Quando a un bambino sale la febbre, mamma e papà vorrebbero subito abbassarla. La febbre spaventa i genitori perché nella nostra cultura viene erroneamente associata alla malattia, ma non è tale: la febbre non è la malattia, ne è un sintomo. Più nello specifico, la febbre è il meccanismo fisiologico con cui l’organismo si protegge da una aggressione. Pertanto non è sempre necessario né giusto abbassare la febbre nei bambini.
Come funziona il meccanismo della febbre
Quando un agente patogeno infetta l’organismo entra in contatto con le cellule; sono “cellule scudo” quelle deputate alla protezione dagli agenti esterni e, in caso di aggressione, reagiscono al contatto col patogeno inviando al cervello “l’ordine” di aumentare la temperatura corporea. In questo modo, la febbre si scatena e sale. Il disagio che il corpo prova ha lo scopo preciso di distruggere il patogeno aggressore (virus o batteri). Infatti, grazie all’aumento della temperatura corporea, virus e batteri tendenzialmente si indeboliscono, hanno difficoltà a riprodursi e incominciano a morire: il copro guarisce per effetto della febbre.
Un tempo la febbre era, a giusta ragione, considerata la medicina del corpo.
Questa breve premessa chiarisce già che l’aumento della temperatura corporea non è la malattia e che non sempre è necessario abbassare la febbre nei bambini, come anche negli adulti. La febbre (febbricola o febbre medio-alta) è un meccanismo fisiologico di difesa e va abbassata solo quando è alta, genera malesseri importanti e non quando è appena comparsa, né è contenuta.
Quando la febbre è alta e quando abbassare la febbre nei bambini
La febbre si intende alta quando tocca i 39°C, non è necessario abbassare la febbre nei bambini se la temperatura resta inferiore ai 38,5°C. Più nello specifico si può sostenere che il bambino ha la febbre solo quando il termometro tocca i 38°C, mentre tra 37°C e 38°C si può parlare solo di febbricola.
A che ora misurare la febbre
Non c’è un orario giusto né uno sbagliato per misurare la febbre, farlo attesta qual è lo stato della temperatura corporea del bimbo (o anche dell’adulto) in quel momento, ovvero al momento della misurazione. In casa e ai fini del controllo suddetto, è consigliabile prendere la temperatura ascellare con un termometro digitale. Ciò che va tenuto in debito conto è che l’ora di misurazione ha un’incidenza sulla risultanza della temperatura:
- la temperatura corporea si abbassa nelle prime ore del mattino, tra le 4:00 e le 8:00,
- mentre si alza nel pomeriggio tra le 16:00 e le 18:00.
Se il bambino ha pianto e si è agitato la misurazione sarà falsata e risulterà più alta, come risulterà più alta se il bambino ha appena consumato cibi caldi, allo stesso modo una condizione di disidratazione favorisce un aumento della temperatura corporea.
Un bambino con la febbre alta è non è necessariamente molto malato, la temperatura corporea non è un indice di gravità della malattia
La temperatura corporea non è correlata alla gravità della malattia: non è vero che tanto più è alta la febbre tanto più è violento o aggressivo il patogeno con cui l’organismo è entrato in contatto.
Quanto dura la febbre nei bambini
Comunemente la febbre passa nell’arco di 48-72 ore, è così, in genere, per le infezioni virali. Ed è per questo che i pediatri tendono a monitorare la situazione di salute dei piccoli pazienti indicando ai genitori come abbassare la febbre nei bambini quando supera i 38.5°C e attendendo almeno 3 giorni prima di apprestare una terapia specifica.
Si raccomanda ai genitori di:
- somministrare liquidi a sufficienza per mantenere il bambino idratato (la febbre può provocare un aumento della sudorazione e , in genere, può mettere a rischio disidratazione);
- garantire una dieta della convalescenza ricca di frutta e verdura, quindi di vitamine e sali minerali essenziali per sostenere una buona risposta del sistema immunitario;
- osservare il bambino (non è necessario intervenire per abbassare la febbre nei bambini quando il piccolo è reattivo, vispo, tranquillo e non sofferente).
Perché il bambino che ha la febbre suda?
Il sudore è un’altra risposta fisiologica dell’organismo, questa volta il corpo risponde all’aumento della temperatura e sudando innesca un meccanismo utile alla dispersione del calore.
Bambini piccoli sempre malati: perché i bimbi piccoli hanno spesso la febbre
In età prescolare, in modo particolare quando il bambino è introdotto in contesti sociali come il nido o la scuola materna, i cuccioli d’uomo sono soliti ammalarsi spesso. Tra i 2 e i 6 anni si costruisce il sistema immunitario del bambino, in termini pratici, il bambino viene a contatto con tantissimi patogeni nuovi (virus e batteri mai conosciuti prima) , di volta in volta e febbre dopo febbre, li cataloga e diventa sempre più resistente alle aggressioni.
Le febbri frequenti dei bambini dipendono, quinti, da un meccanismo di sopravvivenza e fortificazione del corpo: durante la sua crescita il bambino fabbrica anticorpi che cataloga e conserva nel suo sistema immunitario.
Come abbassare la febbre nei bambini: quali farmaci sono ammessi
Per abbassare la febbre nei bambini, quindi in età pediatrica, è ammesso l’uso di due classi di farmaci:
- Antipiretici, come il paracetamolo, che resta il più utilizzato;
- Analgesici – Antinfiammatori, come l’ibuprofene.
Il paracetamolo e tutti gli antipiretici hanno un’azione a livello centrale e possono essere assunti a stomaco vuoto, va rispettata la posologia come da bugiardino (il foglietto illustrativo) e prescrizione medica con un’alternanza delle dosi che va dalle 4 alle 6-8 ore;
Paracetamolo: effetti collaterali e pericolo di sovra-dosaggio
Gli analgesici-antinfiammatori hanno una più spiccata azione antinfiammatoria (che il paracetamolo non ha), vanno somministrati solo a stomaco pieno e hanno un intervallo di somministrazione ampio poiché, tra una dose e l’altra, devono passare 8 ore, anch’essi vanno somministrati attenendosi con attenzione alla posologia come da bugiardino e prescrizione medica.
L’antipretico (qui considerati tutti gli antipiretici, paracetamolo o ibuprofene che sia) non è un farmaco preventivo, pertanto non va somministrato ogni 4, 6 o 8 ore se non sussiste il sintomo della febbre: questi farmaci servono ad abbassare la febbre e non a prevenirla, somministrateli al bambino solo se in quel momento il termometro segna una temperatura ascellare (misurata all’ascella) pari o superiore a 38,5°C e il bambino appare stanco, affaticato o provato dalla febbre.
Paracetamolo e ibuprofene non possono essere somministrati contemporaneamente
Prima di cambiare farmaco, ove necessario, devono trascorrere tra 8 e 24 ore, pertanto solo il pediatra può guidare i genitori in questa delicata modifica della terapia. Rivolgetevi sempre al medico evitando il fai da te. Altresì è solo il medico a poter valutare l’opportunità di un cura antibiotica che non serve in caso di aggressione virale.
Mai somministrare ai bambini acido acetilsalicilico (ovvero la comune Aspirina), il corpo dei bambini non tollera l’acido acetilsalicilico e i suoi derivati la cui somministrazione mette il bimbo a rischio sindrome di Reye, il più delle volte questa condizione ha un decorso funesto, pertanto non va sottovalutata.
Come abbassare la febbre nei bambini: rimedi naturali
Impacchi freddi, spugnature su fronte, polsi e caviglie, ma anche un bagnetto fresco possono coadiuvare l’abbassamento della temperatura corporea, non usate, invece, ghiaccio e alcol il cui odore pungente, in particolare, può ulteriormente aggravare il bambino malato. Vestite il bambino con indumenti traspiranti in fibre naturali, mantenetelo leggero e scopritelo, inutile fasciarlo con coperte e piumini, e arieggiate gli ambienti badando ad evitare correnti e sbalzi di temperatura. Curate il riposo del bambino e fate sempre attenzione alla sua buona idratazione.
Non forzate il bambino a mangiare e nemmeno ad alzarsi dal letto, ma fate sì che beva, va bene anche offrirgli camomilla o tisane leggermente zuccherate oppure farlo bere spesso e poco anche dal cucchiaino.
Il riposo è il più efficace rimedio naturale per la febbre, i bambini febbricitanti devono riposare, possono uscire di casa se devono sottoporsi ad un accertamento medico, ma è preferibile che stiano al riposo per non disperdere energie, ricordate che il loro corpo sta combattendo contro un aggressore esterno.
Spugnature, rimedi naturali per abbassare la febbre: come e quando fare le spugnature ai bambini
Le spugnature sono solo un palliativo, non servono ad abbassare la febbre ma, piuttosto, a tenerla sotto controllo, non vanno applicate se il bambino ha i brividi (la fase dei brividi rientra nei meccanismi fisiologici di termoregolazione). Quando decidete di applicare spugnature al bambino:
- non usate alcol né aceto;
- non usate ghiaccio, basta l’acqua fresca;
- applicate le spugnature nei punti anatomici in cui scorre più sangue, come collo e inguine. Applicarle sul capo non è utile se non per lenire la cefalea da febbre;
- le spugnature devono essere brevi, servono solo a dare sollievo. Spugnature prolungate e persistenti negli stessi punti del corpo del bambino possono provocare danni con importanti ricadute sul sistema circolatorio.
Quando non riuscite ad abbassare la febbre nei bambini: cosa fare se la febbre non scende
Considerato che il decorso naturale della febbre avviene comunemente tra le 48 e le 72 ore, allertate il medico se dopo 2-3 giorni di cura domiciliare, riposo, idratazione e paracetamolo la febbre sussiste. Vanno, invece, condotti in Pronto Soccorso:
- i neonati di età inferiore a 6 mesi con febbre superiore ai 38,5°C ;
- tutti i bimbi con temperatura superiore ai 40°C;
- i neonati la cui fontanella ha, in presenza di febbre, un aspetto sporgente;
- i bambini in preda a convulsioni;
- i piccoli febbricitanti e disidratati, spesso la febbre si accompagna a vomito e diarrea costanti che impediscono, o rendono molto difficile, mantenere la corretta idratazione del bambino;
- i piccoli che mostrano rigidità del collo;
- i bimbi che accusano forte mal di testa;
- i pazienti in difficoltà respiratorie o con cute pallida e lebbra bluastre.
Rivolgetevi al Pronto Soccorso anche se non riuscite a svegliare il bambino, se il suo stato di coscienza vi sembra alterato oppure se è apparentemente molto sofferente, se piange in modo inconsolabile oppure se accusa un mal di pancia molto forte che arreca un malessere importante e al quale non sapete attribuire una causa specifica.
Cosa fare quando la febbre non scende
Non tutte le febbri sono uguali, alcune infezioni possono rispondere più o meno bene ai differenti antipiretici, pertanto può accadere di assistere a febbri più o meno resistenti. Quando la risposta del bambino all’antipiretico non è soddisfacente consultate sempre il pediatra ed evitate il fai da te.
Rispetto alla febbre resistente e soprattutto alla febbre alta e resistente, va sfatato un mito: la febbre alta non fa venire le convulsioni, non di per sé. Le convulsioni interessano i bambini geneticamente predisposti a questo genere di problema. Nello specifico soffriranno di concvulsioni quei bambini con un sistema nervoso particolarmente eccitabile.
Sta di fatto che dopo 48-27 ore di febbre oltre i 38.00-38.50°C è indispensabile sottoporre il bambino a una visita medica.
Febbre nel neonato
I neonati non sono ancora venuti a contatto col mondo esterno e con tutti i suoi virus e batteri, questo ci induce a proteggerli ed è giusto evitare di esporli a virus aggressivi. Tuttavia la mamma durante la gravidanza ha passato al bambino una certa quantità di anticorpi, se lo allatta al seno, inoltre, continua in questo passaggio attraverso il nutrimento. Questo corredo immunitario crea una prima immunità del bebè che lo preserva, ma una febbre nelle prime settimane di vita potrebbe essere spia di una infezione non secondaria e non banale, pertanto è bene allertare il medico.
La febbre fa allungare: sì oppure no
Non è solo una leggenda delle nonne, è possibile che l’aumento della temperatura corporea stimoli un po’ l’allungamento delle ossa, inoltre il bambino con la febbre sta comunemente disteso, altro fattore stimolante del suddetto allungamento; senza contare che i bimbi crescono velocemente e questo fa sì che gli adulti ne percepiscano la crescita in lunghezza dopo qualche giorno a letto e in convalescenza.