardi, ossia nel 2000, all’età di 23 anni. Il giovane ritrova la madre Ana Marie e apprende da lei di aver avuto altri 6 fratelli e sorelle, suoi consanguinei, che purtroppo non è riuscito a conoscere in quanto deceduti per problemi di salute o a causa delle loro disabilità. Susan, all’epoca 16enne, è l’unica sorella rimasta in vita e con lei instaura sin da subito un legame molto speciale, fatto inizialmente di confidenze ma successivamente sfociato in qualcosa di più “importante”.
Nel 2001, sei mesi dopo aver ritrovato la sua famiglia ed essersi trasferito da loro, Patrick è costretto a dire addio alla madre, la donna infatti muore improvvisamente per un arresto cardiaco. Nonostante la tragedia appena avvenuta, il ragazzo decide di restare a Lipsia, di diventare il nuovo capofamiglia e di prendersi cura di Susan.
“La fiducia è diventata un diverso tipo di amore quando nostra madre è morta […] Sono diventato il capofamiglia e dovevo proteggere mia sorella. Lei è molto sensibile, ma ci siamo aiutati a vicenda durante questo periodo molto difficile e alla fine quel rapporto è diventato fisico”.
Così Patrick e Susan hanno descritto il loro rapporto tramutatosi in amore. I due fratelli hanno così iniziato a dormire insieme come una vera e propria coppia, una relazione illegale nel loro paese, divenuta un caso mediatico molto discusso dopo la nascita del loro primo figlio.
Patrick e Susan: 4 figli insieme e 3 condanne.
È l’ottobre del 2001, l’allora 16enne Susan dà alla luce il suo primo figlio, Eric, un bambino che la stampa estera descrive come gravemente disabile. La vicenda mette in allarme un’infermiera che, insospettita dal particolare legame tra fratello e sorella, denuncia il giovane alle autorità. Patrick e Susan vengono accusati di incesto mentre il piccolo viene sottratto ai suoi genitori ed affidato ad una famiglia adottiva.
Nel 2002 Patrick e Susan vengono processati dal tribunale distrettuale di Lipsia, il giovane, dichiarato colpevole a tutti gli effetti, subisce una condanna pari ad un anno di reclusione con sospensione della pena. La Karolewski, all’epoca 17enne, viene invece processata come minorenne, in questo modo diventa non punibile per legge pur avendo commesso il reato. Viene comunque affidata alle cure degli assistenti sociali in quanto ha una disabilità mentale correlata ad un disturbo dipendente di personalità (Dependent personality disorder – DPD), ovvero presenta una pervasiva dipendenza psicologica dalle altre persone, motivo per il quale il tribunale la ritiene parzialmente responsabile delle sue azioni.
Nonostante la condanna e il clamore mediatico suscitato dalla loro storia, Patrick e Susan portano avanti la loro relazione e il loro sogno di avere una famiglia diventando nuovamente genitori di Sarah, bimba nata nel marzo del 2003 con gravi disabilità, e Nancy, la loro terzogenita nata nell’aprile 2004. Come accaduto per il primo figlio, le autorità decidono di sottrarre le due bambine alla coppia, accusata nuovamente di incesto. Stubing viene condannato a 10 mesi di carcere per non aver rispettato i termini della pena sospesa.
Tuttavia, prima ancora di iniziare il periodo di detenzione, Patrick e Susan concepiscono il loro quarto ed ultimo figlio. Sofia nasce nell’aprile 2005, pochi mesi prima dell’inizio del nuovo processo che vede ancora una volta i suoi genitori sul banco degli imputati. Dati i precedenti, stavolta la corte si mostra meno indulgente nei confronti di Patrick e Susan, il giovane viene infatti condannato ad altri 2 anni e mezzo di carcere mentre la neo mamma è affidata per un anno alle cure dei servizi sociali, insieme alla sua bambina.
Subito dopo la terza condanna, Patrick si sottopone volontariamente ad una vasectomia mentre Susan partorisce nel giugno 2006 un’altra bambina, Sophira, sua quinta figlia, la prima nata da un rapporto “legale”. Il padre della piccola infatti è un uomo di 49 anni che la giovane ha frequentato fino al ritorno a casa del fratello.
La coppia incestuosa è difatti tornata insieme nel febbraio del 2007 quando, finito di scontare la sua pena, Stubing si è riunito alla sorella e alla loro ultima figlia, l’unica rimasta insieme ai suoi genitori.
“Sono felice che Patrick sia qui. È di nuovo con me. Ho bisogno di lui”.
È quanto dichiarato dalla donna che, prima di ricongiungersi all’amato fratello, si è separata dal fidanzato lasciandogli la bimba avuta da lui.
La storia di Patrick e Susan: aspetti legali ed etici.
Come accennato in precedenza, durante l’ultimo periodo di detenzione Patrick Stubing si è sottoposto volontariamente ad un intervento di vasectomia al fine di poter vivere tranquillamente insieme all’amata sorella Susan ed evitare un ulteriore condanna.
Durante i processi affrontati dalla coppia infatti è divenuto chiaro quanto le gravidanze siano state rilevanti nel determinare l’accusa e, di conseguenza, le condanne. Per comprendere tale correlazione è fondamentale conoscere il significato legale che si dà alla parola incesto.
Fermo restando che le leggi in materia d’incesto possono subire delle variazioni spesso considerevoli a seconda del Paese di appartenenza, sommariamente queste vietano un rapporto intimo (spesso specificato come penetrazione) tra familiari o parenti stretti che hanno un rapporto di discendenza diretto oppure un legame familiare acquisito (esempio genitore-figlio adottivo).
In molti casi il reato di incesto è definito tale quando da esso deriva un pubblico scandalo, come quello che vede protagonisti Patrick e Susan, la cui relazione incestuosa è divenuta di dominio pubblico solo dopo la nascita del loro primo figlio, prova inconfutabile di un avvenuto rapporto intimo tra fratello e sorella.
I bambini sono dunque il punto focale dell’intera vicenda nonché della battaglia legale portata avanti da Patrick e Susan che, dopo la scarcerazione dell’uomo, hanno intentato una causa per far abolire in Germania la legge sull’incesto sperando così di poter riunire la loro famiglia.
“Vedere tuo figlio che viene accudito da qualcun altro quando, al contrario, dovrebbe essere con te, è difficile da sopportare per qualsiasi genitore – ha dichiarato Stubing – Nostra madre non avrebbe approvato, ma gli unici che dovrebbero giudicarci adesso siamo noi”.
Il 26 Febbraio del 2008 la Corte costituzionale federale ha respinto il ricorso negando l’incostituzionalità della norma penale e confermando l’incesto un reato penale in Germania. Questa sentenza non ha tuttavia fermato Stubing che nel 2012 si è appellato alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) sostenendo una violazione dei suoi diritti alla vita privata e alla famiglia.
La risposta del CEDU è stata un’ulteriore doccia fredda per Patrick e Susan, la Corte europea infatti ha dichiarato che “il divieto all’incesto per fratelli e sorelle in Germania non viola il diritto fondamentale alla protezione della vita familiare”.
Patrick e Susan: l’epilogo.
Le ultime notizie ufficiali su Patrick e Susan risalgono al 2014, periodo in cui la stampa tedesca rendeva nota la decisione presa dal Consiglio etico tedesco, schieratosi nettamente dalla parte della coppia. Secondo quest’ultimo infatti, composto da 26 esperti che discutono su questioni etiche, sociali, mediche o legali, la relazione tra Patrick e Susan non poteva definirsi a tutti gli effetti un incesto in quanto i due ragazzi non sono cresciuti come fratelli bensì come perfetti estranei che si sono incontrati solo in seguito, quando lui era ormai maggiorenne e lei una giovane in piena fase adolescenziale.
Il Consiglio etico si è inoltre espresso anche sull’argomento “genetico”, ossia vietare l’incesto al fine di evitare il concepimento, e di conseguenza la nascita, di bambini malformati o con disabilità. Una possibilità che, come sostiene il Consiglio, e come affermato anche da Stubing, può verificarsi anche tra “coppie a norma di legge”.
“Due dei nostri figli sono disabili – ha dichiarato in passato Patrick Stubing – Ma questo non ha a che fare necessariamente con il fatto che siamo fratelli. Ci sono altre persone disabili nella nostra famiglia. Avevamo sei fratelli e sorelle che in alcuni casi non sono sopravvissuti perché disabili”.
Quanto dichiarato dal Consiglio etico ha solo valore morale, non ha dunque ribaltato le condanne di Patrick e Susan, tuttavia ha mantenuto aperto il dibattito sulla possibilità di abolire la legge sull’incesto.
Per quanto riguarda la coppia, il quotidiano tedesco Bild afferma che Patrick e Susan si sono separati definitivamente nel 2010 e che da allora comunicano solo tramite gli avvocati. Di contro, il quotidiano inglese Daily Mail afferma che i due fratelli stiano ancora insieme e continuano la loro battaglia affinché l’incesto diventi legale.
E voi cosa ne pensate? Siete a favore della legge o del Consiglio etico?