Nessuna madre vorrebbe mai trovarsi costretta a spiegare la guerra ai bambini. Qualunque genitore è sempre mosso dall’istinto di proteggere la propria creatura dall’orrore, ma quando le immagini feroci della guerra arrivano nelle nostre vite attraverso i media è impossibile sottrarsi dal darne spiegazione.
Cosa scatenano le immagini di guerra nella mente dei bambini
Vedere persone, famiglie e coetanei in fuga dai bombardamenti, sentire i rumori assordanti dei raid, osservare l’impatto delle bombe, le colonne di fiamme e fumo è, senza dubbio, sconcertante; mentre noi adulti possiamo dare una spiegazione ragionata alle impressioni visive, siamo in grado di collocarle sulla linea della storia e geograficamente sappiamo dare loro una distanza spaziale dal nostro vissuto, i bambini, invece, possono restare sopraffatti dallo sconcerto.
Nella mente del bambino, le immagini di guerra stimolano dubbi e paure, evocano orrori misti di immaginifico e sollecitano un profondo senso di ingiustizia. In modo particolare, la guerra determina nei bimbi una forte e immediata perdita di sicurezza: il bambino sente subito l’angoscia stimolata dalla crudeltà dell’evento e teme di potersi trovare nella stessa condizione.
Considerata la “delicata fragilità” della mente del bambino, il solo fatto di vedere immagini di guerra rappresenta un’esperienza della violenza. L’adulto deve tenerne conto quando intende spiegare la guerra ai bambini.
Come possiamo aiutare i bambini a capire cos’è la guerra
Noi genitori spesso siamo portati a dare risposte anche prima di ascoltare le domande dei bambini. In fatto di guerra, tenuto conto dell’aggressività delle immagini che rappresentano i conflitti, il primo step per aiutare i bambini è capire cosa provano. A seconda dell’età del bimbo, mamma e papà devono indagare cosa i figli sanno dell’argomento, cosa hanno percepito e come lo hanno metabolizzato, ovvero quale tempesta emozionale le notizie veicolate dai media stanno suscitando in loro.
Per spiegare la guerra ai bambini è necessario partire dalle emozioni
Cresciamo i nostri figli ispirandoli al buono, li educhiamo alla condivisione, alla comprensione e all’accoglienza, ma quando ai loro occhi arrivano messaggi di guerra tutte queste ispirazioni vengono tradite e scosse. Un importante atto di conforto che il genitore può compiere è quello di accogliere le emozioni del bambino, di dare ad esse una spiegazione logico-empatica.
Nello spiegare la guerra ai bambini, tenete conto che, per quanto sia difficile, è questo il momento in cui il piccolo è chiamato a fare i conti con la crudeltà umana.
“Ci sono uomini animati dalla sete di potere e di danaro, è triste ma accade. Per fortuna tu sei buono, come molti altri bambini. So che questo ti fa soffrire, ma anche la tua sofferenza è importante perché se tu e tutti i bambini capite che la guerra è spagliata il mondo sarà migliore! Quando sarete grandi, infatti, la vostra consapevolezza e questo dolore che provate ora faranno sì che non ci saranno mai più guerre.”
Questa possibile spiegazione mette in luce un approccio pratico al bambino e basato su un’esigenza dei piccoli: i bambini, dinanzi alle immagini provenienti da un paese in guerra, temono la violenza, la sopraffazione e la morte che ne deriva e si sentono spettatori passivi. Il compito di mamma e papà, ma anche delle maestre e di tutti gli adulti di riferimento, è quello di aiutare i bambini a vincere il senso di passiva impotenza con cui guardano la violenza arrivare attraverso i media.
“So che questo ti fa soffrire, ma anche la tua sofferenza è importante …”, gli adulti devono dialogare con i bambini senza negare né censurare la realtà e facendo in modo che i piccoli ottengano un ruolo attivo nell’opposizione all’orrore che li travolge. Con mio figlio questa mattina abbiamo deciso di esporre sul balcone una bandiera della pace. Quello che a noi adulti può sembrare un gesto fine a se stesso ha, invece, un peso specifico sul bambino: agire, fosse anche in modo semplice, è di conforto. Allo stesso modo il bambino può trovare conforto nei discorsi dei genitori, quando in casa si parla degli accaduti del mondo in modo critico, ma non allarmistico, reale e non complottistico o negazionista o, peggio, indifferente.
Spiegare la guerra ai bambini mentre arrivano nelle nostre case le immagini del conflitto Russia Ucraina
Rispetto al conflitto in Ucraina che sta catalizzando l’attenzione internazionali in queste ore l’UNICEF si sta esponendo per un immediato cessate il fuoco soprattutto con lo scopo ultimo di proteggere i bambini. Ditelo ai vostri bambini, dite anche loro che l’UNICEF sta chiedendo a tutte le parti coinvolte di non attaccare i sistemi idrici, quelli igienico-sanitari, le strutture sanitarie e scolastiche perché questi sistemi e queste strutture servono a tenere i bimbi al sicuro.
L’invito a riportare ai bambini l’attività operosa di enti, Stati, associazioni, personaggi o politici che si oppongono alla guerra non è casuale: è essenziale che i bambini confidino in chi si fa portatore di bene e combatte per la pace. Le campagne di opposizione alla guerra confortano i più piccoli liberandoli, o comunque risollevandoli, dallo sconforto e dando loro speranza. Ovvio è che ogni discorso con i bambini va intavolato tenendo conto delle emozioni di partenza che il bimbo esprime, della sua età, delle sue cognizioni e della sua peculiare sensibilità.
Spiegare la guerra ai bambini: come gestire eventuali reazioni di pianto
Se un bambino è così sensibile da piangere dinnanzi alle immagini di guerra, voi, come genitori, siate così aperti da accoglierne il dolore, non sminuitelo, non allontanatelo e non negate ad esso una giustificazione umana e profonda.
È possibile che i bimbi reagiscano piangendo a una violenza così spietata da parere insensata ai loro occhi. Abbiate cura di spiegare al bambino che è bello che lui provi empatia con chi soffre, ricordategli l’importanza del suo dolore e rinnovate il concetto che provare dolore per gli altri equivale ad essere capace di sentire il dolore altrui, cosa che fa di noi persone buone e che un domani renderà migliore il mondo.
Frasi da non dire per spiegare la guerra ai bambini in modo corretto
“A noi non accadrà mai; noi siamo lontani; è un popolo diverso dal nostro, qui non può succedere”, frasi di questo tipo non aiutano il bambino: il piccolo oppone a ciò che vede e percepisce la negazione del genitore, in questo modo riceve messaggi contrastanti e, quel che è peggio, non ottiene alcun conforto ai suoi dubbi e alle sue paure.
Quando un bambino è particolarmente piccolo o sensibile è bene non lasciarlo mai troppo da solo davanti alla televisione o nella disponibilità di uni strumento connesso alla rete, questo non significa che non debba sapere o vedere ciò che accade nel mondo, vuol dire, solo, che deve essere accompagnato nella conoscenza.
Spiegare la guerra ai bambini: a quali immagini fare attenzione
Particolare attenzione va prestata alle immagini di bambini e a quelle di case distrutte, questo genere di immagini consentono al bambino una forte immedesimazione e possono amplificare la paura di trovarsi in una situazione analoga stimolando anche ansie profonde. La casa rappresenta il mondo del bambino, il suo tutto e il porto sicuro, pertanto vedere case distrutte e bambini sfollati e deprivati di una così grande sicurezza può turbare i più piccoli assai profondamente.
L’ospedale dei bambini deformi, l’orrore che fa paura al mondo