L’epatite acuta è una rapida infiammazione che aggredisce il fegato rischiando di danneggiarlo gravemente e in tempi molto brevi. Rispetto ai bambini l’epatite acuta si manifesta con una sintomatologia per lo più aspecifica (è caratteristico solo il colore itterico), i sintomi della malattia sono: il vomito, un forte stato di abbattimento, diarrea, dolori addominali, febbre, inappetenza, urine scure e colorito itterico.
Tra tutti quelli elencati, il colorito itterico non è un sintomo d’esordio e nemmeno è un sintomo generico o facilmente confondibile. Rispetto ai sintomi iniziali, cosiddetti di esordio, la colorazione giallognola della pelle e delle mucose non compare subito, sopraggiunge dopo almeno 24-48 dalla comparsa degli altri disturbi. Il colorito itterico è facilmente distinguibile poiché la cute si ingiallisce e si ingialliscono anche le sclere, ovvero quella parte dell’occhio comunemente detta “bianco dell’occhio”.
Il riscontro clinico di questa condizione è l’innalzamento delle transaminasi negli esami di laboratorio. In presenza di questi sintomi è sempre necessario che i genitori si rivolgano al pediatra o al dottore di medicina generale (il medico di famiglia), una visita al Pronto Soccorso è d’obbligo in caso di colorito itterico ed è da valutare se il bambino è particolarmente abbattuto e inappetente.
Epatite acuta nei bambini: c’è ragione di preoccuparsi?
I genitori devono sapere che nella maggior parte dei casi l’evoluzione della malattia è positiva e, peraltro, spontanea. Con riguardo alla terapia, è molto importante seguire le indicazioni del medico poiché va evitata l’interferenza di qualsivoglia farmaco in grado di compromettere la funzionalità epatica. Il che può accadere con alcuni tipi di antibiotico, mentre sono ammessi farmaci sintomatici (quali gli antipiretici comunemente somministrati in caso di febbre) e, ovviamente, questa valutazione resta di competenza del dottore.
Dunque non è ragionevole allarmarsi nemmeno dinnanzi al numero di casi finora registrati nel mondo: allo stato dei fatti non c’è ragione di ritirare i bambini da scuola o metterli in isolamento sociale tenendoli lontani dai coetanei (come se non bastasse l’isolamento determinato dalla pandemia di Covid che ancora ci accompagna).
Epatite acuta: casi in Italia e nel mondo, i numeri della malattia
L’allarme è partito dall’Inghilterra: lo scorso 5 aprile l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha segnalato i primi 10 casi sospetti registrati, appunto, nel Regno Unito. In una settimana i casi accertati nel mondo sono diventati 74. Allo stato si contano 190 i casi in tutto il mondo (i dati si aggiornano di settimana in settimana grazie al monitoraggio che è stato attivato sulla malattia). Di questi 190 circa 40 casi si collocano nell’area geografica dell’Unione europea. È notizia di oggi che in Italia 20 pazienti in età pediatrica mostrano sintomi possibilmente riportabili a una epatite acuta, ma i numeri relativi al nostro paese sono ancora in linea con i dati degli ultimi 3 anni. E questa congruenza in termini di numeri va resa nota.
Epatite acuta: cause
- Di fatto si è registrato nel mondo un aumento dei casi di epatite in età pediatrica o preadolescenziale, si registrano casi di bambini di pochi mesi di vita fino a ragazzini di 16 anni. L’incidenza maggiore risulta essere tra i 12 mesi e i 5anni.
- Di fatto questi casi non trovano spiegazione nei comuni virus dell’epatite (A,B,C,D ed E). Si parla, infatti, di un’epatite senza causa nota.
- Di fatto la prognosi non è sempre grave, comunemente la condizione si risolve spontaneamente e solo il 10% degli ammalati si aggrava fino a che si rende necessario un trapianto.
Quella che si sta osservando viene definita come epatite acuta a causa ignota, qualcuno la chiama epatite del Regno Unito e i punti succitati riassumono ciò che, allo stato, è certo e noto sulla patologia. La particolarità è che la fascia d’età più colpita è quella tra gli 1 e i 5 anni, mentre normalmente l’epatite acuta non ha età, non preferisce, cioè, una specifica fascia d’età nell’alveo dei pazienti in età pediatrica.
Perché la comunità scientifica sorveglia questa “ondata” di epatite acuta tra i bambini?
Il motivo dell’allerta sta nel fatto che ancora non si conosce la causa di queste epatiti. Quel che è certo è che la causa non è il vaccino anti-covi poiché il maggior numero di pazienti curati sin ora sono bambini di età inferiore ai 5 anni e non vaccinati; nemmeno è plausibile che la causa sia la Covid (ovvero l’infezione in atto o contratta da poco) poiché i pazienti osservati non erano anche pazienti Covid, ovvero non risultavano positivi al tampone o non uscivano da una infezione in misura prevalente rispetto al campione sin ora osservabile.
La causa determinante di questa ondata di epatite è ancora oggetto di studio. C’è chi sostiene che il lungo lockdown abbia indebolito i bambini perché ne avrebbe impoverito il sistema immunitario; c’è chi, invece, rimanda ad un adenovirus.
Epatite acuta e adenovirus
Gli adenovirus sono virus come molti altri, pertanto se un adenovirus fosse responsabile di questa epatite acuta allora essa avrebbe natura virale. Alcuni adenovirus attaccano il sistema gastroenterico, sono quelli responsabili delle tanto note epidemie di gastroenterite che si diffondono facilmente in ambiente scolastico; altri adenovirus determinano sintomi respiratori e altri ancora aggrediscono gli occhi, per esempio provocando congiuntiviti.
Non è detto che un unico adenovirus non possa essere responsabile di più sintomi insieme tra quelli appena elencati. Nello specifico dell’epatite virale l’organo bersaglio della patologia è il fegato.
Come si trasmette l’epatite acuta
Non conoscendo la causa è difficile rispondere alla domanda più gettonata delle ultime ore: “Come si trasmette l’epatite acuta tra i bambini”. Certamente il vaccino anti epatite non copre l’eventualità di contrarre questa patologia, se fosse virale, come si sta ipotizzando che sia, la trasmissione sarebbe quella oro-fecale.
La forma di prevenzione migliore e più efficace resta lavarsi e mani e mantenere una buona igiene soprattutto quando si va in bagno. L’ultima generazione di bambini ha vissuto un periodo storico tale da indurla ad acquisire ottime abitudini in relazione alle basilari norme igieniche.
Epatite acuta prevenzione
L’ipotesi prevalente è quella dell’origine virale di questa “nuova” epatite, se venisse confermata sarebbe necessario mantenere le usuali prevenzioni contro le virosi (cioè le malattie da virus). Un buon decalogo è:
- Lavare spesso le mani;
- Lavare le mani prima e dopo mangiato;
- Lavare le mani dopo essere andati in bagno;
- Usare le mascherine;
- Avere cura di usare fazzolettini monouso e gettarli nel pattume correttamente;
- Avere la cautela di tenere i bambini a casa se febbricitanti o in presenza di sintomi a carico del tratto gastrointestinale.